Permira, fondo internazionale di private equity, ha acquisito Teraco Data Environments, società sudafricana di servizi datacentre nata nel 2008 con la deregolamentazione del mercato delle telecomunicazioni africana. La società gestisce e offre servizi legati ai dati e alle informazioni nel settore ambientale, ha oltre 170 clienti tra cui molte compagnie blue chip che operano nelle telecomunicazioni, nell’outsourcing, nel content, nella finanza e nell’impresa. Permira ha investito in Teraco, poichè vede nella compagnia tutti gli elementi fondamentali per la crescita in un settore che in South Africa è rapida ascesa e al momento vede la presenza solo di un decimo dei datacentre che lavorano in outsourcing risetto a un terzo che opera in US e a un quarto che opera in Europa. L’investimento servirà a supportare, tra l’altro, i piani di crescita e il rafforzamento delle piattaforme marketing e vendite.
Living Bridge, il fondo di private equity che ha appena cambiato nome (prima era noto come Isis ma a seguito degli attacchi da parte dei terroristi islamici ha preferito non essere confuso con loro), ha realizzato il primo deal con il nuovo nome investendo 20 milioni di sterline in un secondary in Kirona e rilevando la quota da LDC. L’operazione permette un ritorno di 2,2 volte sull’investimento iniziale di LDC; Kirona è un fornitore leader di soluzioni di automazione che comprende servizi software e di trasformazione per una vasta gamma di industrie in tutto il settore pubblico e privato. Il fatturato della società, durante la gestione di LDC è triplicato arrivando a 7,9 milioni di sterline, con un raddoppio dello staff.
Uber è in trattative per vendere più di 1 miliardo di dollari di debito convertibile, subito dopo aver annunciato la raccolta di 1,2 miliardi di dollari nell’ultimo round di finanziamento. L’operazione ha valutato l’azienda a 40 miliardi di dollari perchè con la vendita del debito previsto e un precedente finanziamento di 1,2 miliardi dollari porterebbe a Uber una maggiore flessibilità sulla tempistica per una eventuale ipo. Il debito si convertirà in azioni con uno sconto tra il 20% e il 30% sul prezzo del titoplo quotato, riporta Reuters, aggiungendo che lo sconto aumenterà dopo un anno se Uber non andrà in Borsa. Il finanziamento azionario permetterebbe a Uber di fare investimenti, in particolare nella regione Asia Pacifico, aiutando la società a creare oltre 1 milione di posti di lavoro nel 2015. A giugno di quest’anno, Uber è stata valutata 18,2 miliardi dollari, raccogliendo 1,2 miliardi dollari dai fondi comuni di investimento e investitori, tra cui Fidelity Investments, Wellington Management e BlackRock.