RINA spa, gruppo che fornisce un’ampia gamma di servizi ad alto valore aggiunto nei settori energia, marine, certificazione, infrastrutture, trasporti e industry, andrà a Piazza Affari, ma non prima della fine del 2021. Lo ha detto a Reuters Ugo Salerno, presidente e amministratore delegato del gruppo. “Stiamo valutando la Borsa e, se veramente andremo a quotarci, come tempi ragionevoli parliamo di fine 2021, 2022”, ha spiegato Salerno, che ha aggiunto: “Stiamo analizzando la possibilità di prendere un advisor finanziario, il processo richiederà ancora qualche mese”, sottolineando che per la scelta dei global coordinator i tempi sono decisamente prematuri.
Di quotazione per RINA si parla da tempo e in particolare lo scorso dicembre si erano diffuse voci circa uno sbarco a Piazza Affari già quest’anno (si veda altro articolo di BeBeez).
Il gruppo conta oltre 3.800 risorse e 200 uffici in 70 paesi nel mondo.ha archiviato il 2018 con ricavi consolidati per 443 milioni, un ebitda di 51 milioni e un debito finanziario netto di 131 milioni,(si veda qui il comunicato stampa e qui il bilancio 2018) dopo il rifinanziamento del debito da 150 milioni di euro dell’agosto 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), mentre il 2019 si è chiuso con ricavi in crescita a 465 milioni e un ebitda rettificato intorno al 10,5%-11% del fatturato. E per il 2020 l’obiettivo è superare i 500 milioni di euro di ricavi.
RINA è nato da quello che una volta era il Registro Italiano Navale e che ha progressivamente esteso i propri servizi dalla classificazione alla certificazione, dal collaudo all’ ispezione, dalla formazione al consulting engineering e ampliato la gamma dei settori in cui opera, includendo, oltre all’industria navale, anche ambiente, responsabilità sociale, energia, infrastrutture, trasporti e logistica, agroalimentare, tecnologia e innovazione.
Rina è tuttora controllato al 70% dal Registro Navale Italiano, un ente morale di natura privata (paragonabile a una fondazione) nel cui consiglio di amministrazione siedono i rappresentanti di varie associazioni di Camere di Commercio, armatori, assicurazioni, cantieri e altri professionisti. Il gruppo è partecipato dal 2014 da Palladio, attraverso Vei Capital e Venice Shipping & Logistics, e dal 2016 da NB Renaissance (che ha rilevato la quota che nel 2014 aveva acquisito Intesa Sanpaolo, entrata nel capitale insieme a Palladio), che hanno sottoscritto inizialmente un aumento di capitale da 25 milioni, impegnandosi in investimenti successivi sottoforma di equity e di obbligazioni convertibili sino a un totale di 100 milioni, corrispondente a non oltre il 30% del capitale (si veda altro articolo di BeBeez). A oggi i fondi controllano il 27% del capitale, mentre il restante 3% in mano al management.
La quotazione permetterebbe al gruppo di cogliere opportunità di crescita in un mercato frammentato. Salerno ha spiegato a Reuters che RINA sta guardando sia a possibilità di acquisizioni di peso notevole sia a prede più piccole, aziende o organizzazioni che diano un contributo a livello di competenze o presenza geografica. Nel maggio 2016 la società ha già comprato il 100% della britannica Edif Group Limited per circa 150 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Nel corso del 2018 RINA ha poi rilevato la maggioranza di Comete Engineering, per rafforzare la presenza nel settore ingegneristico su scala internazionale. Infine lo scorso luglio 2019 RINA ha comprato CND Studio, fondato a Milano da Gino Fabbri nel 1995 e specializzato nella formazione e certificazione degli operatori di controlli non distruttivi (si veda qui il comunicato stampa).