Confermato il passaggio della maggioranza di Terminale GNL Adriatico srl, nota anche come Adriatic LNG, da ExxonMobil a VTTI, controllata dalla multinazionale olandese Vitol (con il 45% tramite Vitol Investment Partnership II), dal fondo australiano IFM Investors (con il 45% attraverso IFM Global Infrastructure Fund) e dalla emiratina ADNOC-Abu Dhabi National Oil Company (con il 10%), così come si vociferava sul mercato a inizio marzo (si veda altro articolo di BeBeez).
Il gruppo internazionale, specializzato nello stoccaggio di idrocarburi e nello sviluppo di infrastrutture energetiche, ha infatti rilevato nei giorni scorsi il 70,68% del capitale di Adriatic LNG assieme all’asset manager tedesco IKAV tramite una newco costituita proprio per acquisire il controllo della società che gestisce il rigassificatore di Porto Viro (Rovigo), il più grande terminale italiano di importazione di GNL (gas naturale liquefatto), con una capacità di 9 miliardi di metri cubi l’anno a circa quindici chilometri dalla costa veneta (si veda qui il comunicato stampa).
VTTI e IKAV non hanno rivelato i dettagli finanziari dell’accordo vincolante, il cui closing è previsto nella seconda metà dell’anno, ma secondo Reuters la transazione potrebbe valutare Adriatic LNG oltre 800 milioni di euro, compreso il debito. L’operazione è finanziata da un prestito erogato da Intesa Sanpaolo e Natixis.
Rothschild ha assistito ExxonMobil in veste di advisor finanziario. In qualità di consulente finanziario, Mizuho Securities ha supportato IKAV e Natixis Partners Iberia il consorzio, il cui advisor legale è Herbert Smith Freehills.
Nel frattempo Snam, che possiede il 7,3% di Adriatic LNG, ha esercitato il suo diritto di prelazione a incrementare la propria partecipazione, rilevando il 22,02% sinora in portafoglio a Qatar Terminal Limited, che fa capo a QatarEnergy (si veda qui il comunicato stampa). “Quest’operazione rafforza la presenza di Snam in un settore, quello delle infrastrutture del GNL, sempre più strategico per la sicurezza e la diversificazione degli approvvigionamenti energetici del Paese – Stefano Venier. Siamo lieti di collaborare con VTTI per garantire in continuità la gestione ottimale di Adriatic LNG, un asset fondamentale per il sistema energetico italiano, e per supportarne i progetti di espansione”, ha commentato l’amministratore delegato ddi Snam, Stefano Venier.
Adriatic LNG ha una capacità tecnica di rigassificazione di 9,6 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, pari alla metà dell’attuale capacità di importazione di GNL in Italia, fornendo circa il 14% del consumo nazionale di gas naturale del Belpaese. Sia VTTI che IKAV hanno una visione strategica a lungo termine sul terminal e mirano a esplorare ulteriormente le opportunità di crescita in Italia, si legge nella nota. Ricordiamo a tal fine che Vitol ha stipulato meno di un mese fa un accordo con la famiglia Moratti per l’acquisto del 35% di Saras (si veda altro articolo di BeBeez), che prevede il successivo lancio di un’opa totalitaria a 1,75 euro per azione.
VTTI, che ha sede a Rotterdam, apporta la conoscenza operativa dei terminali e delle infrastrutture energetiche, si legge ancora nella nota, mentre IKAV apporta l’esperienza esistente nel mercato energetico italiano, nonché un track record a lungo termine nella gestione e nel funzionamento di asset sia rinnovabili che convenzionali. Il consorzio garantirà operazioni senza interruzioni e supporto continuo ad Adriatic LNG per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Italia, il secondo Paese consumatore di gas nell’Unione europea.
La transazione è soggetta al via libera del Governo italiano, che esaminerà l’operazione secondo le regole del “golden power” per i settori ritenuti di importanza strategica, come quello energetico.
Ricordiamo che VTTI si è fatta avanti per Adriatic LNG dopo che a fine 2023 il fondo statunitense BlackRock ha abbandonato la trattativa in esclusiva con ExxonMobil (si veda altro articolo di BeBeez). La vendita della società italiana rientra nella strategia del gruppo petrolifero statunitense di dismissione di asset non strategici e di concentrazione dei propri sforzi sul raddoppio della produzione di GNL entro il 2030.
