Massimo Candela, principale azionista e amministratore delegato di Fila – Fabbrica Italiana Lapis ed Affini, storica azienda lombarda produttrice di matite colorate e altri prodotti per colorare, quotata a Piazza Affari dal 2015, a seguito della business combination con la Spac Space (si veda altro articolo di BeBeez), si ricompra la quota dell’azienda che sino al 2018 era della sorella Simona Candela (attraverso Gargano srl) e che era stata poi acquistata dal fondo Blue Skye (si veda altro articolo di BeBeez). Un’operazione, quella appena annunciata, che ha anche visto mettere la parola fine a tutta le serie di controversie che avevano opposto per anni i due membri della famiglia Candela.
Nel dettaglio, in una nota congiunta diffusa ieri mattina, Wood I srl e Wood II srl, società entrambe controllate da Massimo Candela, e il fondo Blue Skye, hanno annunciato la sigla di un accordo per l’acquisto da parte di Wood II, con il supporto finanziario di Amber Capital sgr, del 31,08% di Pencil spa, la società che detiene il 66% del capitale di Fila (e il 56% dei diritti di voto), quota che è oggi in portafoglio a Blue Skye per il tramite della società Project Pencil sarl. In sostanza si tratta di una quota del 20,5% di Fila, che ai prezzi di ieri vale poco più di 87 milioni di euro. Il titolo ieri a Euronext Milan ha chiuso infatti in leggero calo (-0,51%) a 9,82 euro, pari a una capitalizzazione di circa 425 milioni. Ricordiamo che al momento dell’ingresso in Pencil, Blue Skye aveva pagato la sua quota 50 milioni di euro.
Nell’ambito dell’operazione Simona Candela ha inoltre trasferito 2.400 azioni privilegiate di Pencil, ancora di sua proprietà, a Wood II. Sempre nel contesto di tale operazione le parti hanno anche definito in via amichevole tutte le controversie tra di loro pendenti relative a Pencil e alle rispettive partecipazioni in Pencil, consentendo a Massimo Candela di consolidare la propria partecipazione all’interno della holding di controllo della Fila e quindi di raggiungere il 100% del capitale. Ricordiamo che nel marzo 2018 Massimo Candela aveva fatto ricorso presso il Tribunale di Milano contro l’accordo di vendita tra la sorella e Blue Skye (si veda altro articolo di BeBeez) cercando di far valere un diritto di prelazione che lo stesso Tribunale non gli ha poi però riconosciuto, rigettando il ricorso nel novembre dello stesso anno.
Fila è nata a Firenze nel 1920 ed è gestita e controllata dal 1956 dalla famiglia Candela. A Fila fanno capo i marchi Giotto, Tratto, Das, Didò, Pongo, Lyra, Doms, Maimeri, Daler- Rowney, Canson, Princeton e Strathmore. Negli ultimi vent’anni ha registrato una crescita significativa e ha perseguito una serie di acquisizioni strategiche, fra cui l’italiana Adica Pongo, le statunitensi Dixon Ticonderoga Company ed il Gruppo Pacon, la tedesca LYRA, la messicana Lapiceria Mexicana, l’inglese Daler-Rowney Lukas, la francese Canson, il ramo d’azienda Arches, rilevato nel marzo 2020 dalla finlandese Ahlstrom-Munksjö Oyj (si veda altro articolo di BeBeez).
Fila, con sede a Pero (Milano), ha chiuso il 2020 con ricavi per 608 milioni di euro, contro 687 milioni nel 2019, generando un ebitda di 95 milioni (contro i 111 dell’anno precedente) e un debito finanziario netto di 493,5 milioni, incluso l’impatto dello standard IFRS16 (si veda qui il bilancio 2020). I primi 9 mesi del 2021 si sono invece chiusi con 496,5 milioni di euro di ricavi (+5,3% dai 9 mesi 2020), un ebtida rettificato di 91 milioni (+16,6%) e un indebitamento finanziario netto di 485,8 milioni (si veda qui la presentazione agli analisti sui risultati dei 9 mesi).
L’ultima precedente operazione importante sul capitale di Fila risale allo scorso settembre 2021, con la exit di Venice European Investment Capital (Vei Capital), società che fa parte del Gruppo Palladio Finanziaria (si veda altro articolo di BeBeez). Vei Capital ha infatti venduto per 25,6 milioni di euro la sua partecipazione in Fila, pari al 5,9% del capitale, a investitori istituzionali, tramite una procedura di accelerated bookbuilding (abb) sotto la regia di Mediobanca che ha agito in qualità di sole bookrunner. Le azioni della società sono passate di mano al prezzo di 10,1 euro ciascuna. Nell’operazione al produttore di lapis era stato riconosciuto un equity value di circa 434 milioni. La cifra si confronta con i 160 milioni a cui era stata valutata l’equity di Fila nell’ottobre 2013, quando Vei Capital era entrata nel capitale con una partecipazione iniziale del 17%, rilevando la quota da Winch Italy Holdings 1, il veicolo di investimento gestito da Edmond de Rothschild Investment Partners e in seguito sottoscrivendo un aumento di capitale da 6 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).