
Riassetto azionario in vista nella catena di controllo di Azimut Holding spa, il gruppo di asset management quotato a Piazza Affari.
Secondo quanto riferito dal Sole 24 Ore, infatti, il fondo Peninsula Capital starebbe negoziando l’ingresso del capitale di Timone Fiduciaria srl, la società che riunisce 1600 soci aderenti al patto di sindacato di Azimut Holdin, tra cui i dipendenti e i consulenti finanziari, e che attualmente possiede il 15% di Azimut Holding.
Azimut ha infatti pubblicato martedì 22 maggio un comunicato di Timone Fiduciaria, che segue analoghi comunicati diffusi il 15 gennaio, l’8 marzo 2018 e il 10 maggio 2018, tutti relativi a un possibile avvio di un’operazione di rafforzamento della partecipazione in Azimut Holding, che potrebbe salire sino al 25%.
Nella nota di martedì, si legge che, “facendo seguito ai suddetti comunicati, Timone Fiduciaria comunica che il Patto è stato modificato per consentire la realizzazione dell’operazione. Al contempo, Timone Fiduciaria ha concluso un contratto di finanziamento per completare la raccolta delle risorse finanziarie necessarie per porre in essere l’operazione unitamente ai mezzi propri messi a disposizione dalla maggioranza degli azionisti aderenti al Patto, che hanno confermato la propria partecipazione all’operazione. Timone potrà quindi procedere con l’operazione, con acquisti sul mercato e/o fuori mercato, da valutarsi alla luce delle condizioni di mercato e di cui verrà data comunicazione al pubblico. Come già annunciato, l’operazione avrà ad oggetto un numero complessivo di azioni inferiore alla soglia che obbligherebbe il Patto al lancio di un’offerta pubblica di acquisto e comunque al massimo pari al 10% del capitale sociale di Azimut Holding spa”.
L’acquisizione del 10% sul mercato al prezzo di chiusura di ieri del titolo a quota 14,675 euro (-1,21%) è pari a un corrispettivo totale di circa 210 milioni di euro. Ieri il gruppo capitalizzava 2,12 miliardi di euro.
Per Azimut sarebbe un gran ritorno al private equity, dopo che proprio un fondo di private equity, Apax Partners, lo aveva accompagnato in Borsa nel 2004, uscendo definitivamente dal capitale nel 2005, dopo averne finanziato il management buyout guidato dal presidente Pietro Giuliani nel 2002, rilevando il controllo dell’asset manager dall’ex gruppo bancario Bipop-Carire.