Engineering, il gruppo specializzato nello sviluppo di software e nelle tecnologie al servizio di imprese pubbliche e private, delistato dai fondi da Piazza Affari nell’estate 2016d ai fondi NB Renaissance e Apax Partners (si veda altro articolo di BeBeez), ha chiuso il 2018 con numeri in crescita a doppia cifra e soprattutto con l’ebitda che sfiora ormai i 150 milioni di euro (si veda il comunicato stampa). Risultati che rafforzano le possibilità di un ricco disinvestimento per i fondi.
Apax Partners e NB Renaissance controllano oggi in parti uguali l’88% del capitale, mentre il restante 12% (con diritto di voto al 6%) fa capo alla famiglia Cinaglia. Ma come noto, i fondi hanno deciso di avviare un processo di vendita, dopo alcune manifestazioni d’interesse arrivate da alcuni grandi fondi di private equity internazionali come Permira e BC Partners. E’ possibile comunque che NB Renaisssance e la famiglia Cinaglia reinvestano poi per una minoranza (si veda altro articolo di BeBeez).
Engineering, guidato dal presidente Michele Cinaglia e dall’amministratore delegato Paolo Pandozy, viene valutato oltre 1,5 miliardi di euro. Una valutazione spiegata facilmente dai numeri.
Nel 2018 il gruppo ha raggiunto un valore della produzione di 1,18 miliardi di euro .180 milioni di euro, +15% da quota un miliardo di euro raggiunta a fine 2017, quando già era cresciuto di oltre il 10%. L’ebitda rettificato ha toccato quota 147,2 milioni dai 122,9 milioni del 2017 (+19,8%), quando era già cresciuto del 13,5%, e l’utile netto è stato di 57,7 milioni (+10% dai 52,3 milioni dell’anno prima, quando era cresciuto del 15,3%).
Il tutto con un debito finanziario netto in calo a 69 milioni dai precedenti 138 milioni, testimoni del leverage buyout dei fondi e della fusione inversa tra la newco che aveva condotto l’opa e la capogruppo operativa, avvenuta nel corso 2017. Nel 2016 la posizione finanziaria netta del gruppo era dunque stata ancora positiva per 177,7 milioni, ma se si fosse già tenuto conto del debito della controllante, sarebbe stata negativa per 112 milioni (si veda qui il bilancio 2017, l’ultimo disponibile a oggi sul sito internet del gruppo).
Engineering è tra le principali realtà a livello globale specializzata in servizi, sviluppo software e piattaforme digitali per accompagnare aziende, pubbliche e private, attraverso la trasformazione digitale. Conta circa 11.000 professionisti in 50 sedi (in Italia, Belgio, Spagna, Germania, Repubblica di Serbia, Brasile, Argentina e Usa) e 4 data center. Inoltre l’azienda coordina progetti nazionali e internazionali grazie a un team di 420 ricercatori e a una rete di partner scientifici e universitari in tutta Europa e vanta al suo interno una Scuola di IT & Management per la formazione del personale.
Lo scorso marzo, attraverso la propria controllata Engineering D.HUB, il gruppo ha perfezionato il closing dell’operazione di acquisto del 51% di OmnitechIT, società italiana fondata nel 2007, che è oggi il primo operatore su scala nazionale specializzato nella Cybersecurity e tra i principali player europei, toccando nel 2018 un volume di affari di 28 milioni di euro e un team di 300 persone con competenze specifiche di altissimo livello (si veda qui il comunicato stampa). L’accordo prevede il contestuale rebranding della società acquisita in Cybertech. Il ceo di Cybertech,Roberto Mignemi, ha commentato: “Nel corso di quest’anno abbiamo avuto diversi contatti con soggetti interessati alla nostra realtà, sia finanziari che industriali. Abbiamo scelto di unirci a Engineering perché abbiamo trovato una comune visione strategica rispetto allo sviluppo delle soluzioni di Cybersecurity e gli stessi valori che hanno guidato finora la nostra crescita. Abbiamo fatto una scelta industriale al fianco di una realtà estremamente solida, garantita da una comprovata gestione seria e corretta nell’interesse dei clienti, dei dipendenti e degli azionisti”