Si terrà nei prossimi giorni l’udienza con il giudice del Tribunale di Bologna che dovrà valutare le soluzioni prospettate per un eventuale salvataggio di Buno Magli, Il noto brand bolognese di calzature e accessori di lusso per uomo e donna fondato nel 1936 che negli ultimi anni ha vissuto più volte momenti di forte crisi.
La società aveva fatto istanza di concordato preventivo (art. 161 Legge Fallimentare) lo scorso 15 luglio, dopo che era fallito il tentativo di rilancio operato dal fondo svizzero Da Vinci Invest, subentrato nel capitale soltanto lo scorso gennaio (si veda altro articolo di BeBeez). A sua volta Da Vinci Invest aveva rilevato il brand dal britannico Fortelus Capital, che lo aveva acquistato nel 2007.
Il Tribunale si troverà sul tavolo un paio di offerte, una delle quali del fondo Carlyle. Quanto all’altra offerta, la scorsa estate circolavano voci a proposito di contatti con Stefano Maroni, a capo di Gmi Usa Corp, specializzata nella distribuzione di marchi di calzature in licenza quali Ben Sherman, che commercializzava già Bruno Magli sul mercato americano.
Prima di trovare un accordo con Da Vinci Invest per cedere Bruno Magli, Fortelus a fine 2013 era entrato in trattative esclusive con un consorzio di investitori sudcoreani che includeva E-land e CDIB Capital International. E-land, vanta in portafoglio marchi come Coccinelle e Mandarina duck ed è uno dei più grandi gruppi sudcoreani specializzati nella moda e nella distribuzione, mentre CDIB Capital è un operatore asiatico di private equity che fa capo a China Development Financial, uno degli storici grandi gruppi bancari cinesi. E’ possibile, quindi, che anche questi operatori possano aver rimesso Bruno Magli nel radar.