Il bando per la vendita dei diritti audiovisivi del massimo campionato di calcio italiano per il prossimo quinquennio (si veda altro articolo di BeBeez) si chiude con l’accettazione dell’offerta al ribasso di Dazn e SKY, che per le stagioni che vanno dal 2024 al 2029 pagheranno 900 milioni di euro all’anno, 700 milioni il primo broadcaster e 200 milioni il secondo (con una co-esclusiva di tre partite settimanali e sette esclusive a Dazn), rispetto ai 927,5 milioni che hanno pagato finora e che verseranno sino al prossimo mese di maggio (si veda qui il primo comunicato stampa). L’intesa, come spiegato dall’amministratore delegato Luigi De Siervo in conferenza stampa al termine dell’assemblea dei soci, prevede però anche un revenue sharing al 50% con Dazn oltre i 750 milioni di euro di fatturato dell’emittente, una soglia “molto vicina al fatturato attuale” della piattaforma streaming, che dovrebbe portare nelle casse della Lega 1 miliardo di euro nei cinque anni (si veda qui il secondo comunicato stampa), per un importo complessivo di circa 5,5 miliardi.
Diciassette dei venti soci della Lega Serie A hanno quindi detto sì alle condizioni delle due emittenti nel giorno di scadenza della validità della loro offerta, ritoccata leggermente al rialzo rispetto agli 880 milioni messi sul piatto all’inizio del mese e comunicata ai soci in occasione dell’assemblea del 16 ottobre (si veda qui il comunicato stampa di allora). Il Cagliari e la Salernitana hanno invece votato no, mentre il patron della Società Sportiva Calcio Napoli, Aurelio de Laurentiis, che è uscito dalla riunione prima della votazione, ha tuonato contro la scelta, interrompendo la conferenza stampa di De Siervo: “È una sconfitta del calcio italiano, con questa offerta il calcio morirà. Sky e Dazn non sono competenti, non fanno bene al calcio italiano”.
Di diverso avviso i colleghi. Il presidente del Torino, Urbano Cairo, non crede “che il calcio italiano morirà con questa scelta, il contratto troppo lungo era la base su cui i broadcaster hanno fatto l’offerta. Non era quello che avremmo voluto, ma con la parte di revenue sharing non è un accordo del tutto negativo”. Per il patron della Lazio Claudio Lotito “è una vittoria della Lega e del calcio italiano e non esclusivamente mia. Per come è strutturata l’offerta credo che si possa avere un incremento dei ricavi e questa è una cosa importante. Si tratta di un’offerta dinamica e non statica che garantisce una base rassicurante per l’intero sistema, alla quale si potranno aggiungere ulteriori entrate”.
“L’accordo proietta dei numeri, tra costi tecnici e ricavi, superiore al miliardo di euro medio nei cinque anni, senza avere rischi. Le revenue sharing, se scattano, si traducono in circa 60 milioni di euro annui nell’ipotesi peggiore legata all’incremento dei numeri degli abbonati di Dazn, che si è dichiarata disponibile a farlo”, ha spiegato De Siervo.
“L’assemblea di oggi (ieri per chi legge, ndr), dopo una serie di assemblee per discutere l’esito delle trattative private per l’assegnazione dei diritti domestici per il campionato per le prossime stagioni, ha avuto un lieto fine, perché si è proceduto ad accettare l’offerta formalizzata dai broadcaster Dazn e SKY. La Lega Serie A con un’ampissima maggioranza, 17 voti favorevoli, ha approvato quella che è l’offerta che porterà ad affidare la Serie A e la trasmissione dei diritti del campionato per le prossime stagioni, dal 2024 in poi, a Dazn e SKY. Ringrazio l’amministratore delegato De Siervo per il lavoro svolto in questi mesi, con la commissione delle squadre, è stato un lavoro molto intenso. È stato fondamentale partire in anticipo e arrivare a questa trattativa nelle migliori condizioni possibili in un contesto molto complicato, anche vedendo cosa succede nelle altre leghe. Un grazie va anche al lavoro delle squadre, con i diritti d’archivio, che erano parte del bando. Un ringraziamento a Governo e Parlamento che hanno migliorato il quadro legislativo il più possibile, penso alla durata da tre a cinque anni e all’aiuto sui diritti esteri, che non erano oggetto del bando, ma hanno reso la Serie A più competitiva. Questo lavoro ha consentito alle squadre di arrivare compatte a poter accettare l’offerta”, ha commentato il presidente di Lega Serie A Lorenzo Casini, nella conferenza stampa al termine dell’assemblea.
