Il fondo californiano Oaktree Capital Management, dopo aver finanziato l’Inter con 275 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) e messo lo scorso marzo sul piatto 1,75 miliardi (750 milioni in contanti e un miliardo di debito) per acquisire il 5% delle azioni della futura media company della Serie A (si veda altro articolo di BeBeez), ora offre alla Lega un contratto della durata di 15 anni del valore di quasi un miliardo di euro all’anno per la realizzazione di un canale che trasmetterà direttamente le partite del massimo campionato italiano. L’indiscrezione, anticipata da Bloomberg e rilanciata da Il Sole 24 Ore, è arrivata alla vigilia della fase finale della trattativa privata con DAZN, SKY e Mediaset per l’assegnazione dei diritti audiovisivi relativi alle cinque stagioni che vanno dal 2024-2025 al 2028-2029, con la scadenza delle offerte spostata venerdì scorso dal 15 al 23 ottobre (si veda articolo di BeBeez Magazine n. 13 del 23 settembre).
Oggi i club si riuniranno pertanto in assemblea solo online, rinviando l’incontro in presenza al 16 ottobre per valutare se i broadcaster alzeranno finalmente il tiro rispetto all’ultima offerta di circa 880 milioni di euro all’anno, ritenuta troppo bassa dalla Lega Serie A, che punta a ricavare oltre un miliardo e, comunque, più dei 927 milioni assicurati fino al 2024 da DAZN e SKY. Come spiegato dall’amministratore delegato Luigi De Siervo giovedì scorso, infatti, “il lavoro svolto dalla commissione ha portato le offerte dei broadcaster a crescere progressivamente nel tempo e ci auguriamo che anche questo ulteriore step possa alzare ulteriormente l’asticella. La Lega ha chiaro il proprio valore. Come sempre resto fiducioso che i tre soggetti possano trovare domani (venerdì 6 ottobre, ndr) il contesto per alzare il valore delle offerte” (si veda qui il comunicato stampa).
Il canale della Lega ormai “è una certezza. Abbiamo sviluppato il centro di produzione di Lissone, dove ci occupiamo direttamente della produzione live delle partite. Abbiamo lanciato la radio della Lega Serie A con RDS. Il passaggio tecnico al canale non rappresenta uno scoglio. È un fatto commerciale e industriale e nell’assemblea di lunedì, a margine della presentazione delle offerte dei broadcaster, presenteremo anche il piano del canale, perché è la vera alternativa all’accettazione delle migliori offerte per come verranno formalizzate”, ha aggiunto il manager, lasciando intendere che non si aspetta rialzi consistenti da parte dei tre broadcaster neanche nei prossimi giorni..
La proposta non vincolante di Oaktree, supportata dalla società di consulenza di investment banking statunitense Centerview Partners e presentata all’advisor della Lega Serie A Lazard, prevede la novità del minimo garantito, pari a 950 milioni di euro il primo anno, importo che decrescerà leggermente nei successivi 14 anni. L’offerta però non può essere accolta immediatamente, ma solo al termine dei passaggi previsti dal bando pubblicato a maggio (si veda altro articolo di BeBeez).
Dopo l’assemblea del 16 ottobre, nel caso in cui i club dovessero bocciare l’auspicato rialzo dei broadcaster, bisognerà infatti procedere con la valutazione delle sei manifestazioni d’interesse presentate a giugno per la commercializzazione e la distribuzione del canale della Lega Serie A, fase che prevede un intermediario che acquisterebbe i diritti e poi li rivenderebbe esonerando la Lega Serie A dall’operazione, e soltanto dopo potrà essere presa in considerazione l’offerta di Oaktree, con la creazione del canale della Serie A, che fornirebbe le partite direttamente ai consumatori, senza passare per i media tradizionali o altri intermediari. Tra le sei manifestazioni d’interesse, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, ci sarebbero quelle di Carlyle Private Credit, Citi, Barclays e Goldman Sachs.
Quel che è certo è che l’importo messo sul piatto dal fondo californiano rappresenta la base minima da cui partire affinché l’offerta dei tre broadcaster possa suscitare l’interesse delle squadre socie della Serie A. La nuova offerta di Oaktree, tra l’altro, non prevede l’ingresso nel capitale della Lega e neanche in quello della media company che avrà in dotazione i diritti audiovisivi. Inoltre, è relativa solo ai diritti italiani e lascia alla Lega sia i diritti all’estero che la raccolta pubblicitaria di oltre 70 milioni di euro all’anno.
Il senso dell’operazione lo aveva già spiegato De Siervo a luglio (si veda qui il comunicato stampa di allora): “Le tv devono decidere se continuare a essere protagoniste nel racconto del Campionato oppure no. L’auspicio è che ognuno dei tre partner trovi le risorse per assicurarsi la trasmissione della Serie A. L’obiettivo primario è quello di vendere al meglio i nostri diritti, se così non fosse abbiamo pronta un’attività di autogestione. La Lega Serie A, che si è già trasformata in una media company, fa vero e proprio intrattenimento, dai videogiochi al Metaverso, dalla produzione di film sul Campionato alla radio. L’obiettivo è che la vendita dei diritti per il prossimo ciclo abbia un valore per singolo anno superiore a quello attuale. L’ultima vendita ha portato ricavi per 927 milioni all’anno per il Campionato e circa 50 milioni per la Coppa Italia. L’obiettivo è alzare entrambi questi valori e superare il muro del miliardo, la discussione sta nel fatto che i broadcaster stanno cercando di risparmiare il più possibile forti del fatto che non ci sono concorrenti diretti. Se non si trovasse il punto di sintesi e di soddisfazione tra i soggetti in corsa avremmo il tempo per uscire con un’offerta di contenuto sorprendente. Il tema è fare uno sforzo imprenditoriale importante e lanciare un progetto unico per avere un rapporto diretto con i nostri tifosi”.