Il fondo Peninsula Capital ha comprato un terzo del capitale di Kiko, il gruppo cosmetico controllato dalla famiglia Percassi che si trova in tensione finanziaria, soprattutto per difficoltà della controllata statunitense. Peninsula era in trattative esclusive dallo scorso aprile (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione è avvenuta sulla base di un valutazione di Kiko attorno ai 220 milioni, stando a quanto riferito da più fonti nei giorni scorsi.
L’accordo prevede che Peninsula sottoscriva parte di un aumento di capitale di circa 80 milioni di euro complessivi, in cambio di una quota del 33%. Il fondo verserà 70 milioni, mentre 10 milioni sono già stati messi a disposizione da Percassi come finanziamento soci.
L’aumento di capitale sarà sottoscritto contestualmente allo riscadenziamento del debito al 2021. Come noto, il debito lordo è di circa 200 milioni (soprattutto in capo a Unicredit, Banco Bpm, SocGen, Bnp Paribas), di cui 50 milioni sono rappresentati da linee bancarie non ancora tirate e 130 milioni da un bond a 6 anni con cedola 6,5% emesso nel 2014 e sottoscritto per 100 milioni da Generali e per il resto da un altro investitore.In tutta l’operazione Kiko è affiancata dall’advisor Rothschild, mentre le banche hanno nominato come advisor Lazard e Generali ha incaricato Mediobanca. Sul fronte legale, invece, advisor dell’operazione sono gli studi Gatti Pavesi Bianchi per Percassi, Lombardi Segni e associati per Peninsula, White & Case LLP per le banche finanziatrici.
Secondo i patti, entro quattro anni Peninsula potrebbe attivare l’ipo o azionare l’exit. Sempre nelle prossime ore è in calendario l’assemblea dei bondholders per approvare il riscadenzamento al 2021 di un prestito obbligazionario di 100 milioni detenuto dalle Generali.
Kiko ha chiuso il 2017 con circa 610 milioni di euro di ricavi, con un recupero nel secondo semestre, dopo l’arrivo al timone del gruppo di Cristina Scocchia, ex presidente e ad di L’Oreal Italia. E anche i primi segnali per quest’anno sono incoraggianti. Tuttavia l’ebitda è ancora troppo basso. Dopo il picco a 70 milioni nel 2014, l’ebitda è stato in costante discesa, sino ad arrivare a 29 milioni nel 2017. I capitali freschi in arrivo serviranno per rafforzare il piano di investimenti da 90 milioni in tre anni, programmato da Scocchia.
(Si allega qui il comunicato stampa diffuso nel corso della giornata del 26 luglio 2018, che conferma i contenuti dell’articolo)