UBI Banca ha iniziato ieri la copertura di analisi di NB Aurora con un rating BUY e un target price a 10,5 euro, dalla chiusura di ieri a Piazza Affari di 8,24 euro, pari a una capitalizzazione di 123,6 milioni di euro. Gli analisti della banca ritengono infatti che il titolo stia trattando con uno sconto del 40,5% sul NAV, il che significa che la capitalizzazione di mercato del veicolo di investimento di private equity gestito da Neuberger Berman equivale alla sua liquidità netta più quanto incasserà dal Fondo Italiano d’Investimento (dopo il 30 giugno NB Aurora ha già realizzato plusvalenze per 32 milioni dalla cessione di cinque partecipazioni, in Mesgo, Rigoni, Sanlorenzo, Truestar e Megadyne e dell’incasso di un credito residuo verso gli azionisti di IEN, si veda altro articolo di BeBeez). In altre parole, il mercato non sta praticamente prezzando oggi il valore delle partecipazioni in portafoglio, che secondo UBI Banca di 126,5 milioni.
A proposito della partecipazioni, il corposo studio di UBI Banca le analizza una per una, assegnando a ciascuna una valutazione e sottolineando che la partecipazione più interessante è quella in Forgital, che da sola vale circa la metà della capitalizzazione attuale di NB Aurora.
La società vicentina della famiglia Spezzapria è specializzata nella produzione di anelli e altri componenti forgiati di grandi dimensioni destinati principalmente ai mercati al settore aerospaziale, petrolifero e della produzione di energia elettrica. Forgital ha chiuso il 2017 con 419,4 milioni di euro di valore della produzione, un ebitda di 82,7 milioni e un debito finanziario netto di 108,8 milioni e secondo UBI Banca il 2018 vedrà il fatturato salire a 492,9 milioni e l’ebitda a 95,8 milioni, con un debito finanziario netto di 91,8 milioni. Fondo Italiano d’Investimento aveva investito 30 milioni per il 17% di Forgital nel dicembre 2013 (si veda altro articolo di BeBeez). Gli analisti di UBI ritengono che Forgital possa avere un equity value compreso tra i 770 e gli 830 milioni di euro, corrispondente in quest’ultimo caso a un enterprise value di 922 milioni.
Secondo quanto riferisce oggi MF Milano Finanza, gli azionisti Domenico, Roberto e Giorgio Spezzapria stanno ragionando sul futuro dell’azienda, ma hanno idee differenti e quindi si procederà secondo il classico dual track. C’è chi propende per la quotazione a Piazza Affari e chi, invece, per la vendita a un player finanziario e infatti ci sarebbero vari fondi di private equity al lavoro sul dossier, tra i quali si dice Carlyle, Blackstone e CVC.