Nuo Capital, il più antico family office di Hong Kong che fa capo alla famiglia Pao, e la holding lussemburghese Jakyval, controllata da Edouard, Julie e Blaise Guerrand, cioè gli eredi di Émile-Maurice, fondatore del marchio di moda francese Hermès , hanno acquistato il 3,5% dello storico produttore italiano di cioccolato Venchi. Lo riferisce MFF Milano Finanza Fashion, secondo il quale i due investitori hanno condotto l’operazione tramite il veicolo di coinvestimento Nuo Capital 2021 (controllato al 60% da Nuo Capital e al 40% da Jakyval) e ottenuto un posto in consiglio di amministrazione per Tommaso Paoli, ex manager di Intesa Sanpaolo.
A valle dell’ingresso dei nuovi soci, l’azienda è oggi controllata dal presidente e amministratore delegato Daniele Ferrero (ex McKinsey) con il 24,95% (sia direttamente sia attraverso la sua Ferdani srl), dal vicepresidente Nicolò Cangioli (17,62%) e dal direttore commerciale Giovanni Battista Mantelli (11,81%) ed è partecipata da vari soci privati fra cui figurano Andrea Guerra (capo del business nell’hotellerie di Lvmh) con l’1,09%, Pietro Boroli (vice presidente del gruppo De Agostini, con il 9,42% attraverso la sua VIS Value Partecipazioni srl) e Luca Baffigo Filangieri (responsabile sviluppo di Eataly, con il 10,63% attraverso la sua Società Semplice Carlo Alberto).
Venchi produce e vende cioccolato e gelati in 70 Paesi, tramite più di 100 negozi in città chiave come Londra, New York, Dubai e Hong Kong (11 aperti nel 2020) e oltre 7.500 negozi specializzati in Italia. E se nel corso del 2021 il gruppo ha ceduto la filiale brasiliana a un investitore terzo, Venchi punta molto ancora sugli Stati Uniti e sui mercati asiatici, con Giappone e Cina in testa. Una strategia a cui con ogni probabilità potranno dare un contributo significativo i nuovi azionisti, grazie alle loro relazioni.
Venchi dispone già di tre controllate in Cina (a Pechino, Shanghai e Hong Kong) e proprio con l’obiettivo di crescere in Cina nel dicembre 2018 Venchi aveva effettuato un aumento di capitale da 9 milioni di euro per la sua controllata Venchi Greater China di Hong Kong che era stato sottoscritto per 4 milioni di euro da Simest sia direttamente sia attraverso il suo fondo di venture capital gestito per conto del Ministero dello Sviluppo Economico, assumendo così una partecipazione del 44,4% (si veda altro articolo di BeBeez). Contestualmente, Sace aveva garantito un finanziamento da 4,5 milioni di euro, collegato all’aumento di capitale, erogato da Unicredit a Venchi.
Ora il primo obiettivo è recuperare il terreno perduto a causa del coronavirus che ha pesato in maniera importante sui conti dell’azienda. A livello consolidato, infatti, il valore della produzione è sceso a 71,5 milioni (dai circa 100,3 milioni del 2019), i ricavi netti a 66 milioni (da 100 milioni), con un ebitda di 5,5 milioni (da 22,5 milioni) e una perdita netta di 3,5 milioni (da un utile di 9,4 milioni), a fronte di un debito finanziario netto di 6,1 milioni (da circa 900 mila euro) (si veda qui il report Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente) e la capogruppo ha visto scendere il valore della produzione a 54,3 milioni di euro (da 86,2 milioni nel 2019), i ricavi netti a 49,7 milioni di euro (da 84,9), con un ebitda di soli 270 mila euro (da 17,5 milioni) e una perdita di poco inferiore ai 2,5 milioni (da 9 milioni di utili), a fronte di un debito finanziario netto di circa 10,6 milioni (da sostanzialmente zero l’anno prima) (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
A proposito di debito, ricordiamo che quello del 2020 include il minibond da 5 milioni di euro emesso a gennaio e sottoscritto il Fondo Sviluppo Export, nato su iniziativa di Sace Simest (Gruppo Cdp) e gestito da Amundi sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo ha utilizzato a tal fine le risorse messe a disposizione dalla stessa Sace Simest e a quelle della Banca Europea per gli Investimenti (Bei).
Nel giugno 2020 Venchi è entrata nel Programma Filiere di Intesa Sanpaolo. Si tratta di un accordo di collaborazione innovativa per l’accesso al credito delle aziende facenti parte del processo distributivo di Venchi, di cui potranno beneficiare circa 6 mila rivenditori distribuiti su tutto il territorio nazionale (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che Jakyval nell’ottobre 2019, sempre in collaborazione con Nuo Capital, aveva comprato per 50 milioni il 30% della Ludovico Martelli, titolare dei marchi Proraso e Marvis. La partecipazione di quest’ultima in capo alla famiglia Pao (il 70% della quota) è ora confluita in Nuo spa, controllata al 50% dallo stesso family office asiatico e al 50% da Exor.
Nuo spa è guidata dallo stesso Paoli, ha una dotazione iniziale di 300 milioni di euro da investire in pmi italiane attive nella produzione di beni di consumo d’alta gamma per sostenerne l’espansione internazionale. Il taglio medio d’investimento di Nuo spa è compreso fra 30 e 80 milioni di euro per rilevare una quota superiore al 20% del capitale ma non necessariamente di maggioranza.
Dal canto suo Nuo Capital in Italia ha in portafoglio anche: il 10% della piattaforma Elite di Borsa Italiana, il 2,94% di Bending Spoons (sviluppatore fra l’altro dell’app Immuni), e il 7,91% dell’enoteca online Tannico, controllata da Campari e Moet Hennessy riunite nel veicolo MH Campari.