Sono sempre più insistenti le voci che riferiscono di una trattativa in corso tra il Fondo Strategico Italiano e UnipolSai a proposito di un ruolo del Fsi nell’operazione di aggregazione in corso tra Una Hotels e Atahotels (controllata appunto da UnipolSai).
Nei giorni scorsi, infatti, la compagnia assicurativa guidata da Carlo Cimbri è uscita allo scoperto, con l’annuncio che i soci di Una Hotels (ossia le banche creditrici Unicredit, Mps, Banca Popolare di Vicenza, Bpm, IntesaSanpaolo e Bnl.BnpParibas) riuniti nel veicolo Fenice Holding sono giunti «a una fase successiva del contest di offerta, prevedendo di avviare una trattativa in esclusiva con Atahotels».
L’ipotesi di un coinvolgimento del Fsi nell’operazione è stata avanzata per la prima volta da MF-Milano Finanza lo scorso 18 marzo e lunedì 23 marzo MF-Dow Jones l’ha ripresa, citando ulteriori fonti informate dei fatti. Peraltro lo scorso novembre il Fsi aveva rilevato il 23% del gruppo alberghiero Rocco Forte, tramite Fsi Investimenti (la holding partecipata al 77% da Fsi e al 23% dal fondo sovrano del Kuwait, si veda altro articolo di BeBeez) e in quell’occasione l’amministratore delegato del Fsi, Maurizio Tamagnini, aveva dichiarato che l’operazione avrebbe rappresentato «il primo passo concreto nello sviluppo del settore turistico italiano da parte di Fsi, che in questo modo rafforza la vocazione industriale in un settore di particolare rilievo per l’economia del nostro Paese».
Come riferito lo scorso 20 marzo da MF-Milano Finanza, Una Hotels, che conta 31 strutture (di cui 30 a 4 stelle) ed è guidata da Elena David, è oberata da un debito di oltre 300 milioni ma ha chiuso il 2014 con ricavi superiori agli 80 milioni (+4,5% rispetto al 2013) e un ebitda margin del 30% per i 20 hotel gestiti direttamente. Da due anni era in vendita (advisor Colombo&Associati) in seguito al crack miliardario della capogruppo, la società di costruzioni Baldini-Tognozzi-Pontello. Il valore dell’operazione si aggira sui 200 milioni. «La trattativa vedrà le parti impegnate a realizzare la combinazione delle due realtà che oggi contano su 52 alberghi, quasi 8.600 camere e un fatturato aggregato di quasi 170 milioni», si leggeva in una nota di Una, «e costituisce una prospettiva industriale di grande interesse».
E la prospettiva industriale consiste nel fatto che il nuovo polo potrebbe essere la piattaforma di base per ulteriori aggregazioni, anche perché la gran parte dei 52 alberghi è a 4 stelle e quindi manca l’offerta a 5 stelle. In aprile, per esempio, verranno messi sul mercato gli hotel di lusso siciliani di Acqua Pia Antica Marcia, il gruppo di Francesco Bellavista Caltagirone finito in concordato preventivo, la cui base d’asta sarà 200 milioni. Inoltre verrà messo in vendita il Molino Stucky di Venezia (valore 300 milioni). Ed è appunto in questa seconda fase che il Fsi potrebbe intervenire.