IBL Banca sta procedendo spedita verso l’ipo a Piazza Affari, ma nel frattempo fondi di private equity internazionali avrebbero avvicinato gli azionisti dell’istituto romano specializzato in cessione del quinto dello stipendo per proporre loro l’alternativa di una vendita del controllo. Lo ha scritto ieri Il Sole 24Ore,
La banca ha annunciato lo scorso lunedì 21 settembre di aver presentato a Borsa Italiana domanda di ammissione a quotazione delle proprie azioni al segmento Star e di aver chiesto a Consob il via libera al prospetto informativo. Ma evidentemente il settore del credito al consumo continua a essere sempre più nel mirino dei private equity.
IBL Banca fa oggi capo alle famiglie Giordano (tramite la holding Delta 6 Partecipazioni) e d’Amelio (tramite e Sant’Anna) e al 30 giugno ha chiuso il semestre con un incremento dell’8,9% degli impieghi per finanziamenti alla clientela retail che sono passati da 1,6 miliardi di euro al 31 dicembre 2014 a oltre 1,7 miliardi. Il margine di interesse è salito a 38 milioni di euro, in crescita del 34% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente, e il margine di intermediazione è passato a 71,2 milioni di euro (+4% sul 30 giugno 2014). IBL Banca ha chiuso così il semestre con un utile netto di 30,1 milioni di euro, in crescita del 3% dal 30 giugno 2014.
In occasione della semestrale Ibl Banca ha comunicato anche che a fine marzo di collocava al primo posto per flussi erogati netti nella classifica Assofin dei finanziamenti tramite cessione del quinto dello stipendio o della pensione, con una quota di mercato del 13,6%. Il settore della cessione del quinto, che nel 2014 si è attestato a circa 4,3 miliardi di euro per erogato netto, fa parte del più ampio comparto del credito al consumo che è arrivato ad avere in Italia al 31 dicembre 2014 una dimensione di 46,3 miliardi di euro.
Lo scorso giugno IBL Banca ha collocato in private placement presso due investitori istituzionali un minibond da 21 milioni di euro subordinato del tipo Additional Tier 1. A supportare l’operazione è stata Banca Finint.
I titoli emessi hanno una cedola a tasso fisso del 9,50% annuo, riconosciuta per i primi 5 anni e pagata su base semestrale; in seguito, nel caso in cui non venga esercitata la facoltà di rimborso anticipato, la cedola verrà ridefinita a intervalli di 5 anni sulla base del tasso midswap di pari scadenza vigente al momento, maggiorato di 900 punti base. Lo strumento è caratterizzato dal pagamento della cedola su base discrezionale e da un meccanismo di assorbimento delle perdite. Il trigger del 5,125% sul Common Equity Tier 1 prevede infatti che, qualora il coefficiente CET1 di IBL Banca scenda al di sotto di tale soglia, il valore nominale dei titoli venga ridotto temporaneamente dell’importo necessario a ripristinarne tale parametro, per poi essere eventualmente ricostituito una volta ristabiliti i coefficienti patrimoniali minimi.