Gli sherpa della merchant bank statunitense BDT & MSD Partners sono già al lavoro per dare vita entro due anni all’aggregazione tra il leader mondiale delle macchine automatiche per il packaging, cioé l’italiana IMA, e la concorrente americana ProMach. L’idea è quella di far nascere un colosso da oltre 5 miliardi di euro di fatturato, da quotare a Wall Street entro il 2028, dopo che la banca d’affari americana, da un lato, ha completato all’inizio dell’anno l’acquisizione del 49,8% del gruppo, valutato complessivamente 6,5 miliardi, che fa capo alla famiglia del patron Alberto Vacchi, operazione annunciata la scorsa estate (si veda altro articolo di BeBeez), e, dall’altro lato, ha rilevato lo scorso mese di maggio il 50% dell’azienda Usa, andando ad affiancarsi al private equity californiano Leonard Green & Partners (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Lo apprende BeBeez dopo le indiscrezioni di diverse fonti di stampa e la conferma dello stesso Vacchi a Repubblica, dove ha spiegato che “per quanto riguarda ProMach, anche prima del nostro incontro con BDT & MSD Partners, avevamo identificato questa realtà con cui allearci. Il fatto poi che BDT & MSD Partners abbia acquisito il 50% di ProMach porterà necessariamente a forti interazioni tra noi. La sfida è grande, si tratta di creare un gruppo da oltre 5 miliardi di ricavi, con elevate sinergie, e capace di affrontare le sfide del packaging al servizio dell’industria del nuovo millennio”.
Il gruppo di Ozzano (Bologna), che progetta e produce macchine automatiche per il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari, tè e caffè, già esporta negli Stati Uniti il 20% del suo fatturato, che l’anno scorso ha superato i 2,3 miliardi di euro. Un dato in sensibile crescita rispetto ai quasi 2 miliardi del 2022, esercizio archiviato con un ebitda pari a 310 milioni e una liquidità netta di circa 98 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). L’ebitda, sempre secondo quanto risulta a BeBeez, ha registrato un forte miglioramento nel 2023. Più contenuti i numeri di ProMach, che ha ricavi per 1,7 miliardi circa e ha acquistato nel 2017 le macchine etichettatrici mantovane P.E. Labellers (si veda altro articolo di BeBeez).
Per quanto riguarda la Borsa, quello di IMA sarebbe un ritorno, visto che è uscita da Piazza Affari esattamente tre anni fa (si veda altro articolo di BeBeez). Questa volta, però, la piazza designata è quella di Wall Street, la scelta più naturale per BDT & MSD Partners, che ha sede a New York (oltre che a Chicago).
La banca d’affari americana, partecipata dal guru di Omaha Warren Buffett, è nata l’anno scorso dalla combinazione della merchant bank BDT & Company fondata nel 2009 da Byron Trott, e MSD Partners, il family office attivo dallo stesso anno di Michael Dell, fondatore di Dell Technologies. L’acquisizione del 49,8% di IMA è avvenuta tramite i fondi di BDT & MSD Partners (che dal 2010 hanno effettuato operazioni per oltre 50 miliardi di dollari) per un importo pari a quasi il doppio di quanto l’aveva pagata BC Partners e che valorizza oggi l’azienda che fa capo alla famiglia Vacchi oltre 14,4 miliardi.
Fondata nel 1961, l’offerta di IMA comprende macchine automatiche per la lavorazione e il confezionamento di prodotti farmaceutici, dispositivi medici, cosmetici, tè, caffè e altri prodotti alimentari e soluzioni di mobilità elettrica, nonché soluzioni per l’automazione dei processi industriali. Il gruppo, che ha un parco installato di circa 60mila macchine e detiene più di tremila tra brevetti e domande di brevetto, è presente in più di 80 Paesi e gestisce 53 stabilimenti di produzione, che gli consentono di servire una base di clienti “blue chips” in Europa, Nord America, Sud America, Asia e Medio Oriente.
Più giovane ProMach, che Leonard Green & Partners ha acquistato dalla società di buyout AEA Investors per circa 2,2 miliardi di dollari, debito compreso, nel 2018. Fondata nel 1998, il portafoglio dell’azienda statunitense comprende 46 marchi di soluzioni di lavorazione e imballaggio di altissimo livello al servizio di produttori di tutte le dimensioni, aree geografiche e settori. Ha sede vicino a Cincinnati, in Ohio, con stabilimenti di produzione e uffici in Nord America, Europa, Sud America e Asia.
Ma IMA è attiva, come detto, in un settore in più: quello dei macchinari e dei sistemi di automazione per la mobilità elettrica, “su cui abbiamo investito molto e dove stimiamo di raddoppiare i ricavi in tre anni”, ha detto Vacchi a Repubblica.
Le manovre in e intorno all’azienda bolognese non sono finite qui. Come noto, infatti, il cugino di Alberto, Gianluca Vacchi, ha ceduto di recente il 13,2% indirettamente detenuto in IMA per oltre 700 milioni. Mentre hanno fatto il loro ingresso Leonardo Maria Del Vecchio con l’1,1% tramite il family office Lmdv Capital con 50 milioni assieme ad alcuni imprenditori italiani del mondo farmaceutico e Azimut con l’1% attraverso un club deal. Il tutto in un’operazione di riassetto azionario, che ha consentito a BDT & MSD Partners di salire al 49,8%, rispetto al 45% rilevato da BC Partners, dietro Vacchi&Friends saldamente al controllo con il 50,2%. Edizione Holding, la finanziaria della famiglia Benetton guidata dal presidente Alessandro Benetton, ha invece investito indirettamente 120 milioni di euro. L’importo è stato infatti versato nell’ultimo fondo di punta di BDT & MSD Partners, il Fund 4, che ha chiuso da qualche tempo una raccolta da 14 miliardi di dollari.