Partirà il prossimo 14 giugno l’opa di NB Renaissance su Sicit Group, la società quotata a Piazza Affari che trasforma i residui di lavorazione provenienti dalla concia delle pelli in idrolizzati proteici, utilizzati principalmente come biostimolanti per l’agricoltura e ritardanti per l’industria del gesso.
L’annuncio è stato dato dalla società lo scorso venerdì 4 giugno dopo il via libera di Consob al Documento di offerta e dopo il via libera della Presidenza del Consiglio ai fini dell’esercizio del golden power. L’offerta, finalizzata al delisting, si concluderà, salvo proroghe, il 7 luglio (si veda qui il comunicato stampa e qui il Documento di offerta). L’opa, che riguarda circa 22,65 milioni di azioni per un esborso massimo di circa 349 milioni di euro, sarà valida se le adesioni all’offerta ammonteranno a un numero complessivo di azioni tale da consentire alla newco offerente Circolar Bidco spa di venire a detenere una partecipazione complessiva pari o superiore al 95% del capitale sociale di Sicit, considerando anche le azioni detenute dai soggetti in concerto (e cioé il socio di riferimento Intesa Holding, che oggi possiede il 40,67%) e le azioni eventualmente acquistate al di fuori dell’offerta. Advisor e global coordinator dell’offerta è Intesa Sanpaolo IMI, mentre il global information agent è Morrow Sodali.
Il corrispettivo offerto per ciascuna azione dalla newco offerente, Circular Bidco spa, è di 15,45 euro in contanti.NB Renaissance il 16 aprile scorso aveva annunciato l’intenzione di lanciare l’opa su Sicit a un prezzo di 16 euro per azione, da cui sarebbe stato detratto qualsiasi dividendo eventualmente deliberato e corrisposto prima della data di pagamento del corrispettivo dell’opa (si veda altro articolo di BeBeez). A inizio maggio Syngenta Crop Protection, colosso svizzero dell’agroindustria che fa capo a ChemChina, e la controllata Valagro, produttore abruzzese di biostimolanti, avevano comunicato la loro intenzione di lanciare un’opa su Sicit a 17,30 euro, prezzo che non sarebbe stato ridotto dallo stacco del dividendo di 0,55 euro per azione (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia le due società hanno poi rinunciato perché l’offerta includeva una proposta di partnership industriale rivolta agli stakeholder della società e in particolare all’azionista di maggioranza Intesa Holding, che però aveva rispedito al mittente l’offerta (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che SIcit si era quotata in Borsa sul segmento Aim Italia nel maggio 2019 al prezzo di 10 euro a seguito della business combination con la Spac SprintItaly (si veda altro articolo di BeBeez), per poi passare al segmento MTA nel giugno 2020.
Nei giorni scorsi, i promotori della Spac Sprintitaly, riuniti in Promosprint Holding (che possiede l’8,46% di Sicit) hanno giudicato inadeguata l’offerta di NB Renaissance (si veda altro articolo di BeBeez). A breve, prima della partenza ufficiale dell’offerta, è atteso anche il punto di vista del Consiglio di amministrazione. Nel frattempo il titolo a Piazza Affari viaggia ormai costantemente ben al di sopra del prezzo di offerta, attorno ai 16,8 euro per azione, pari a una capitalizzazione di oltre 377 milioni di euro.
Nel Documento di offerta si legge che al prezzo di 15,45 euro per azione la società è stata valutata 338 milioni di euro, pari a 14 volte l’ebitda rettificato. Sicit ha chiuso il 2020 con ricavi per 63,2 milioni (+11,5% dal 2019); un utile rettificato di 14,6 milioni (+16%); un ebitda consolidato rettificato di 24,1 milioni (+14%); una disponibilità di cassa netta in discesa da 29,3 a 20,5 milioni.
Nel Documento di offerta si legge che “le considerazioni alla base dell’esigenza di pervenire al delisting risiedono nei vantaggi da esso derivanti in termini di assicurare la stabilità dell’assetto azionario e garantire la continuità manageriale necessaria all’emittente in un contesto di mercato in evoluzione, usufruendo della maggiore flessibilità strategica che consegue dallo status di società non quotata. Inoltre, il delisting consentirebbe di ridurre gli oneri connessi allo status di società quotata, sia in termini di costi ricorrenti per l’azienda che in termini di adempimenti necessari per le relazioni con gli investitori. Inoltre, il management potrebbe concentrarsi più facilmente nell’esecuzione di progetti a lungo termine senza doversi confrontare con oscillazioni del prezzo dell’azione a seguito della pubblicazione di risultati trimestrali sopra o sotto le aspettative. Infine, dato che i volumi scambiati sono limitati, l’attuale situazione determina delle difficoltà per alcuni investitori nel liquidare le loro partecipazioni in tempi ragionevoli senza provocare oscillazioni del prezzo dell’azione (…). L’emittente opera in mercati sempre più competitivi in un contesto tecnologico in rapida evoluzione. Tale evoluzione offre significative opportunità nel medio-lungo periodo ma presenta anche crescenti sfide che richiedono investimenti in nuove soluzioni e sviluppo di nuove competenze per poter assicurare la continuazione del percorso di crescita dell’emittente nel lungo termine.(…) L’offerente, unitamente alla catena societaria di appartenenza, può indirettamente supportare l’rmittente in questa fase di sviluppo, eventualmente anche valutando possibili sinergie con altre società attualmente nel portafoglio di NB“.