Ultimi preparativi per l’invio dell’info memo con gli ultimi numeri di Grandi Stazioni da parte dell’advisor Rotschild. L’asta per Il ramo retail del gruppo, controllato al 60% da Ferrovie dello Stato (affiancate nell’operazione dai legali di Gianni Origoni Grippo) e per il 40% dai privati di Eurostazioni (Edizione srl , Vianini lavori, Pirelli e Sncf, con advisor Legance) ha già attratto l’interesse di parecchi fondi di private equity e di gruppi industriali del settore, che stanno lavorando al dossier già da mesi (si veda altro articolo di BeBeez).
A inizio giugno l’assemblea di Grandi Stazioni ha dato il via libera al bilancio 2014, chiuso con un utile netto di 20 milioni contro i 10 milioni del 2013, con la società che pagherà un dividendo da 14 milioni ai suoi soci. I numeri del 2014 sono stati molto buoni. I ricavi operativi consolidati si sono attestati a 210 milioni, con un incremento del 2% dal 2013, il margine operativo lordo è salito dei ben il 29% a 58 milioni e il risultato operativo è balzato a quota 35 milioni (+52%). Il debito finanziario netto a fine 2014 è sceso inoltre a 154 milioni, in calo del 7,8% rispetto a un anno prima.
A fine maggio il Consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato aveva approvato come previsto la scissione scissione parziale non proporzionale dei diversi business di Grandi Stazioni, che saranno poi fatti confluire ognuno in una newco: GS Rail (attività ingegneristiche), GS Retail ( gestione degli spazi commerciali negli scali) e GS Real Estate (proprietà degli immobili, ossia una quarantina di edifici vicini agli scali ferroviari il cui valore sarebbe inferiore a 50 milioni).
Il valore del deal dovrebbe aggirarsi sui 700-800 milioni di euro. Nei giorni scorsi il Daily Mail ha dato una cifra molto precisa (434 milioni di sterline), parlando dell’interesse dei fondi Cinven e Blackstone, di cui peraltro circolava il nome già a marzo (si veda altro articolo di BeBeez).
Ma appunto questi fondi sono soltanto due di una lunga lista di operatori che hanno messo gli occhi sul dossier. Si va dai fondi sovrani di Abu Dhabi (Adia), del Qatar (Qia) , di SIngapore (Gic) e il nostro Fondo Strategico ad operatori di real estate focalizzati sul retail come la francese Klepierre e la franco-olandese Unibal Rodamco; da fondi di private equity tradizionali come appunto Cinven e Blackstone, ma anche Cvc, BC Partners, Bain Capital, Permira, Carlyle e Clessidra a fondi infrastrutturali come quelli di Antin, Ardian, Deutsche Bank o F2i.