Rigoni di Asiago, casa madre dei marchi Nocciolata, Fiordifrutta e Mielbio, controllata dalla famiglia Rigoni e partecipata da Kharis Capital, ha acquisito il 100% di Saveurs & Nature, azienda francese specializzata in cioccolato biologico. L’ha venduta JMV Holding, che fa capo ai due fondatori: Jean Michel Mortreau e la moglie Valerie. Lo riferisce l’agenzia di stampa askanews, secondo cui l’operazione è stata finanziata da Crédit Agricole FriulAdria con un prestito ESG-linked collegato al raggiungimento di precisi obiettivi di sostenibilità da parte dell’azienda.
Nell’operazione, Orsingher Ortu Avvocati Associati ha assistito Rigoni di Asiago per i profili legali relativi all’operazione di finanziamento ESG linked, mentre lo studio legale parigino BG2V – Beylouni Carbasse Guény Valot Vernet ha seguito gli aspetti dell’acquisizione di diritto francese. La banca finanziatrice è stata affiancata da Legance – Avvocati Associati.
Saveurs et Nature è un’azienda a conduzione familiare nata nel 2001, che conta oltre 70 dipendenti. La società è nata nel retrocucina del ristorante biologico “RestObio”, a St Herblain nei pressi di Nantes, in cui i cioccolatini bio erano offerti come accompagnamento al caffè. Il successo di questi cioccolatini fu tale che la famiglia Mortreau decise di dedicarsi interamente alla produzione di cioccolato 100% biologico. Tra l’altro Saveurs et Nature è tra i pochi produttori di cioccolato che provvedono direttamente alla torrefazione delle fave di cacao.
Fondata nel 1923, Rigoni di Asiago è una delle più importanti aziende produttrici di cibo biologico in Europa. La società è stata fondata all’indomani della prima guerra mondiale da Elisa Antonini, nonna dell’attuale presidente e azionista di riferimento Andrea Rigoni (57,3% del capitale) ed è partecipata al 42,7% dal fondo Kharis Capital dal giugno 2018, che aveva rilevato la quota del 35,55% della società dal Fondo Italiano di Investimento e contestualmente aveva sottoscritto un aumento di capitale da 10 milioni, portando così appunto la sua quota al 42,7% (si veda altro articolo di BeBeez). A sua volta il Fondo Italiano avevva investito nell’azienda in due fasi nel 2012, dapprima sottoscrivendo un aumento di capitale nel febbraio di quell’anno, per una quota del 2,8%, e nel luglio successivo aveva convertito in azioni un finanziamento da 9,5 mln erogato in conto futuro aumento di capitale, per una quota del 32,75%.
Nel marzo 2019 Rigoni di Asiago aveva poi ottenuto un prestito a medio-lungo termine da 50 milioni di euro da Banco Bpm e Unicredit, assistito dalla garnzia di Sace (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre nel 2019, a luglio, sono scaduti 7 milioni di euro di minibond con cedola 6,25% che erano stati emessi ne 2014 e quotati all’ExtraMot Pro (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso luglio Rigoni di Asiago si è assicurata un finanziamento da 10 milioni di euro da Unicredit. Si era trattato della prima erogazione della banca nell’ambito del plafond dedicato al nuovo prodotto Finanziamento Futuro Sostenibile, finalizzato a incentivare gli investimenti di medio-lungo termine delle aziende italiane supportandone i piani di crescita sostenibile (si veda altro articolo di BeBeez). Rigoni di Asiago ha chiuso il 2020 con ricavi per 130,4 milioni di euro, un ebitda di 16,8 milioni e un debito finanziario netto di 23,6 milioni (si veda qui l’analisi Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).