DeA Capital Alternative Funds sgr ha ceduto a Deal Source la proprietà di Stalam, leader mondiale nello sviluppo, progettazione e produzione di macchinari in radio frequenza per l’essicazione e il trattamento termico di materie prime, semilavorati e prodotti finiti industriali (si veda qui il comunicato stampa), dopo averla acquisita tramite un’operazione di management buyout a gennaio 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). Deal Source Italia è una società di advisory creata da Sergio Buonanno e Daniela Ingrosso, focalizzata su operazioni di buy-out di pmi industriali in forma di club deal e sostenuta da un gruppo stabile di investitori tra cui Banca Ifis.
Deal Source Italia ha acquistato il 90% di Stalam, mentre il restante 10% è in mano ad alcuni manager che hanno preso parte all’operazione in partnership con la società di advisory, fra cui l’ad Enrico Zanetti, che continuerà a guidarla, mentre Buonanno ne diventa presidente, dice il Giornale di Vicenza.
DeA Capital e gli altri azionisti di Stalam hanno ricevuto l’assistenza di Fineurop Soditic in qualità di advisor finanziario esclusivo, dello studio legale Ashurst e di PwC per la parte contabile. Deal Source Italia, invece, è stata assistita da DWF (legal due diligence), da Pavia & Ansaldo (assistenza legale e tax due diligence), da Spada Partners (financial due diligence) e da ERM (ESG due diligence).
Nel dettaglio, un club deal di investitori privati organizzato da Deal Source Italia ha perfezionato, in partnership con il management della società, l’acquisizione del 100% del capitale dell’azienda vicentina, che è stata ceduta dal fondo Idea Efficienza Energetica e Sviluppo Sostenibile, gestito appunto da Dea Capital Alternative Funds. Ricordiamo che quella in Stalam era stata la sua ultima partecipazione e che, all’epoca, ne aveva acquisito il 90% del capitale, affiancato dal management, guidato da Enrico Zanetti, che ne aveva acquisito il 10%. Zanetti aveva così assunto la carica di amministratore delegato, mentre alla squadra si era aggiunto Massimo Bianchi, già direttore generale in Gaggia e successivamente amministratore delegato in diverse realtà industriali, in qualità di nuovo presidente. All’epoca Banco Popolare aveva supportato l’acquisizione in qualità di banca finanziatrice. Zanetti negli anni si era diluito fino ad arrivare a detenere il 2,93%.
L’operazione è stata supportata da UniCredit, intervenuta con una linea di finanziamento di 11 milioni. Tra debito e equity sono stati raccolti oltre 25 milioni, più del capitale necessario all’operazione, una parte dei quali servirà allo sviluppo della società. Il nuovo piano prevede crescita organica e per linee esterne, oltre che nuovi sviluppi anche con la realizzazione di macchinari più piccoli.
Fondata a Vicenza nel 1978, Stalam si occupa di macchinari a radiofrequenza per diversi settori industriali e nel corso degli anni, soprattutto sotto la guida di Dea Capital, ha diversificato i settori di applicazione dei propri macchinari ampliando la gamma al comparto tessile (essiccatoi per fibre, filati, tessuti) e tessile-tecnico (essiccatoi per fibre di vetro, schiume di lattice, feltri) sviluppando poi soluzioni specifiche per il settore alimentare e delle materie prime. Opera attraverso 4 stabilimenti tra l’Italia e la Cina, impiega 120 persone e dispone di una rete di oltre 70 agenti e distributori e 19 centri di assistenza nel mondo. Nel 2022 il gruppo Stalam ha raggiunto a livello consolidato un fatturato di circa 23 milioni di euro. Aveva chiuso il 2021 con quasi 15 mln di ricavi, 3 mln di ebitda e debito netto per 2,1 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Ricordiamo che nel dicembre 2015 il fondo Idea Efficienza Energetica aveva quotato all’Aim Zephyro, società specializzata in efficienza energetica e fornitura di soluzioni integrate di energy management, a seguito della business combination tra Prima Vera e la Spac GreenItaly1 (si veda altro articolo di BeBeez), mentre ad aprile 2016 aveva quotato SMRE, specializzata nello sviluppo di soluzioni altamente tecnologiche nei settori automation e green mobility, con un’operazione tutta in aumento di capitale, che aveva diluito la partecipazione del fondo al 26,59% al fianco della famiglia Mazzini (si veda altro articolo di BeBeez).
Il Fondo Idea Efficienza Energetica e Sviluppo Sostenibile nel 2011 aveva raccolto 100 milioni di euro per investimenti in pmi manifatturiere e di servizi, attive nel campo del risparmio energetico e dell’uso efficiente delle risorse naturali. Il fondo è ora nella fase finale di disinvestimento.