Boom in Borsa ieri per IMA, attiva nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il confezionamento di prodotti farmaceutici, alimentari, bevande e cosmetici, che ha chiuso la seduta a Piazza Affari con un +13,26% a 67,90 euro per azione, dopo che nella serata del 28 luglio ha annunciato la sigla di un accordo tra BC Partners e la famiglia Vacchi per l’ingresso del fondo nella holding del gruppo e il successivo lancio di un’opa finalizzata al delisting (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio, BC Partners rileverà il 20% di Sofima (Società Finanziaria Macchine Automatiche Ima), cassaforte della famiglia Vacchi che detiene il 51,6% del capitale e il 67% dei diritti di voto di IMA. Nell’operazione, che si dovrebbe chiudere entro novembre, BC Partners è assistita da White & Case, PwC, Facchini Rossi Michelutti e Tremonti, Romagnoli, Piccardi e Associati, mentre Sofima è supportata da Poggi&Associati e Nctm. Il prezzo di acquisto di quel 20% e il nome degli azionisti venditori non sono stati comunicati, ma al prezzo di ieri la quota del 20% della holding, corrispondente al 10,32% della quotata, valeva circa 300 milioni di euro. Si dice inoltre che tra i venditori ci sarà Gianluca Vacchi, fratello del presidente Alberto Vacchi.
In seguito Sofima, insieme agli azionisti venditori e BC Partners, dovrà promuovere un’opa sulle azioni residue di IMA (attualmente il 48,4% del capitale), al prezzo di 68 euro per azione (incluso il dividendo), che rappresenta un premio del 26,3% e del 20,8% rispettivamente rispetto alla media del prezzo dell’azione dell’ultimo mese e degli ultimi 6 mesi. L’opa è finalizzata al delisting di IMA, che potrà essere ottenuto anche attraverso la fusione di quest’ultima con nel veicolo che lancerà l’opa. BC Partners avrà una significativa rappresentanza e diritti di governance in Ima e potrebbe aumentare la sua quota in Sofima fino al 45% circa, mentre gli attuali azionisti terranno il 55% del capitale. L’operazione si basa su un equity value di Ima di 2,93 miliardi di euro e sarà finanziata da JP Morgan, Bnp Paribas, Unicredit Corporate & Investment Banking, Mediobanca – Banca di Credito Finanziario e Morgan Stanley.
A valle di un incontro web con il presidente Alberto Vacchi, i sindacati e le Rsu dei lavoratori di IMA hanno spiegato a Radiocor che “il fondo BC Partners potrebbe essere un compagno di viaggio ponte come avvenne negli anni ’90 con un altro fondo di investimenti prima della quotazione in Borsa di Ima del 1995″. Inoltre, hanno riferito ancora i lavoratori, Vacchi ha spiegato che “l’obiettivo di crescita di IMA vedeva nella Borsa un limite e non un’opportunità, la Borsa chiede continui risultati positivi, cosa non sempre possibile, ad esempio, quando si fanno investimenti che richiedono tempo per dimostrare i risultati, inoltre anche gli attacchi speculativi di questi anni hanno avuto un ruolo. Con questa mossa, quindi, saranno possibili operazioni che prima non lo erano, come ad esempio fusioni fra aziende, con la prerogativa che la famiglia Vacchi manterrà il controllo”. Infine i lavoratori hanno smentito qualsiasi disimpegno da parte degli azionisti storici di IMA: “Nell’operazione aumenterà il controllo della famiglia Vacchi su Ima, il presidente stesso impiegherà risorse proprie per acquisire quote. Vi sarà una diversa ripartizione delle quote all’interno della famiglia Vacchi, alcuni componenti venderanno parte delle proprie azioni, rimarrà Alberto Vacchi come rappresentante della famiglia alla direzione dell’IMA’.
Fondata nel 1961, Ima conta circa 6.200 dipendenti, di cui 2.400 all’estero. Si avvale di 45 stabilimenti in Italia, Germania, Svizzera, Regno, Usa, India, Malesia, Cina e Argentina. E’ quotata alla Borsa di Milano dal 1995 e nel segmento Star dal 2001. I dati preliminari, oggetto di revisione da parte di EY e che saranno approvati dal Consiglio di amministrazione il prossimo 5 agosto, evidenziano ricavi pari a 636,4 milioni di euro (da 694 milioni al 30 giugno 2019 e 1,6 miliardi circa in tutto il 2019), un ebitda rettificato di 78,1 milioni (da 92,3 milioni nel semestre 2019 e 281 milioni in tutto l’anno), un indebitamento finanziario netto di 667,1 milioni (da 377,3 milioni nel semestre e 637,1 milioni a fine 2019) e un portafoglio ordini di 914,6 milioni (da 985,5 milioni). Nella nota diffusa martedì sera la società ha confermato le sue previsioni per quest’anno, rese note nel maggio scorso, con una riduzione di ebitda massima del 10%. Per il 2021 sono previsti ricavi di 1.570-1.758 milioni, un ebitda di 254-312 milioni. Nel 2022 sono attesi ricavi per 1.659-1.818 milioni e un ebitda di 293-348 milioni.
Come spiegato nella relazione al bilancio 2019, l’indebitamento di IMA è aumentato in maniera importante nel 2019 a seguito dell’adozione per la prima volta del nu standard contabile IFRS 16, del pagamento di dividendi nel maggio 2019 e soprattutto degli investimenti per le acquisizioni di ATOP da Charme Capital Partners (si veda altro articolo di BeBeez), Perfect Pack, Spreafico e Tecmar.
Alberto Vacchi, presidente di Ima, ha commentato: “L’operazione rappresenta un grande risultato per la società e i suoi collaboratori che potranno beneficiare in maniera estensiva dall’avere BC Partners come importante azionista, per iniziare una fase di sviluppo di IMA tutta basata sull’innovazione. Nel processo di ricerca del miglior partner possibile per Sofima e IMa, è stato importante trovare una controparte che permettesse a IMA di rimanere indipendente, garantendo continuità al management e ai collaboratori, e di accelerare la strategia di crescita come global consolidator nel settore dei macchinari per packaging. Sono personalmente molto soddisfatto di poter lavorare, in questo nuovo grande progetto, insieme a BC Partners con l’obiettivo di accelerare l’espansione globale di IMA in settori strategici e in parte nuovi per noi. Ritengo utile per IMA iniziare una nuova fase partendo da una posizione di forza e con una progettazione tutta orientata al digitale e a soddisfare domande di nuova generazione”.
Stefano Ferraresi, partner di BC Partners, ha aggiunto: “Ima è un ottimo esempio di azienda italiana che ha raggiunto una posizione di leadership globale grazie al suo know-how ingegneristico, investimenti in ricerca e alla forza della filiera produttiva locale su cui può far affidamento. Il business di Ima possiede tutte le caratteristiche che BC Partners ricerca nei propri investimenti: leadership di settore, forte management team e molteplici leve per la creazione di valore. Siamo onorati di essere stati scelti come partner dagli azionisti di Sofima ed entusiasti di poter supportare Alberto Vacchi e la sua eccellente squadra di manager nella continua espansione del gruppo, sia organica, sia attraverso acquisizioni“.