PFH (Palladio Finanziaria Holding) ha comprato per 30 milioni di euro il 75% del capitale del Gruppo Uni Gasket, con sede a Villongo (Bergamo) e specializzato nella produzione di tubi e guarnizioni in gomma e silicone con applicazioni nelle industrie dell’automotive, delle macchine per il caffè, dei forni e altri elettrodomestici, dell’oleodinamica e delle costruzioni. Lo scrive oggi MF Milano Finanza.
L’operazione di buyout ha favorito un riassetto azionario del gruppo sinora controllato dai due fratelli Danilo e Vittorio Calissi. PFH ha infatti acquistato le quote dei due fratelli, con Danilo che è definitivamente uscito dalla compagine sociale, mentre Vittorio, che rimane alla guida operativa del gruppo in qualità di presidente e amministratore delegato, ha reinvestito per il 25%. “Avere un nuovo investitore come PFH, alle spalle del quale ci sono primarie istituzioni finanziarie italiane, ci lusinga e ci stimola ancora di più a far bene”, ha commentato Vittorio Calissi.
A condurre l’operazione per PFH è stato il managing partner Sergio Ravagli, insieme a Simone Giovannelli ed Emanuele Tomasi. Obiettivo dell’investimento è quello di supportare un percorso di crescita sia organica fsia per acquisizioni, visto che il mercato in cui opera Uni Gasket è ancora molto frammentato. Ogg il gruppo Uni Gasket impiega circa 300 dipendenti negli stabilimenti produttivi di Italia, Polonia e Romania. Il gruppo realizza oltre la metà del proprio fatturato consolidato con l’export. Il gruppo ha chiuso il 2017 con circa 50 milioni di euro di ricavi, un ebitda di oltre 8 milioni e un debito finanziario netto sostanzialmente azzerato. Ravagli ha spiegato a MF Milano Finanza che “le acquisizioni potranno essere finanziate con mezzi propri, tramite successivi aumenti di capitale di Uni Gasket, oppure ricorrendo al finanziamento bancario visto che la società oggi ha pochissimo debito, oppure anche carta contro carta, facendo entrare nel capitale di Uni Gasket gli imprenditori delle società target. Vedremo. Le opportunità sono tante e abbiamo già trattative avanzate con 4-5 società”.
Advisor finanziario di PFH sè stato Palladio Corporate Finance, mentre la famiglia Calissi è stata supportata da Euromerger. Gli studi legali coinvolti nell’operazione sono stati White & Case per PFH, Withers per la famiglia Calissi e lo studio Orsingher Ortu per gli aspetti legati al finanziamento dell’acquisizione. Le attività di due diligence dell’acquirente sono state eseguite da Ernst & Young per gli aspetti finanziari, dallo studio Russo De Rosa Associati per la parte fiscale e da Alix Partners per la business due diligence. Greenwich ed SCTA Consulting si sono, infine, occupati rispettivamente delle verifiche di carattere ambientale e assicurativo.
Per PFH si tratta della seconda operazione di investimento diretto dopo l’acquisizione lo scorso maggio del 30% di RCF Group, leader a livello internazionale nella progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi e prodotti per l’audio professionale e la sonorizzazione pubblica. Operazione quella, che ha poi visto entrare in seconda battuta al fianco di PFH lo scorso ottobre anche Amundi Private Equity Funds (si veda altro articolo di BeBeez).
“Dopo queste due operazioni, PFH ha ancora circa 50 milioni di euro disponibili per altri investimenti diretti di private equity. E peraltro quella liquidità è destinata poi a crescere grazie ai risultati di tutte le attività di PFH”, ha commentato ancora Ravagli, che ha ricordato che “il fondo Vei Capital, che aveva a suo tempo raccolto 513 milioni di euro, a oggi è completamente investito e quindi è ora concentrato sulla gestione delle partecipate. Quanto agli investimenti futuri, ora che abbiamo quotato la nostra Spac VEI 1 (si veda altro articolo di BeBeez), tutte le opportunità di taglia da 80-100 milioni che ricadranno per dimensione nel target potenziale della Spac verranno in prima battuta presentate appunto a VEI1″.
La Spac ha raccolto 100 milioni dagli investitori, tra i quali nomi noti dell’imprenditoria italiana come la famiglia Amenduni, con PFH che ne ha investiti 20 del suo bilancio. Nel caso ci fosse invece la possibilità di investire in aziende di dimensioni più piccole, a investire non sarà la Spac ma PFH. Infine PFH potrà coinvestire, come ha già fatto in passato, con l’altro nostro veicolo, Venice Shipping & Logistics, se ci saranno opportunità in quello specifico settore”.