Le zuppe Campell’s finiscono nel piatto di CVC Capital Partners. Lo ha annunciato ieri Campbell Soup Company, il gruppo produttore delle note zuppe, immortalate più volte dal genio della pop art Andy Wharol. La nota spiega che la trattativa con il private equity paneuropeo è in esclusiva ed è nelle sue fasi conclusive.
L’accordo prevede la vendita dei marchi di zuppe Liebig e Royco in Francia; di minestre istantanee Erasco in Germania; di minestre e salse Bla Band in Svezia; e delle zuppe Royco e di maionese e altre salse Devos Lemmens in Belgio. Saranno inoltre ceduti anche i quattro impianti produttivi di Puurs (Belgio), Le Pontet (Francia), Lubeck (Germania) e Karpalund (Svezia). Per contro non sarà ceduta l’attività di esportazione dei prodotti a marchio Pepperidge Farm in tutta Europa e dei prodotti di Campbell nel Regno Unito, in Medio Oriente e in Africa. Anche la controllata Kelsen Group non fa parte delle attività cedute e continuerà a operare in Danimarca e a esportare i suoi prodotti in Europa e nel resto del mondo. Le attività in questione nel 2012 hanno generato un fatturato di 530 milioni di dollari su un totale di 7,71 miliardi dell’intero gruppo Campbell qutoato a Wall Street.
Si preannuncia battaglia per il controllo dei pianoforti Steinway&Sons. La casa produttrice Steinway Musical Instruments quotata a Wall Street, infatti, ha annunciato ieri di aver ricevuto un’offerta da 38 dollari per azione, pari a 475 milioni di dollari, migliorativa rispetto all’offerta da 35 dollari per un totale di 438 milioni, messa sul piatto a inizio luglio da Kohlberg&Co (si veda altro articolo di BeBeez), il private equity fondato da Jerome Kohlberg dopo aver lasciato KKR, in disaccordo con gli altri soci cofondatori Henry Kravis e George Roberts.
L’annuncio è arrivato al termine del cosiddetto periodo di 45 giorni “go-shop” durante il quale le società oggetto di opa possono andare alla ricerca di offerte più convenienti. Il nome dell’investitore concorrente a KKR non è stato reso noto, ma si sa che si tratta di un veicolo di investimento che fa capo a un operatore con circa 15 miliardi di dollari di asset in gestione. Il titolo Steinway ieri è volato in Borsa, toccando i 39,15 dollari: il mercato si aspetta un rilancio di KKR.
TPG è l’ultimo colosso del private equity in ordine di tempo ad aver ottenuto un’estensione del periodo di investimento per un suo fondo di buyout. Lo rivela Pehub, che precisa che l’estensione di 12 mesi sino al febbraio 2015, già accordata dagli investitori, riguarda il fondo TPG Partners VI, che aveva raccolto 19 miliardi di dollari nel 2008 e che a oggi ha ancora 3 miliardi da investire. Secondo quanto riportato dal CaliforniaState Teachers’ Retirement System (CalSTRS) nel suo report periodico relativo alle performance di investimento in fondi di private equity, TPG VI allo scorso settembre aveva generato un Irr netto del 5,22% all’anno dall’inizio dell’operatività.
A ottenere il via libera all’estensione del periodo di investimento prima di TPG è stato anche Thomas H. Lee per il suo sesto fondo da 8,1 miliardi e il suo veicolo di coinvestimento da 2 miliardi raccolti nel 2007. THL ha ora tempo sino a metà 2014 per investire quanto rimasto. Secondo il report di performance del California Public Employees Retirement System (CalPERS) quel fondo a fine dicembre aveva generato un Irr del solo 3,2%.
Irving Place Capital (ex Bear Stearns Merchant Banking), da parte sua, ha addirittura ottenuto due estensioni del periodo di investimento per il suo ultimo fondo Irving Place Capital Partners III che nel 2006 aveva raccolto 2,7 miliardi di dollari e che a oggi è investito solo al 75%. Quel fondo, sempre secondo CalSTRS, a fine settembre aveva registrato un Irr netto del solo 1,69%. Irving Place aveva chiesto inizialmente un’estensione di 12 mesi sino a fine 2013, ma a inizio anno ne ha chiesta e ottenuta un’altra sino al febbraio 2015.
Bridgepoint, infine, lo scorso luglio ha chiesto a sua volta agli investitori di allungare di 12 mesi il periodo di investimento del suoultimo fondo di buyout Bridgepoint Europe IV, che nel 2008 aveva raccolto 4,8 miliardi di euro e che si sarebbe dovuto chiudere il prossimo novembre. Secondo CalPERS, a fine dicembre quel fondo aveva reso un Irr netto del 9,4%.
Nei giorni scorsi, invece, Terra Firma ha ottenuto dagli investitori il via libera all’allungamento della vita del suo fondo Terra Firma Capital Partners II. Lo rivela Bloomberg, che precisa che il termine è stato spostato all’aprile 2016 dall’aprile 2014 per evitare di dover disinvestire in maniera affrettata. In cambio del via libera, gli investitori hanno però ottenuto di non pagare più la management fee dell’1,5%.