
Scade oggi l’esclusiva definitiva al terzetto Advent International-Bain Capital e Clessidra per il controllo dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (Icbpi). Lo scrive MF-Milano Finanza, che precisa che la prima fase dell’esclusiva è scaduta lo scorso 12 giugno e che da allora i tre fondi di private equity e le banche azioniste dell’istituto, supportate dagli advisor Mediobanca ed Equita sim, hanno messo a punto un contratto di un centinaio di pagine che, a meno di eventi eccezionali dell’ultim’ora, verrà firmato oggi (si veda altro articolo di BeBeez).
«Tutto procede senza intoppi e domani (oggi per chi legge, ndr) verrà firmato un contratto», ha confermato infatti a MF-Milano Finanza Miro Fiordi, l’amministratore delegato di Creval, azionista di maggioranza di Icbpi,
La struttura esatta dell’operazione, però, non verrà definita oggi.Successivamente alla firma del contratto, infatti, partirà l’iter autorizzativo da parte di Banca d’Italia, che probabilmente non mancherà di indirizzare la scelta verso l’una o l’altra soluzione prospettate dai tre fondi (si veda altro articolo di BeBeez).
Advent, Bain e Clessidra hanno infatti presentato due proposte per il gruppo specializzato in servizi e sistemi di pagamento e di clearing, al quale fa capo CartaSi. Una che valuta Icbpi 2,15 miliardi di euro e che prevede una leva del 50%, pari a 5,62 volte l’ebitda del 2014. L’altra che valuta il gruppo 150 milioni di meno, cioè solo 2 miliardi, ma che prevede una leva più bassa e pari a 425 milioni.
In entrambi i casi viene previsto anche l’acquisto delle minorities (di Cartasi per 71 milioni e di Helpline per 4 milioni). Inoltre, è stabilito che gli accordi commerciali con le banche azioniste-clienti andranno rivisti a termini di mercato entro 6 mesi dal closing dell’operazione e successivamente dopo 3 anni.
E’ ragionevole immaginare che le banche venditrici puntino a monetizzare al meglio le proprie partecipazioni, e che quindi propendano per l’offerta a leva, mentre l’autorità di vigilanza probabilmente vedrà più di buon occhio una soluzione full equity o quasi, che appesantisca meno la struttura finanziaria del gruppo bancario.
Sullo sfondo restano le proposte avanzate dall’accoppiata concorrente CVC Capital Partners-Permira, estromessa a fine maggio dalla gara e che sino all’ultimo ha provato a rientrare, aggiustando ulteriormente le proprie offerte in occasione della scadenza della prima fase dell’esclusiva.
L’ultima versione delle proposte di CVC-Permira era, da un lato, un’offerta a leva che valutava Icbpi 2,05 miliardi (quindi 1000 milioni in meno dell’offerta equivalente di Advent, Bain e Clessidra), con debito del 50%, cioè pari a 5,56 volte l’ebitda del 2014; e dall’altro un’offerta full equity che valutava il gruppo sempre 2,05 miliardi (quindi 50 milioni in più dell’offerta equivalente di Advent, Bain e Clessidra), ma con una leva di soli 300 milioni. In entrambi i casi veniva previsto l’acquisto delle minorities per un totale di 50 milioni (47 milioni Carta Sì e 3 milioni Helpline).