Eos Investment Management, la società di gestione di fondi di alternativi inglese fondata da Ciro Mongillo, con già ben 100 MW di progetti cantierabili è pronta a partire con l’operatività del suo secondo fondo dedicato al settore delle energie rinnovabili. Lo ha detto a BeBeez lo stesso Mongillo, precisando che il fondo, lanciato a fine dicembre 2018 con un target di raccolta di 250 milioni di euro e un hard cap di 350 milioni, annuncerà a breve il suo primo closing attorno ai 100 milioni. Tra gli investitori c’è per esempio Cassa Forense, che, come risulta dal bilancio 2019, si è impegnata per 20 milioni. Il fondo investirà in Europa, con particolare posizionamento in Italia, nello sviluppo di impianti nuovi in grid parity, senza sussidi e in grado di competere con le fonti tradizionali.
Il fondo, lanciato inizialmente con il nome EOS Energy Fund II Sicaf RAIF, è stato per l’occasione ribattezzato EOS ReNewable Infrastructure, a indicare la svolta di approccio all’investimento che lo caratterizzerà rispetto al precedente fondo Efesto, dedicato all’acquisto di impianti già in attività e distribuiti solo sul territorio italiano. Un fondo che era stato lanciato per cogliere l’opportunità degli incentivi pubblici e che a oggi vanta un portafoglio di 57 impianti (fotovoltaico ed eolico) per un totale di 65 MW di potenza. Il portafoglio del fondo, valutato circa 250 milioni di euro, è sul mercato da inizio 2019 e nel frattempo continua a produrre reddito (si veda altro articolo di BeBeez).
Proprio per preparasi al cambio di strategia di investimento, nel dicembre 2018 EOS Investment Management aveva chiamato alla guida del fondo Giuseppe La Loggia (si veda altro articolo di BeBeez). Il manager, basato a Londra, è stato l’artefice del primo progetto di fotovoltaico in grid parity sviluppato in Italia e in Europa, quello di Montaldo di Castro (Viterbo), realizzato da La Loggia per Octopus Energy Investments (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’aprile 2017 erano stati infatti connessi alla rete Terna 5 impianti di proprietà di Octopus per una potenza complessiva di oltre 63MW. A La Loggia EOS ha ora assegnato il compito di passare dal mercato incentivato (quello in cui ha operato appunto il fondo Efesto), a un mercato in grid parity su scala internazionale, privo di incentivi statali. Nel frattempo a La Loggia si è affiancato un team di professionisti dedicato.
Mongillo ha spiegato: “Si tratta di una doppia transizione per EOS. Da un lato c’è l’idea di costruire da zero dei veri e propri opifici, con progetti di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile che si reggono sui rispettivi piani industriali e che a tendere prevederanno anche progetti di storage di energia e addirittura di produzione di idrogeno, sempre da fonti rinnovabili. Dall’altro lato la creazione del valore del portafoglio verrà non più dall’aggregazione di impianti già esistenti, ma come conseguenza del fatto che si lavora sul fronte industriale. Il tutto in un’ottica europea, perché non essendoci il vincolo degli incentivi da sfruttare, andremo a investire dove ci saranno le migliori opportunità. A oggi comunque i progetti cantierabili che abbiamo pronti sono tutti in Italia”. Quanto ai costi di sviluppo, ha aggiunto Mongillo, “la tecnologia si rinnova a velocità esponenziale. Se dieci anni fa per sviluppare un impianto da un MW ci volevano in media 6 milioni di euro, oggi bastano 600-700 mila euro. E non è ovviamente solo una questione di prezzo, ma anche di efficienza”.