Adriatic GNL, presieduta da Mohammed Ibrahim A. Al Sada e guidata da Timothy J. Kelly, ha registrato nel 2022 un fatturato di oltre 352 milioni di euro, in crescita del 108,5% rispetto all’esercizio precedente, un ebitda di 166,7 milioni (più 47,3% rispetto al 2021) e una liquidità netta di 24,3 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Nel 2022 ha pagato dividendi per 61,3 milioni. Il balzo della marginalità è dovuto a ricavi commerciali superiori alla media per via del contesto caratterizzato da prezzi e domanda di gas elevati. Nel 2021 l’ebitda era infatti di quasi 76,7 milioni di euro a fronte di ricavi per 169 milioni, mentre nel 2020 era di 79,9 milioni rispetto a un fatturato di 166,5 milioni.
Dal 2009 a oggi Adriatic LNG, che rappresenta la terza fonte di ingresso per il gas naturale in Italia, ha contribuito alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, immettendo nella rete nazionale circa 85 miliardi di metri cubi di gas naturale e accogliendo carichi di Gnl provenienti da diversi Paesi fornitori, tra cui Qatar, Stati Uniti, Trinidad e Tobago, Guinea Equatoriale, Angola, Norvegia, Egitto e di recente anche Mozambico, e da Paesi di riesportazione, come Cina, Belgio, Francia. L’impianto al largo delle coste del Delta del Po è una piattaforma lunga 375 metri e larga 115 metri, collegata alla rete di distribuzione italiana del gas tramite un metanodotto.
A maggio 2023 la giunta della Regione Veneto ha approvato l’intesa per permettere allo Stato di rilasciare l’autorizzazione all’aumento della capacità massima di rigassificazione del terminale off shore da 9 miliardi a 9,6 miliardi di metri cubi l’anno. Un nuovo apporto che prevede un conseguente aumento del numero di navi metaniere che attraccheranno e scaricheranno al terminale, valutato in 5-7 navi l’anno. Quello di Rovigo è l’unico terminale italiano di GNL in grado di ricevere le cosiddette navi di scala super large, con una capacità fino a 217mila metri cubi liquidi.
Il principale utilizzatore del rigassificatore di Rovigo è il gruppo Edison, che ha una capacità contrattualizzata fino al 2034 pari a 6,3 miliardi di metri cubi. Snam da febbraio è in trattativa esclusiva per l’acquisto di Edison Stoccaggio, assistita dagli advisor Rothschild e Société Générale. Snam gestisce la maggior parte dei siti di stoccaggio del gas in Italia e intende espandere la propria capacità. A maggio Edison, assistita nell’operazione dagli advisors Intesa Sanpaolo e Lazard, ha indicato un valore del business di stoccaggio di gas naturale di oltre 500 milioni di euro. Edison Stoccaggio ha tre concessioni a Collalto (Treviso), Cellino (Teramo) e San Potito e Cotignola (Ravenna) per una capacità complessiva pari a circa un miliardo di metri cubi (si vedano qui il comunicato stampa di Edison e qui quello di Snam).
Attualmente Snam, che ha l’obiettivo di potenziare la sicurezza e la diversificazione dell’approvvigionamento del sistema energetico nazionale, detiene partecipazioni in tutti i restanti impianti di rigassificazione del GNL attualmente operativi in Italia: il terminale di Panigaglia (La Spezia), in esercizio dal 197, la FSRU Toscana di OLT al largo di Livorno, operativa dal 2013, e la FSRU Golar Tundra, in esercizio a Piombino (Livorno) da luglio 2023, per una capacità complessiva di rigassificazione di circa 23 miliardi di metri cubi. Nell’ambito delle iniziative intraprese a partire dal 2022 per diversificare ulteriormente gli approvvigionamenti di gas del Paese in seguito alla crisi russo-ucraina, Snam ha inoltre acquisito il rigassificatore galleggiante BW Singapore, che entrerà in esercizio di fronte alle coste di Ravenna nei primi mesi del 2025. La capacità complessiva di rigassificazione del Paese salirà così a 28 miliardi di metri cubi, equamente distribuiti tra versante tirrenico e versante adriatico, per un volume complessivo che corrisponde a quello importato via gasdotto dalla Russia nel 2021.