Il fondo F2i ha vinto la gara per RTR Rete Rinnovabile, il leader europeo nella produzione di energia rinnovabile da impianti fotovoltaici per potenza installata e secondo operatore italiano, con circa 334 MWp complessivi, distribuiti in 134 impianti in tutta Italia. Lo ha scritto ieri Il Messaggero, precisando che l’operazione è stata chiusa lo scorso weekend per un equity value di circa 400 milioni e un enterprise value di ben oltre un miliardo, ma comunque più basso di quanto inizialmente auspicato dal venditore, il fondo Terra Firma.
RTR, che ha chiuso il 2017 con 158 milioni di euro di ricavi e un ebitda di 134 milioni, a fronte di un debito finanziario netto di circa 900 milioni, a inizio asta veniva infatti valutata attorno a 1,2-1,3 miliardi di euro. Tuttavia, si dice che il fondo puntasse a un enterprise value di 1,5-1,6 miliardi.
Terra Firma aveva investito in RTR nel 2011, comprandola da Terna, quando la società aveva una capacità installata di 144MWp, per 755 milioni di euro, di cui equity value 641 milioni (scarica qui il comunicato stampa).
F2i era dato per favorito da qualche giorno rispetto all’altro pretendente rimasto in gara, cioé Sonnedix Power Holdings, operatore internazionale da oltre 700 megawatt installati e attivo in Francia, Spagna, Usa, Porto Rico, Cile, Sudafrica, Giappone e Italia e controllato da JP Morgan asset management – Global real assets (si veda altro articolo di BeBeez).
L’operazione è stata condotta da F2i da solo, sebbene nelle prime fasi della selezione il fondo avesse lavorato in tandem con Enel, tramite la joint venture EF Solare Italia. Quest’ultima è controllata al 50% ciascuno da Enel Green Power e F2i, con 120 impianti e 393 Mw di potenza installata. La decisione di condurre questa operazione in autonomia apre quindi una serie di interrogativi circa il senso e il futuro della joint venture.