Il private equity Aksìa sgr ha rilevato il 75% di Mir (Medical International Research), società italiana attiva nel settore della diagnostica polmonare. Lo scrive Il Sole 24 Ore, secondo cui l’asta ha coinvolto circa 10 fondi domestici e internazionali. In linea con le previsioni del dicembre scorso di una valutazione di 30-40 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez), Mir è stata valutata 36 milioni di euro: pari a 9 volte l’ebitda 2020, che è stato pari a circa 4 milioni, a fronte di un fatturato di 15 milioni. A vendere la società sono stati i fondatori Paolo Boschetti e Siro Brugnoli, che hanno reinvestito un complessivo 25% e assunto rispettivamente le cariche di ceo e presidente. Nell’operazione, Mir è stata assistita da Mediobanca, mentre Aksìa è stata seguita da EY.
La notizia della cessione di Mir ad Aksìa era attesa: il fondo infatti nel dicembre scorso aveva spuntato l’esclusiva per rilevare l’azienda (si veda altro articolo di BeBeez). L’asta per Mir era partita lo scorso settembre (si veda altro articolo di BeBeez), con l’obiettivo di cedere una quota di controllo dell’azienda, pari a circa il 70%. Le nuove risorse dovrebbero servire a rafforzare la presenza estera: già oggi l’80% del fatturato è prodotto all’estero, in particolare negli Stati Uniti, Regno Unito e Giappone. La crescita sarà sia organica (ad esempio in altre aree come la cardiologia) sia per acquisizioni.
Mir, nata negli anni Novanta, fa capo a Siro Brugnoli e Paolo Boschetti, provenienti dalla concorente Cosmed. La società romana è stata uno dei grandi innovatori nel settore della spirometria e ha lanciato sul mercato una particolare tecnologia: le smart machine, apparecchi utilizzati in casa per monitorare lo stato polmonare, interfacciandosi con il medico tramite un’applicazione. La società genera un terzo del fatturato grazie a questa nuova tecnologia. La crescita dell’azienda è stata a doppia cifra, sostenuta da una forte domanda di spirometri, anche come conseguenza del Covid-19 e come trend di accelerazione della home medicine, soprattutto nei Paesi anglosassoni.
Sempre nel settore medicale, Aksìa detiene anche la catena di centri dentistici italiani Primo Group. Quest’ultimo lo scorso novembre ha comprato il ramo d’azienda odontoiatrico da Centro Medico I Mulini. Nell’ottobre 2019, contestualmente all’acquisizione da parte di Aksìa, Primo Group aveva comprato la maggioranza di Medidental, società che gestisce la catena di poliambulatori a marchio OasiMedica, dal socio fondatore Claudio Semperboni, che ha mantenuto un ruolo operativo e una quota di minoranza. L’intera operazione era stata finanziata anche con un prestito senior fornito da Banca Ifis. Nel febbraio 2020 le catene di cliniche dentistiche Primo Group e CareDent, controllate rispettivamente da Aksìa e L Catterton, hanno siglato un accordo che le porterà a diventare il secondo più grande operatore nel mercato italiano delle cliniche dentali, con oltre 150 cliniche. Nel dettaglio, Primero, la holding di Primo Group, ha sottoscritto un bond convertibile di Caredent (si veda qui il comunicato stampa) e, al verificarsi di determinate condizioni riguardanti i risultati dell’esercizio 2020 delle due società, Primo Group e CareDent si fonderanno automaticamente (si veda altro articolo di BeBeez).