Sono andati tutti a Roma ieri in Banca d’Italia i rappresentanti delle banche popolari azioniste di Icbpi (Istituto centrale delle banche popolari), per parlare della cessione delle rispettive quote a uno dei quattro pretendenti (tutti fondi di private equity, si veda altro articolo di BeBeez) che nei giorni scorsi hanno depositato le loro offerte sul desk degli advisor Mediobanca ed Equita.
Poco meno di due settimane fa Miro Fiordi, amministratore delegato del Credito Valtellinese (azionista di maggioranza di Icbpi con il 20,54%), aveva dichiarato che non risulta alcuna controindicazione da parte di Bankitalia all’ingresso di fondi di private equity nel capitale dell’Istituto centrale (si veda altro articolo di BeBeez).
E in effetti proprio Equita l’anno scorso aveva affiancato JC Flowers (il fondo di private equity Usa che a sua volta controlla Equita) nell’acquisizione del controllo di Eurovita, la compagnia di assicurazioni del Banco Popolare e della francese Aviva (si veda altro articolo di BeBeez). E in quell’occasione Bankitalia non aveva avuto nulla da dire.
Allo stesso modo non era intervenuta quando nel 2008 JC Flowers, allora affiancato da Mid Industry, aveva finanziato il management buyout di Euromobiliare sim poi ribattezzata Equita sim.
Via Nazionale si era invece messa di traverso a un’operazione dei fondi di private equity esteri su Sia, il leader europeo nel settore delle infrastrutture e servizi tecnologici per banche e società finanziarie, che poi a distanza di anni ha visto l’intervento do Fondo Strategico, F2i e Orizzonte sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando all’asta per Icbpi, i passi successivi restano quelli già anticipati e quindi l’ammissione alla dataroom dopo Pasqua dei potenziali investitori selezionati tra i quattro che hanno presentato le offerte, in modo tale da arrivare a una conclusione del processo di acquisto entro giugno.