“L’assegnazione anticipata dei diritti Tv della Serie A è un fatto nuovo, di norma si arrivava molto a ridosso della competizione, abbiamo operato con largo anticipo proprio per avere un tempo congruo dove affrontare e discutere con i broadcaster quella che potesse essere la configurazione migliore. Abbiamo fatto oltre 27 opzioni diverse di pacchetti, perché quest’asta rispetto alle altre era la più difficile di sempre. In un mercato che come sapete è taglieggiato dalla pirateria, da questo punto di vista siamo arrivati a una Legge approvata all’unanimità e saremo in grado di bloccare la trasmissione pirata delle immagini da parte delle Iptv. Dovremmo riuscire a essere più efficaci nel contrasto alla pirateria, perché abbiamo il 50% di quello che è l’over sopra un determinato fatturato”, ha aggiunto De Siervo.
Per quanto riguarda il progetto media company, l’amministratore delegato ha ricordato che “il bando aveva tre fasi” e, nel caso di mancato accordo con i broadcaster, “avevamo raccolto l’interesse di sei operatori rilevanti per distribuire il nostro canale. Offerte che sono ancora in cassaforte e non verranno aperte perché erano alternative al modello attuale”. Le sei manifestazioni d’interesse per la commercializzazione e la distribuzione del canale della Lega Serie A, fase che prevedeva un intermediario per l’acquisto dei diritti e la successiva rivendita esonerando la Lega Serie A dall’operazione, sono state presentate a giugno e tra queste comparivano i nomi di Carlyle Private Credit, Citi, Barclays e Goldman Sachs (si veda altro articolo di BeBeez).
De Siervo ieri ha precisato che “il Canale era e resta un po’ un obiettivo; quello che abbiamo ottenuto è un percorso simile come risultato, anzi per certi versi migliore. Il nostro standard di ripresa è lo stesso della Premier League, quello che cambia sono gli stadi. In termini tecnici di riprese siamo assolutamente all’altezza e anzi riceviamo i complimenti costanti un po’ di tutti. Abbiamo cercato di fare il massimo nella negoziazione con i broadcaster, ma per contro abbiamo continuato a lavorare al modello del Canale, che abbiamo sviluppato sia nella modalità stand alone in alternativa a tutto il resto sia a completamento delle offerte di un altro soggetto. Siamo sereni, abbiamo fatto tutte le verifiche possibili e questa alla fine è risultata la più ambiziosa come obiettivi economici perché partiamo da un risultato base di 900 milioni annui, ma abbiamo la possibilità laddove si valuti un obiettivo di revenue share iper prudente, di superare di gran lunga il fatturato del triennio precedente. Quello che oggi è cambiato è il modo in cui noi parteciperemo alla vita dei broadcaster, saremo più propositivi e più disponibili dal punto di vista editoriale, perché siamo soci del risultato di questi e quindi lo saremo a maggior ragione nella repressione del problema della pirateria, che toglie centinaia di milioni al calcio e ne pregiudica il futuro. È un’era nuova, più lavoriamo al fianco dell’operatore, più lo aiutiamo a ridurre il fenomeno della pirateria e più guadagniamo tutti”.
De Siervo ha concluso dicendo che, “per quanto riguarda la partita dei diritti internazionali è già aperta, in questi giorni abbiamo in programma alcuni incontri finalizzati a raccogliere le migliori offerte per i primi Paesi, probabilmente il primo accordo che chiuderemo sarà quello relativo al Pacchetto Streaming Betting and Data, di cui ci aspettiamo di raddoppiare il valore rispetto al precedente. In generale rispetto ai diritti internazionali contiamo di fare meglio del passato”.
Ricordiamo che all’inizio di ottobre il fondo californiano Oaktree Capital Management, che ha finanziato l’Inter con 275 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) e messo lo scorso marzo sul piatto 1,75 miliardi (750 milioni in contanti e un miliardo di debito) per acquisire il 5% delle azioni della futura media company della Serie A (si veda altro articolo di BeBeez), aveva offerto alla Lega un contratto della durata di 15 anni del valore di quasi 1 miliardo di euro all’anno per la realizzazione di un canale destinato a trasmettere direttamente le partite del massimo campionato italiano.
La proposta non vincolante di Oaktree, supportata dalla società di consulenza di investment banking statunitense Centerview Partners e presentata all’advisor della Lega Serie A Lazard, prevedeva la novità del minimo garantito, pari a 950 milioni di euro il primo anno, importo destinato a decrescere leggermente nei successivi 14 anni. L’offerta però non poteva essere accolta se non al termine dei passaggi previsti dal bando pubblicato a maggio, ora chiuso con la riassegnazione dei diritti audiovisivi a Dazn e SKY.