Nelle scorse settimane si sono intensificati i contatti tra FInmeccanica e Fondo Strategico Italiano allo scopo di accelerare il passaggio di mano di Ansaldo STS e AnsaldoBreda. Lo ha scritto ierì MF-Milano FInanza, precisando che il nuovo Governo ha dato il suo via libera anche alla possibilità di spacchettare AnsaldoBreda (materiale rotabile) in una bad e una good company, come previsto nell’accordo firmato lo scorso autunno in occasione della cessione al FSI dell’85% del capitale di Ansaldo Energia (si veda altro articolo di BeBeez). L’accordo non vincolante, infatti, impegnava l’FSI ad acquisire la minoranza di Ansaldo Sts e Ansaldo Breda (ma solo la parte in attivo, che nel frattempo sarà stata scorporata), nel momento in cui FSI troverà un coinvestitore industriale che acquisterà la maggioranza.
Detto questo, non è ancora sicuro che le cose andranno in questo modo. Proprio lunedì, infatti, il ministero dell’Economia ha depositato le liste per le nomine dei nuovi vertici dei gruppi industriali a controllo pubblico e a sorpresa ha indicato Mauro Moretti come amministratore delegato. Moretti, riconfermato l’anno scorso per il terzo mandato da ad di Ferrovie, in passato si è detto più volte certo di essere in grado di risanare AnsaldoBreda e non è quindi da escludere che il suo arrivo sulla tolda di comando di Finmeccanica possa rimettere in discussione la cessione del business trasporti.
Per contro, lo scorso marzo, in occasione della presentazione dei dati di bilancio, l’attuale amministratore delegato di Finmeccanica, Alessandro Pansa, aveva detto che Ansaldo Breda pesa «come un fardello» sui conti di Finmeccanica. Il core business del gruppo, ovvero le attività dell’aerospazio e della difesa, è cresciuto nel 2013 e continuerà a farlo anche quest’anno. Non altrettanto ha fatto AnsaldoBreda, che anche lo scorso anno, con una perdita operativa salita a 227 milioni e ordini dimezzati e per questo alla Commissione Industria del Senato Pansa ha risposto: «Qualsiasi iniziativa che dovesse arrivare da soggetti finanziari italiani che possano inserire AnsaldoBreda e Ansaldo STS in realtà produttive adeguate, è per noi la benvenuta».
Intanto sul fronte Ansaldo Energia, le trattative per la ricerca di un partner industriale definitivo dovrebbero arrivare a conclusione in un paio di mesi. Lo ha dichiarato nei giorni scorsi al Sole 24 Ore Giovanni Gorno Tempini. Come noto, lo scorso autunno il FSI ha acquisito dal fondo Usa First Reserve il 45% del capitale della società e contestualmente il FSI ha acquistato anche il 40% in mano a Finmeccanica, con l’accordo che entro il 2017 rilevi anche il rimanente 15% rimasto nel portafoglio della holding della difesa e dell’aerospazio. L’accordo, prevedeva anche che il fondo guidato da Maurizio Tamagnini si sarebbe impegnato “nella ricerca di partner industriali che consentano di accelerare la crescita di Ansaldo Energia nei mercati internazionali. In ogni caso, il Fondo deterrà in Ansaldo Energia una partecipazione stabile, ancorché non maggioritaria, e tale da mantenere il controllo sulle scelte strategiche dell’azienda”.
Il partner più probabile pare essere asiatico. In particolare si parla di delle cinesi China State Grid o Shanghai Electric o della giapponese Mitsubishi. In particolare China State Grid, la più grande azienda elettrica cinese, di recente ha firmato a Pechino con Enel un memorandum d’intesa nel campo delle tecnologie smart grid e rinnovabili ed è tra i due soggetti (l’altro è il fondo australiano Ifm) scelti da Cdp come possibili azionisti di minoranza di Cdp Reti. Inizialmente, invece, le trattative più serrate erano state con Doosan e si parlava anche di potenziali investitori statunitensi, come General Electric o Teco-Westinghouse.