L’ultimo consiglio direttivo di AIFI che si è temnuto lo scorso venerdì 23 maggio è tornato a concentrarsi sull’esigenza di avere rapidamente chiarimenti da parte dell’amministrazione fiscale in merito alle operazioni di leveraged buyout, ora a maggior ragione, visto che è stato appena pubblicato in consultazione il documento del Ministero del Tesoro (scarica qui il documento) che attua la direttiva Ue sui gestori di fondi alternativi (AIFM), consentendo finalmente una forte liberalizzazione di tale attività grazie al passaporto europeo. Il che significa che si rischia di favorire solo l’uscita dall’Italia di molti operatori, se non avranno certezza di regole come negli altri Paesi Ue (scarica qui il comunicato di AIFI).
AIFI ha più volte richiesto la chiarezza e la trasparenza necessarie per attrarre nuovamente i fondi internazionali nel nostro Paese, ed è da un anno che attende un riscontro sull’istanza presentata a maggio 2013. L’incertezza fiscale della tecnica del leveraged buyout mette a rischio molte operazioni come quelle legate al ricambio generazionale o ai processi di aggregazione e internazionalizzazione. Quello che si chiede è che in Italia le operazioni di leveraged buyout siano trattate come nel resto dell’Europa e che l’operatore abbia la certezza di non incorrere in interpretazioni ambigue se si attiene a regole definite dalle autorità (si veda altro articolo di BeBeez).
Proprio in questi giorni In Italia resta ancora in sospeso il tema della stabile organizzazione: il passaporto consente una opportunità di crescita per gli operatori italiani, a condizione che non vi siano ostacoli posti da una disciplina fiscale carente o incoerente rispetto alla direttiva. Il Governo, che ha più volte dichiarato di voler attrarre investimenti in Italia, deve prendere una posizione chiara su questi argomenti, perché altrimenti ogni intenzione resterà vana. Non si chiedono incentivi, ma chiarimenti per ben operare nel nostro Paese