Benson Elliot Capital Management ha fatto il closing per il suo fondo di real estate pan-europeo BEREP IV a 625 milioni di euro. Il managing partner Marc Mogull ha espresso la sua soddisfazione per il risultato ad onta dell’incertezza geopolitica che aleggia in Europa. BEREP IV, infatti, per Benson Elliot rappresenta il miglior risultato della sua storia in termini di fundraising. Considerando anche gli impegni al coinvestimento il volume di fuoco del fondo arriva a più di 700 milioni di euro. Il target iniziale, ampiamente superato, era di 600 milioni di euro al momento del lancio l’anno scorso (si veda il comunicato stampa). Circa trenta gli investitori nel fondo, nel cui novero troviamo fondi pensione pubblici e privati, fondazioni universitarie, fondi sovrani, compagnie di assicurazione oltre ad alcuni family office. Circa il 50% del capitale è di matrice statunitense, il 40% europea con il complemento distribuito tra Medio Oriente e Asia. Più del 60% sono investitori ripetitivi. Benson Elliot non ha rilasciato alcun tasso target di rendimento atteso con la specifica che nei suoi 10 anni di storia vanta un ritorno medio del 15%. Benson Elliot ha già impiegato un ammontare significativo del capitale raccolto con nove transazioni distribuite in sei diversi paesi. Tra questi ci sono 2 hotel (Parigi e Milano), proprietà destinate a residenziale e uffici a Berlino, uno shopping center a Bologna oltre a tre shopping center in UK.
Lone Star Funds e JPMorgan Chase & Co. si sono alleati per l’acquisto di Propertize BV, la bad bank danese, per circa 895 milioni di euro ($ 989 ml). (si veda Bloomberg). Il closing dell’operazione è atteso per il prossimo settembre come dichiarato da NLFI, l’organizzazione dedicata del governo danese alla gestione delle società finanziarie nazionalizzate. Lone Star e JPMorgan hanno vinto la concorrenza di Goldman Sachs che si era alleata con Cerberus Capital Management. Dopo la nazionalizzazione di SNS Reaal NV, avvenuta nel 2013, a Propertize erano stati concessi dieci anni per liberarsi degli asset immobiliari problematici. A questo fine il governo danese aveva cominciato l’anno scorso a raccogliere manifestazioni di interesse. Il valore di tali asset è stato valutato alla fine dell’anno scorso in un intorno di 3,44 miliardi di euro. In una lettera inviata da NLFI al ministero delle finanze nei giorni scorsi si parla della ricezione di 40 manifestazioni di interesse con 2 offerte vincolanti.
GIC, fondo sovrano di Singapore, sta negoziando per l’acquisto di Yes Communities, produttore di abitazioni prefabbricate per comunità. Stando a fonti vicine al deal, il valore del deal si posiziona in un intorno di 2 miliardi di dollari (si veda il Wsj). La controparte di GIC è Stockbridge Capital Group. Yes, con base a Denver, detiene e gestisce 178 conglomerati di case prefabbricate in 17 stati diversi. Se finalizzato, il deal accenderà i riflettori su questa nicchia del real estate che di solito è valorizzata dalla vicinanza di parchi tematici. Tra le diverse tecniche utilizzate c’è anche quella relativa alla fornitura di case montate su ruote che le rende trasportabili. Se l’acquisto di GIC andrà in porto al prezzo descritto, GIC avrà un rendimento iniziale pari al 6% contro un 5% medio ottenibile in media dall’acquisto di immobili prestigiosi. Questa operazione si inserisce nel solco dell’interesse di investitori con base a Singapore per il real estate americano. Ad esempio la famiglia Kwee sta finanziando un condominio di lusso disegnato da Jean Nouvel vicino al MOMA a New York. L’interesse di GIC per il real estate americano viene ricordato anche dall’ipotesi di acquisto, poi venuta meno, di IndCor Properties, uno dei più grandi portafogli di immobili industriali per 8,1 miliardi di dollari da Blackstone Group nel 2014.
Cinven ha chiuso la raccolta del suo sesto fondo al massimo livello che si era proposto, cioé a 7 miliardi di euro (hard cap) in soli quattro mesi, sebbene avesse raccolto impegni di sottoscrizione per addirittura il doppio di questa cifra (si veda qui il comunicato stampa). Il quinto fondo, chiuso nel 2013, ha investito in 17 società e a oggi ha già condotto sei disinvestimenti.
Il fondo Ardian Expansion Fund IV ha raccolto un miliardo di euro, il doppio di quanto raccolto dal precedente fondo III soltanto due anni fa (scarica qui il comunicato stampa). Il fondo è specializzato in operazioni di buyout su piccole e medie imprese ed è attivo anche in Italia.