Xenon Private Equity Small Cap, fondo di private equity gestito da Xenon AIFM sa, ha chiuso la raccolta raggiungendo l’hard cap di circa 85 milioni di euro, superando l’obiettivo iniziale di 70 milioni, con una domanda superiore a 100 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Tra gli investitori ci sono il FOF Private Equity Italia di Fondo Italiano d’Investimento sgr (si veda altro articolo di BeBeez) e il FEI (si vedano qui le minute del Board del 12 ottobre 2020). Più in generale, hanno investito nel fondo investitori istituzionali internazionali, fondi di fondi e fondazioni. Tra gli investitori istituzionali il 59% proviene dall’Europa continentale e il 32% dagli Stati Uniti. Il rimanente 9% del fondo è stato allocato presso alcuni family office e agli stessi gestori.
Nell’operazione, Xenon Small Cap è stato seguito da Quest Fund Placement in qualità di placement agent, e da Paul Hastings per la parte legale, mentre Banca Intesa Luxembourg è la banca depositaria.
Il nuovo fondo investirà in aziende di piccole dimensioni (indicativamente sino a 3 milioni di euro di ebitda) che operano nei servizi B2B innovativi e in settori industriali caratterizzati da tecnologie proprietarie. Le quote acquisite saranno sia di maggioranza sia di minoranza. Xenon Small Cap ha già sottoscritto il primo investimento ed è in trattative esclusive per altri due.
Leonardo Bruzzichesi (precedentemente in Private Equity Partners) e Michelangelo Mantero (già in Vestar Capital Partners) sono i general partner alla testa del progetto Small Cap dall’avvio nella primavera del 2020.
Danilo Mangano, partner fondatore e co-ceo di Xenon AIFM con Franco Prestigiacomo, ha commentato: “Con Xenon Small Cap intendiamo investire in un segmento meno coperto dagli altri operatori di private equity, che tuttavia offre dei rapporti rischio-rendimento attrattivi in questa fase storica di rapida evoluzione dei modelli di business. Con questo fondo ritorniamo alle nostre origini dei primi anni ‘90 mettendo a disposizione di Leonardo e Michelangelo un deal-flow proprietario ed un network di relazioni consolidate.”
Leonardo Bruzzichesi ha affermato: “Intendiamo continuare a investire in aziende caratterizzate dalla scalabilità delle operations, ponendoci come l’operatore di riferimento in Italia grazie alla nostra predisposizione a gestire proattivamente le problematiche di riduzione del rischio key-man e di sviluppo dell’organizzazione commerciale”.
Michelangelo Mantero ha aggiunto: “Sempre di più osserviamo in Italia una nuova generazione di imprenditori che gestiscono aziende di servizi B2B tesi a recuperare il gap rispetto ad altri paesi europei dove tali attività sono maggiormente consolidate. Xenon Small Cap intende proporsi come l’investitore di riferimento per queste iniziative imprenditoriali.”
Si tratta di una nuova strategia per Xenon, attiva sul lower-mid market italiano da oltre 30 anni, che attualmente sta investendo il suo fondo Xenon Private Equity VII, chiuso nel 2019 con una dotazione di 300 milioni di euro e focalizzato su aziende che vogliano intraprendere una strategia aggressiva di build-up. Quel fondo entro fine anno dovrebbe essere impegnato per oltre il 60%.
Ricordiamo che lo scorso aprile Impresoft, polo tecnologico nato a novembre 2019 dall’unione di 4ward, Brainware, Gruppo Formula, Impresoft e Qualitas Informatica e controllato da Xenon Private Equity VII dal novembre 2019, ha acquisito le società vicentine OpenSymbol e NextCrm (si veda altro articolo di BeBeez). Il settimo fondo di Xenon detiene in portafoglio anche XPP Seven, polo di aziende specializzate in finiture e materiali per manufatti di lusso, che nel dicembre 2019 ha acquisito la maggioranza di Koverlux, azienda bergamasca attiva nei servizi di laseratura e verniciatura per i settori moda e lusso (si veda altro articolo di BeBeez) e le concerie toscane A&A, Casadacqua e Zuma (si veda altro articolo di BeBeez).