E’ ufficiale. Sixth Street Partners ha vinto l’asta per il 49% di Enipower spa, la controllata di Eni attiva nella generazione di energia elettrica. Lo ha comunicato ieri il gruppo del cane a sei zampe, dopo che i rumor che davano Sixth Street per favorito circolavano dallo scorso gennaio (si veda altro articolo di BeBeez). Enipower era sul mercato dallo scorso settembre, con un processo gestito da JPMorgan (si veda altro articolo di BeBeez). Sixth Street Partners è stata invece affiancata da Rothschild & Co, dai legali di Gianni Origoni e dall’ex ceo di Iren, Massimiliano Bianco in qualità di senior advisor. Eni manterrà il controllo di Enipower in termini operativi nonché il consolidamento di bilancio della società.
Dettagli sulla valutazione non sono stati diffusi, ma si parla di 550-600 milioni di euro per il 49%, in linea con quanto circolato nei mesi scorsi, sulla base quindi di una valutazione dell’intera società di circa 1,2 miliardi. Tra gli altri fondi private equity internazionali interessati al deal si dice ci fossero BlackRock ed EIG Global Energy.
Enipower gestisce cinque impianti a gas Brindisi, Ferrara, Mantua, Ravenna e Ferrera Erbognone (Pavia) e un impianto di cogenerazione a Bolgiano (San Donato Milanese), con una capacità complessiva di 5,1 GW. Equita sim da parte sua lo scorso gennaio aveva diffuso un’analisi in cui valutava conservativamente l’intero del segmento Power a 700 milioni di euro, pari a circa 6 volte l’ebit 2021. Equita ricordava che nei primi nove mesi del 2021 il segmento power ha generato 97 milioni di ebit rettificato. Enipower ha chiuso il bilancio 2020 con 453 milioni di euro di ricavi, un utile operativo di 126 milioni, un utile netto di 106 milioni e un debito finanziario netto di 350 milioni.
“L’operazione rientra nell’ambito della strategia di Eni volta a valorizzare i nostri asset e liberare nuove risorse per la transizione energetica”, ha commentato Francesco Gattei, Chief Financial Officer di Eni, che ha aggiunto: “Siamo, inoltre, soddisfatti di aver stretto una partnership di lungo termine con un investitore istituzionale di rilevanza internazionale specializzato in investimenti infrastrutturali”.
Richard Sberlati, partner di Sixth Street, ha aggiunto: “La transizione energetica globale richiede soluzioni creative e a lungo termine, e siamo lieti di collaborare con Eni nell’applicazione efficiente della sua strategia di transizione energetica. Questa operazione è un esempio dell’approccio di partnership che adottiamo per creare soluzioni istituzionali per società multinazionali in Europa e Nord America, facendo leva sulle solide capacità della nostra piattaforma di investire nella produzione di energia, nella trasmissione e nelle
transizioni rinnovabili”.
Sixth Street Partners, è l’ex divisione credito del colosso dell’asset management alternativo TPG, diventata indipendente nel maggio 2020 dopo aver via via ampliato il suo raggio d’azione anche a private equity e real estate (si veda qui il comunicato stampa). Sixth Street tra aprile e agosto 2020 aveva poi raccolto altri 10 miliardi di dollari per il fondo TSSP Adjacent Opportunities Contingent Fund (fondo TAO), che 9 anni prima aveva chiuso la raccolta a quota 12,5 miliardi di dollari, raggiungendo così quota 22,5 miliardi rispetto a un target che era stato alzato a 24 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez). Sixth Street ha oggi oltre 60 miliardi di dollari di asset in gestione.
Ricordiamo che lo scorso gennaio Sixth Street, in partnership con Eidos Partners, società di consulenza finanziaria indipendente italiana, ha completato l’acquisizione di Le Palme Hotel & Resort a Porto Cervo, in Costa Smeralda (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione di Le Palme ha rappresentato la prima acquisizione di Sixth Street nel settore hotellerie e resort in Italia e si è aggiunta al portafoglio italiano di Sixth Street, composto di asset nella logistica, uffici, residenziale, alloggi per studenti, infrastrutture di telecomunicazione.