Permira ha annunciato ieri il closing della raccolta del suo ultimo fondo di private equity globale, Permira V, a 5,3 miliardi di euro, il limite massimo previsto. L’attività di origination di nuovi investimenti continuerà a essere alimentata dai cinque team di settore (consumer, financial service, healthcare, industrial, Tmt), con la sede italiana guidata da Fabrizio Carretti. Permira V ha già allocato il 27% del capitale con l’acquisizione di sei aziende: Dr. Martens, BestInvest, Atrium Innovations, LegalZoom, Cabb e TeamViewer. Permira V ha registrato un forte interesse da parte di investitori già presenti in altri fondi del gruppo (per circa il 72% del capitale complessivo) e ha raccolto risorse anche da numerosi nuovi investitori internazionali. Gli investitori di Permira V sono per il 40% nordamericani, per il 30% europei e per il 25% asiatici. Il precedente fondo Permira IV nel 2006 aveva raccolto 11 miliardi di euro di impegni, poi limitati nel 2008 a 9,6 miliardi a seguito della crisi finanziaria. Entro la fine di giugno, Permira IV avrà rimborsato più di tre quarti del capitale versato e a fine marzo valeva 1,5 volte il capitale. Il Fondo Permira IV, che tuttora include importanti investimenti quali Hugo Boss, Genesys e Ancestry.com, ha recentemente ceduto la partecipazione in Reinassance Learning a un multiplo pari a 4,1 volte l’investimento
Inveni Capital e Omega Fund Management hanno investito 2,5 milioni di euro in BioSilta, società finlandese che studia e sviluppa sistemi e tecnologie di crescita microbica. Il nuovo capitale verrà utilizzato per proseguire nella espansione commerciale in Europa e negli Stati Uniti, attraverso un rafforzamento del team di vendita e di marketing. La società prevede inoltre la creazione di reti di distribuzione in altre giurisdizioni con l’obiettivo di aumentare le vendite della sua linea di prodotti EnPresso. Infine, il finanziamento permetterà a BioSilta di iniziare lo sviluppo di una nuova pipeline di prodotti. Fondata nel 2007, scrive Unquote, BioSilta ha sede a Oulu con un ufficio a Cambridge. La società ha sviluppato la piattaforma tecnologica EnBase, progettata per controllare l’alimentazione, e quindi il tasso di crescita, delle colture microbiche.
Un gruppo di investitori che operano nel settore distressed si sono uniti per prendere il controllo di Autobar, il distributore automatico inglese di cibo e bevande, rilevandolo da CVC Capital Partners. Secondo il Financial Times, l’operazione attraverso la ristrutturazione ridurrà il debito di Autobar da 950 milioni di euro a 450 milioni di euro. Chartehouse aveva venduto Autobar a CVC nell’agosto del 2010 per 1,2 miliardi di euro.
IK Investment Partners ha venduto la società che si occupa delle protezione antincendio, Minimax Viking a Kirkbi, family office danese (che ha la proprietà anche di Lego) e Intermediate Capital, per una somma non dichiarata. RealDeals scrive che IK ha acquisito Minimax nel 2006, da allora i ricavi dell’azienda sono raddoppiati a 1,2 miliardi di euro, nel 2013, e il numero del personale è cresciuto passando da 3.200 a più di 7.000 dipendenti. Sotto la proprietà di IK Minimax ha acquisito le aziende statunitensi PCP e Viking, ampliando la sua portata geografica e la gamma dei prodotti. L’azienda ha inoltre aperto un impianto di produzione in Asia.