E’ stata inviata ad Atlantia nella tarda serata di ieri l’offerta del consorzio formato da CDP Equity, Blackstone Infrastructure Partners e Macquarie Infrastructure and Real Assets l’offerta finale per l’acquisto della partecipazione dell’88,06% detenuta da Atlantia in Autostrade per l’Italia (ASPI) o anche per l’acquisto fino al 100% della stessa ASPI, in caso di esercizio del diritto di co-vendita da parte dei soci di minoranza di ASPI (si veda qui il comunicato stampa). L’orario è dovuto al fatto che si è dovuto attendere il via libera di Blackstone dagli Usa e quello di Macquaire dall’Australia.
La nota del consorzio non fornisce dettagli, ma precisa che “la nuova offerta riflette ulteriori elementi emersi dalla due diligence effettuata a valle della proposta presentata il 24 febbraio scorso e costituisce un significativo avvicinamento rispetto alle richieste di Atlantia. Il Consorzio ritiene che tale offerta debba essere valutata positivamente da Atlantia e dai suoi azionisti”. Ora bisognerà attendere dopo Pasqua per il Cda di Atlantia che valuterà l’offerta conclusiva.
Che probabilmente a questo punto passerà, visto che l’assemblea straordinaria di Atlantia del 29 marzo non ha raggiunto il quorum deliberativo per prorogare dal 31 marzo al 31 luglio il termine ultimo per il progetto alternativo di scissione parziale proporzionale di Atlantia a favore della newco Autostrade Concessioni e Costruzioni spa a cui sarebbe stata apportata la quota dell’88,06% di ASPI, così come deliberato lo scorso settembre 2020 dal Consiglio di amministrazione (si veda altro articolo di BeBeez).
L’offerta presentata, si legge ancora nella nota, “è coerente con l’approccio dei componenti del Consorzio quali investitori di lungo periodo e in particolare con quello di CDP, primo investitore nelle infrastrutture del Paese e da anni azionista di società che gestiscono reti nazionali strategiche (Snam, Terna, Italgas e Open Fiber). L’investimento risponde, tra l’altro, ai seguenti obiettivi: promuovere l’ammodernamento della rete, favorendo la digitalizzazione e l’innovazione; dare stabilità alla governance di un’infrastruttura chiave per l’Italia in un’ottica di lungo periodo; contribuire alla realizzazione di un ingente piano di investimenti esteso all’intera rete autostradale di ASPI, con l’obiettivo di accelerare i programmi di manutenzione dell’infrastruttura, assicurando i più elevati standard di performance e sicurezza per gli utenti”.
Ricordiamo che il termine di presentazione della proposta ad Atlantia da parte del consorzio era scaduto lo scorso sabato 27 marzo e che il gruppo di investitori in una nota diffusa domenica 28 marzo aveva assicurato che sarebbe stata una questione di pochi giorni (si veda altro articolo di BeBeez). Il consorzio prima di quest’ultima offerta aveva giàpresentato tre proposte ad Atlantia, tutte però rispedite al mittente. L’ultima, vincolante, era stata depositata come detto a fine febbraio (si veda altro articolo di BeBeez). Il consorzio aveva già presentato due offerte preliminari, entrambe nell’ottobre 2020 ed entrambe bocciate da Atlantia perché i termini economici non erano sufficienti (si veda qui altro articolo di BeBeez).
Si dice che le due offerte preliminari precedenti valutassero ASPI 8,5- 9,5 miliardi, mentre l’offerta vincolante si dice abbia valutato ASPI 9,1 miliardi, cioè molto meno rispetto a quanto stimato da Atlantia e dai suoi azionisti, che invece valutano ASPI 11-12 miliardi, utilizzando un metodo RAB based (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare, questa è la cifra ritenuta congrua dall’hedge fund TCI, azionista di Atlantia all’1% a cui si aggiunge un’esposizione del 5% in equity swap(si veda altro articolo di BeBeez).
E quella valutazione è peraltro già molto meno dei 14,8 miliardi di euro sulla base dei quali era stata condotta l’ultima operazione sul capitale di ASPI nel 2017, quando il consorzio formato da Allianz Capital Partners, EDF Invest e DIF, da un lato, e Silk Road Fund, dall’altro, avevano comprato l’11,94% del capitale (si veda qui il comunicato stampa di agosto 2017 e qui quello di aprile 2017). Intermonte in una valutazione indipendente ha stimato il 100% tra 10,9 e 11,9 miliardi. Lo schema di offerta dovrebbe inoltre prevedere inizialmente la costituzione di una BidCo capitalizzata per il 40% a Cdp e per il restante 60% in via paritetica dai fondi, con la possibilità in un secondo momento per Cdp di salire al 51%.