Cdp ha annunciato ieri in tarda serata che, “su proposta dell’amministratore delegato, Fabrizio Palermo, il Consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti, presieduto da Giovanni Gorno Tempini, ha dato il via libera a Cdp Equity a procedere alla presentazione, insieme a Blackstone Infrastructure Partners e Macquarie Infrastructure and Real Assets, di un’offerta per l’acquisizione dell’88,06% di Autostrade per l’Italia spa (ASPI), detenuto da Atlantia spa” e che “la struttura di investimento definita da Cdp, Blackstone e Macquarie consente inoltre l’ingresso di altri investitori istituzionali, in particolare italiani” (si veda qui il comunicato stampa).
Atlantia, aveva concesso a Cdp lo scorso martedì 13 ottobre l’esclusiva a trattare sino al 18 ottobre perché questa, insieme ad altri investitori nazionali e internazionali, presentasse una proposta per un possibile accordo, relativo all’acquisto dell’integrale pacchetto azionario della controllata ASPI (si veda altro articolo di BeBeez)
L’operazione, prosegue la nota di Cdp, prevede anche la sottoscrizione di un term sheet volto a disciplinare i principali termini e condizioni e gli assetti di governance di una società di nuova costituzione partecipata da CDP Equity quale primo azionista, Blackstone e Macquarie, che sarà utilizzata per la realizzazione dell’investimento. Obiettivo degli offerenti è proporre ad Atlantia la sottoscrizione, entro il 28 ottobre 2020, di un memorandum of understanding tra tutte le parti che disciplini in dettaglio i principali termini e condizioni dell’operazione.
Un elemento chiave di tutto il riassetto sarà ovviamente il valore assegnato ad ASPI. Oggi sul mercato si stimano circa 11 miliardi di euro, utilizzando un metodo RAB based (si veda altro articolo di BeBeez), quindi meno dei 14,8 miliardi di euro sulla base dei quali era stata condotta l’ultima operazione sul capitale di ASPI nel 2017, quando il consorzio formato da Allianz Capital Partners, EDF Invest e DIF, da un lato, e Silk Road Fund, dall’altro, avevano comprato l’11,94% del capitale di Autostrade per l’Italia (si veda qui il comunicato stampa di agosto 2017 e qui quello di aprile 2017). Il bilancio 2019 di ASPI si è chiuso ricavi per 4,1 miliardi, un ebitda di 710 milioni (che riflette un accantonamento a fondo oneri da 1,5 miliardi di euro, correlato all’impegno previsto nelle negoziazioni in corso con il governo e con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti volto alla chiusura delle contestazioni avanzate per la vicenda del Ponte Morandi) e un debito finanziario netto di 8,4 miliardi.
Dalla data di firma del memorandum of understanding, e per circa 10 settimane, Cdp Equity, Blackstone e Macquarie effettueranno la due diligence ad esito della quale potranno rapidamente finalizzare l’offerta finale per l’acquisto della partecipazione in ASPI. Per questo motivo Cdp chiede che il Cda di Atlantia rinvii l’assemblea per la scissione già convocata per il 30 ottobre, che sottende un’operazione diversa da quella prospettata.
Ricordiamo, infatti, che il Cda di Atlantia aveva approvato il 24 settembre scorso il processo “dual track” per arrivare alla dismissione della partecipazione dell’88,06% detenuta in ASPI, indipendentemente dalle difficoltà che la società stava incontrando allora nelle trattative dirette con Cdp (si veda altro articolo di BeBeez), Il processo, quindi, prevedeva, in alternativa all’ipotesi di vendita della partecipazione, quella della scissione parziale e proporzional della quota di ASPI posseduta da Atlantia a favore della newco Autostrade Concessioni e Costruzioni spa e la successiva quotazione.
Quanto ai potenziali coinvestitori di Cdp, Blackstone e Macquarie, nei mesi scorsi si era ipotizzato nell’operazione un coinvolgimento dei grandi fondi pensione internazionali e dei fondi sovrani esteri, specialmente quelli che hanno sottoscritto il terzo fondo di F2i e cioé GIC, il fondo sovrano di Singapore, e PSP, il fondo pensione dei dipendenti pubblici e delle forze dell’ordine canadesi (si veda altro articolo di BeBeez). Quanto agli investitori italiani, si era parlato in primo luogo delle fondazioni bancarie, visto anche che socie di Cdp sono un gruppo di fondazioni a cui fa capo il 15,93% del capitale della Cassa. Alcune delle fondazioni più grandi, tra cui tra cui Cariplo e Compagnia San Paolo e CRT, ma non Cariverona, avrebbero espresso in passato una generale disponibilità (si veda altro articolo di BeBeez). Fondazioni a parte, interessate ad affiancare Cdp nel capitale di ASPI, si diceva anche attraverso un fondo strutturato ad hoc da F2i sgr (si veda altro articolo di BeBeez), potrebbero essere anche Poste Vita e alcune casse di previdenza, come Cassa Forense (avvocati), Enpam (medici), Inarcassa (architetti) e Cassa Geometri (si veda altro articolo di BeBeez).