![Schermata 2017-06-15 alle 06.45.09](https://bebeez.it/files/2017/06/Schermata-2017-06-15-alle-06.45.09.png)
E’ atteso in borsa entro fine luglio DoBank, il gruppo bancario specializzato nella gestione di Npl nato dall’ex-Uccmb e controllato da Fortress che ha presentato martedì 13 giugno a Borsa Italiana la domanda di ammissione a quotazione sull’Mta nell’ambito di un’ipo destinata ai soli investitori istituzionali e ha depositato presso Consob il documento di registrazione, la nota Informativa e la nota di sintesi (scarica qui il comunicato stampa).
C’è stata quindi una nuova accelerazione nel processo di ipo, visto che lo scorso marzo pareva che lo sbarco a Piazza Affari sarebbe potuto avvenire dopo l’estate (si veda altro articolo di BeBeez). I dettagli dell’operazione non sono stati ancora resti noti, ma l’ipo prevederà molto probabilmente un’offerta pubblica di vendita (opv, dunque senza aumento di capitale) con un flottante attorno al 40 % e un equity value superiore ai 700 milioni.
Almeno questo era quanto aveva era emerso lo scorso marzo in un incontro tra il management di Fortress e gli analisti, quando era stato indicato che i concorrenti quotati trattano a 10-12 volte il multiplo enterprise value/ebitda e che nella parte centrale-alta della forchetta teorica di valorizzazione doBank tratterebbe a un multiplo implicito ev/ebitda 2017-2018 di 13,8-16,2 volte (si veda MF Milano Finanza), per una valorizzazione complessiva quindi compresa tra gli 850 milioni e un miliardo di euro.
Nella trimestrale di doBank si legge che la banca a fine marzo ha registrato 45,17 milioni di euro di ricavi e un ebitda di 9,9 milioni, da 8,3 milioni del primo trimestre 2016 (ma +44,1% a parità di perimetro). Il 2016 per doBank si era invece chiuso con un ebitda consolidato di 58 milioni (pro-forma di 61,6 milioni).
Le azioni oggetto del collocamento saranno poste in vendita da Avio sarl, società di diritto lussemburghese, che attualmente detiene il 97,81% del capitale sociale della società (il restante 2,19% è costituito da azioni proprie). Il capitale sociale di Avio è detenuto a sua volta per il 50% da Siena Holdco sarl, società controllata da fondi gestiti da Fortress Investment Group, e per il 50% da Verona Holdco Sarl, controllata da Eurocastle Investment Limited, controllata da Fortress e quotata su Euronext Amsterdam.
DoBank e Avio assumeranno impegni di lock-up, in linea con la prassi di mercato per questo tipo di operazioni, per un periodo di 180 giorni decorrenti dalla data di avvio delle negoziazioni.
Nell’ambito della quotazione, Citigroup, JP Morgan e UniCredit agiscono in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner. UniCredit agisce anche in qualità di sponsor e Citigroup anche in qualità di stabilizzatore. Rothschild agisce in qualità di advisor finanziario di Avio e di doBank.
La società presieduta da Giovanni Castellaneta e guidata dall’amministratore delegato Andrea Mangoni, nel luglio 2016 ha acquisito Italfondiario, il secondo servicer indipendente in Italia. A vendere sono stati gli stessi fondi di Fortress (che controllavano Italfondiario all’88,75% e vi avevano investito inizialmente nell’agosto 2000) e Intesa Sanpaolo, che aveva in portafoglio una quota dell’11,25% del capitale.Il valore della transazione non è stato reso noto, ma secondo quanto riferito da PwC nel suo penultimo report sul settore, doBank ha fatturato 90 milioni di euro nel 2015, mentre Italfondiario ne ha fatturati 56,4.
L’operazione ha dato vita al più grande gruppo indipendente nazionale dedicato alla gestione e al recupero di non performing loan, dato che doBank e Italfondiario erano, rispettivamente, i numeri uno e due nella classifica per asset in gestione stilata da PwC sui dati a fine giugno 2016. Entrambi hanno il rating massimo previsto da Fitch (RSS1 e CSS1) e da S&P’s (strong). Le due società sono rimaste due entità separate, ma si avvantaggiano di sinergie ed economie di scala.
Il gruppo doBank ha chiuso il 2016 con 206,2 milioni di euro di ricavi, costituiti per il 93% (92% al 31 marzo 2017) da ricavi derivanti dall’attività di servicing, per il 4% (3% al 31 marzo 2017) dai ricavi derivanti dall’offerta dei prodotti ancillari e per il restante 3% (5% al 31 marzo 2017) dai ricavi derivanti dalle attività minori di natura bancaria. Al 31 marzo 2017, il gruppo conta 1.230 dipendenti, di cui 800 asset manager, presenti nelle 21 filiali collocate in tutta Italia e si avvale di una rete di 1.800 professionisti ed avvocati con elevata esperienza.
Il gruppo doBank è diventato così il più grande servicer indipendente specializzato nella gestione di crediti non performing, con un portafoglio di crediti affidati in gestione pari a 81 miliardi di euro (in termini di valore lordo) al 31 dicembre 2016, oltre la metà del volume dei crediti non performing affidati in gestione esterna nel mercato italiano del servicing indipendente e circa un terzo del volume totale dei crediti non performing del medesimo mercato.