Investindustrial, tramite il fondo Investindustrial VII, ha annunciato ieri mattina il lancio di un’opa parziale per acquisire il 22,6% di Guala Closures, al prezzo di 6 euro per azione, per un totale di 15,166 milioni di azioni e un esborso massimo di 90,996 milioni di euro (si vedano qui il comunicato stampa e qui la descrizione dell’opa).
Il fondo è assistito dall’advisor finanziario Lazard, da UniCredit (incaricato del coordinamento della raccolta delle adesioni), Kepler Cheuvreux (per gli acquisti fuori dall’offerta), da BonelliErede (legale) e Chiomenti (fiscale).
Ricordiamo che le basse quotazioni del titolo già nel settembre 2019 avevano attratto l’interesse da parte di grandi gruppi strategici americani e private equity internazionali sul gruppo leader mondiale nella produzione di chiusure di sicurezza per liquori, vino, olio e aceto, acqua e bevande e prodotti farmaceutici. Tra i nomi che circolavano c’era quello di Silgan Holdings (si veda altro articolo di BeBeez) e dei fondi Astorg e Advent International. Di possibile delisting si vociferava già nell’aprile 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Spinto dalla notizia dell’opa, ieri il titolo a Piazza Affari ha chiuso con un balzo del 21,46% a quota 5,83 euro per azione, pari a una capitalizzazione di 300,9 milioni di euro, in rialzo dai 4,8 euro per azione ai quali il titolo aveva chiuso mercoledì 15 aprile.
Investindustrial ha spiegato che l’acquisizione della minoranza di Guala Closures sarebbe coerente con la sua strategia di investimento nel segmento mid-market europeo, in particolare in Sud Europa. Una volta diventato socio di minoranza, il fondo intende sostenere il processo di crescita di Guala Closures, sulla base della strategia presentata dall’attuale management, supportandola nel cogliere le future opportunità di sviluppo e crescita, anche per linee esterne, che si dovessero presentare, tenuto conto dell’attuale contesto del mercato globale.
Inoltre Investindustrial intende offrire agli azionisti di Guala Closures la possibilità di disinvestire parte delle loro partecipazioni nella società a condizioni più favorevoli rispetto alle negoziazioni in Borsa del titolo, anch’esso penalizzato dalla volatilità e incertezza derivanti dalla diffusione del coronavirus.
Guala Closures è quotata a Piazza Affari dall’agosto 2019 dopo la business combination con la Spac Space 4 (si veda altro articolo di BeBeez) e specializzata nella produzione di chiusure di sicurezza per alcolici e vini. Guala Closures, fondata nel 1954, è leader mondiale nella produzione di chiusure di sicurezza per alcolici e in alluminio per vino, nonché uno dei maggiori attori mondiali nella produzione e vendita di chiusure in alluminio per l’industria delle bevande. L’azienda conta oltre 4.700 dipendenti e opera in 5 continenti attraverso 30 stabilimenti produttivi e una commercializzazione dei suoi prodotti in oltre 100 paesi. Dall’agosto 2018, è quotata al segmento Star di Borsa Italiana e nel settembre 2019 è entrata nell’indice FTSE Italia Mid Cap. Attualmente Guala annovera tra i suoi soci il fondo attivista Amber, il private equity Peninsula Capital con il 10%, la holding Mojto Luxco 2 con il 5,6% e il presidente Marco Giovannini con il 24,2%.
Oggi il Gruppo vende quasi 20 miliardi di chiusure annue e ha chiuso il 2019 con 606,5 milioni di euro di ricavi netti (da 543,1 milioni nel 2018), un ebitda rettificato di 113,5 milioni (da 104,5 milioni) e una posizione finanziaria netta di 462,5 milioni, da 454,4 milioni a fine 2018 (si veda qui il comunicato stampa).
Nell’ottobre 2017 Guala ha comprato il business delle chiusure a vite di Icsa (Industria Corcher), società cilena specializzata nella commercializzazione di prodotti per l’industria del vino in Sud America (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dicembre 2018 l’azienda ha acquistato per 21,1 milioni di euro la United Closures and Plastic, produttore scozzese di chiusure specializzato in superalcoolici precedentemente in mano al gruppo inglese Rpc (si veda altro articolo di BeBeez). Nel gennaio 2020 Guala Closures ha annunciato l’acquisto della concorrente tedesca Closurelogic, specializzata nella produzione di chiusure in alluminio (si veda altro articolo di BeBeez) e nel marzo scorso ha venduto il 100% della controllata specializzata in packaging per il settore farmaceutico e cosmetico, GCL Pharma, a Bormioli Pharma per 8,9 milioni di euro, sulla base di una valutazione di 10 milioni di euro, debito compreso (si veda altro articolo di BeBeez).
Compresi Andrea C. Bonomi (managing principal) e i suoi soci (partner sono il fratello Carlo Umberto, Dante Razzano, Carl Nauckhoff, Salvatore Catapano, Roberto Maestroni, Antonio Gatti, Michael Karangelen, Roberto Ardagna, Maurizio Bottinelli e Micheal Guan), Investindustrial conta oltre 130 professionisti distribuiti negli uffici di Lugano, Barcellona, Londra, Lussemburgo, Madrid, New York e Shanghai.
Nel dicembre scorso, la società ha raccolto la cifra record di 3,75 miliardi di euro per Investindustrial VII, il suo settimo fondo (si veda altro articolo di BeBeez), quindi ben al di sopra dei 3 miliardi di cui si parlava nel febbraio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Nel maggio 2018 Investindustrial Growth Fund, dedicato agli investimenti nella fascia bassa del segmento mid market europeo, aveva effettuato un closing a 375 milioni di euro (si veda articolo di BeBeez). Nel marzo scorso Investindustrial è stata riconosciuta la miglior Private Equity Firm in Italia ai Private Equity International Awards 2019 (si veda qui il comunicato stampa).
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