A un multiplo di 14 volte l’ebitda 2018, Ferretti Group varrebbe 750 milioni di euro. Il multiplo è quello del settore fashion & luxury, poi si può discutere se possa essere più opportuno scendere o salire di un giro di ebitda, per un range che va da 690 a 795 milioni. Ma è questo l’ordine di grandezza sul quale può contare l’azionista cinese Weichai (Shandong Heavy Industry), che sta studiando il ritorno in Borsa del gruppo italiano produttore di yacht (si veda altro articolo di BeBeez).
I dati di bilancio sono stati pubblicati lo scorso martedì 16 aprile e indicano un importante aumento dell’utile netto a 31 milioni, che ha fatto un balzo del 29% rispetto ai 24 milioni del 2017. In aumento anche i ricavi netti, arrivati a 669 milioni (dai 623 milioni del 2017), mentre è in leggera contrazione l’ebitda, sceso a 53 milioni dai 59 milioni dell’anno prima (si veda qui il comunicato stampa).
Il portafoglio ordini al 31 dicembre 2018 è di ben 708 milioni di euro. Inoltre, gli asset totali del gruppo raggiungono quota 1,14 miliardi di euro, di cui 38,5 milioni di disponibilità liquida. Il tutto mentre è stata conclusione l’acquisizione di Wally, il che porta a 8 i brand nel portafoglio del gruppo Ferretti, e alla fine di un quadriennio 2015-2018 in ci Ferretti ha investito in totale oltre 154 milioni in ricerca e sviluppo, reinvestendo in azienda tutti gli utili maturati dal 2016, primo anno di bilanci in utile dal 2008.
L’amministratore delegato Alberto Galassi ha commentato: “In questi ultimi anni abbiamo realizzato e presentato in tutto il mondo 29 nuovi modelli e puntiamo, dal 2019 al 2021, a lanciare altri 27 nuovi modelli seriali con una lunghezza media di 97,3 piedi, spingendoci sempre oltre nella costruzione di imbarcazioni di grandi dimensioni. Questo grazie anche a un 2018 che consolida la posizione del gruppo dal punto di vista di un completo consolidamento finanziario che ne attesta la indiscutibile capacità e potenzialità commerciale”. Galassi ha aggiunto che “grazie ai 64 milioni di euro investiti dal 2015 al 2018 in capacità produttiva, sono stati realizzati importanti lavori di potenziamento produttivo e rinnovamento dei cantieri, in particolare nella Super Yacht Yard di Ancona al centro di un ambizioso progetto ristrutturazione volto alla creazione di un hub industriale ad altissimo livello d’innovazione, tecnologia ed eccellenza che ne ha esteso la superficie su oltre 80.000 mq e che entro il 2020 doterà lo stabilimento di 10 capannoni produttivi, un travel lift da 670 tonnellate e una marina privata con 14 ormeggi disponibili”.
Weichai, che oggi possiede l’86,2% del capitale di Ferretti, ha investito nel gruppo di yacht a inizio 2012, nell’ambito di un complesso processo di ristrutturazione del debito. Weichai aveva investito allora 178 milioni di euro di equity e aveva contestualmente acquistato debito di Ferretti dal fondo Oaktree, da Rbs e da Strategic Value Partners, che aveva convertito in equity, arrivando al 75%. Contestualmente allora Rbs e SVP avevano convertito in equity il resto del debito, arrivando al 25%. Successivamente Weichai ha arrotondato al rialzo la sua quota e nel 2016 Pietro Ferrari, figlio di Enzo, ha comprato il 13,6%.
Ai tempi d’oro, nel 2006, Permira aveva ceduto il 52% di Ferretti a Candover (mantenendo una partecipazione dell’8%, mentre il fondaotre Norberto Ferretti e i manager erano saliti al 40%), sulla base di una valorizzazione di ben 1,7 miliardi di euro, a fronte di ricavi per 770,4 milioni a fine dell’anno fiscale 2006 (agosto) e un ebitda di 118,4 milioni.
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