Banca Profilo ha chiuso a Piazza Affari venerdì 19 febbraio a 0,2325 euro, in rialzo dell’1,09%, dopo che Sator sgr (che ne controlla il 62,4% tramite il fondo Sator Private Equity Fund) ha rifiutato l’offerta vincolante di Banor sim per rilevare la banca, depositata venerdì 12 febbraio (si veda altro articolo di BeBeez).
Si dice che l’offerta assegnasse a a Banca Profilo un prezzo superiore alla media dei prezzi registrati dalle azioni della banca in Borsa negli ultimi 3 mesi e che sarebbe stata finanziata interamente con fondi propri. Non si esclude però che le parti possano rinegoziare i termini.
Sul tavolo dell’advisor Lazard per la quota di controllo di Banca Profilo c’è comunque ancora l’offerta vincolante di Banca Finint, una tra le più attive investment bank sul panorama del mercato italiano della finanza strutturata, del corporate & investment banking e dell’asset management, che secondo Il Sole 24 Ore avrebbe avanzato una proposta mista, in contanti e carta contro carta con un’ipotesi di fusione tra le due banche in modo tale che Banca Finint si ritroverebbe quotata a Piazza Affari.
Dallo scorso 1° gennaio Banca Finint è guidata dal nuovo amministratore delegato Fabio Innocenzi, mentre Giovanni Perissinotto, prima ceo, ha assunto il ruolo di vicepresidente. Banca Finint lo scorso ottobre 2020 ha riorganizzato l’assetto societario per semplificare la struttura e ha annunciato la fusione per incorporazione nella società capogruppo Banca Finint spa di tre società interamente controllate: Securitisation Services spa, leader di mercato nella gestione e nel monitoraggio di operazioni di cartolarizzazione, covered bond e finanza strutturata; Finint Corporate Advisors srl, che svolge attività di consulenza in operazioni di finanza straordinaria; e FISG Srl, leader di mercato nella realizzazione di operazioni di finanza strutturata. La fusione ha riguardato invece Finint Investments sgr, la società di gestione del risparmio, nella quale la capogruppo manterrà la partecipazione diretta (si veda altro articolo di BeBeez).
Toranando alle offerte per Banca Profilo, negli ultimi giorni si è saputo anche di un interesse del fondo RiverRock, che avrebbe depositato un’offerta non vincolante. Nell’ottobre 2020, erano invece arrivate per la banca varie altre offerte non vincolanti da fondi italiani ed esteri, tra cui quella di Attestor Capital, che già controlla la private bank torinese BIM. Altre proposte di acquisto si diceva fossero arrivate poi da soggetti bancari come Banco Desio, Lombard Odier e Julius Baer (si veda altro articolo di BeBeez).
Sator aveva annunciato a inizio giugno 2020 la messa in vendita della sua quota. Contestualmente era stato ventilato il probabile interesse di Matteo Arpe, fondatore di Sator, a ricomprarla, così come si diceva potrebbero fare altri investitori del fondo la cui scadenza è stata di recente allungata (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio, aveva comunicato Banca Profilo in occasione della presentazione del suo piano industriale 2020-2023 “nell’ambito del più ampio riassetto azionario, il fondo verificherà, alla luce anche di preliminari interlocuzione intercorse, l’interesse di alcuni dei propri quotisti all’investimento diretto nel capitale di Banca Profilo” (si veda qui il comunicato stampa). E i quotisti in questione sono, come noto, in primo luogo la stessa Sator spa, la finanziaria controllata al 67,5% da Arpe, che del fondo detiene il 20% delle quote, ma anche le famiglie Angelini e Brachetti Peretti, Luigi Berlusconi, la Fondazione Roma e la Fondazione Mps.
Una valutazione alta di Banca Profilo aiuterebbe Sator a compensare gli insuccessi degli investimenti in: News 3.0, editore de Lettera43 e di LetteraDonna.it, che hanno sospeso le pubblicazioni, ExtraBanca e Banzai (oggi ePrice) e a replicare il successo del disinvestimento in Petrovalves ceduto al family office della famiglia Thyssen. Il fondo Sator era entrato nel capitale di Banca Profilo nel 2009, sottoscrivendo tramite il fondo Sator Private Equity Fund un aumento di capitale riservato da 70 milioni, nell’ambito di un aumento di capitale complessivo di 110 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa di allora). L’operazione aveva permesso alla banca di ripartire dopo le perdite accumulate nella finanza strutturata. Si era trattato del primo caso in Italia di risanamento di una banca in crisi da parte di un fondo di private equity, oltre che il primo caso di esenzione dall’obbligo di promuovere un’opa obbligatoria per il trasferimento di controllo di una banca quotata.
Ricordiamo che il piano industriale 2020-23 presentato a inizio giugno 2020 da Banca Profilo (si veda altro articolo di BeBeez), sul fronte dell’attività di private banking, prevede di ampliare la gamma di servizi e prodotti offerti, focalizzata su prodotti di nicchia differenzianti rispetto alla competizione, confermando il focus strategico relativo a prodotti alternativi, allargato a veicoli di investimento che facciano scouting di iniziative sul mercato da proporre ai clienti, club deal industriali fuori dal territorio italiano, club deal immobiliari su trophy asset domestici e l’allargamento dei club deal finanziari alle asset class di private debt, cartolarizzazioni e note. Quanto all’investment banking, è previsto il potenziamento delle attività di lending, sfruttando le opportunità del decreto Cura Italia che ha aperto il mercato di finanziamenti garantiti al 90% dello Stato; lo sviluppo di un’attività di advisory su equity investment focalizzati sul mondo delle pmi a supporto di appositi veicoli di pre-ipo strutturati per la distribuzione ai clienti del gruppo; e l’implementazione di un’attività di intermediazione in singole opportunità di asset class di nicchia (UTP, situazioni di procedura concorsuale, turnaround e special situation).
Inoltre, nella stessa nota diffusa a giugno 2020 relativa al piano industriale, era precisato che “la banca ha valutato positivamente la possibilità di salire al 15% nella partecipazione in Tinaba, con un’ulteriore opzione per altri 5 punti percentuali”. L’interesse per Tinaba, la banca fintech lanciata da Sator nel 2016 (si veda altro articolo di BeBeez), di cui oggi Banca Profilo possiede il 5%, va letto nel quadro del piano industriale al 2023 che prevede anche lo sviluppo dell’offerta digitale in partnership appunto con Tinaba, per cogliere appieno le opportunità del fintech, con una crescita degli utenti a 375 mila, masse in roboadvisor superiori a 300 milioni di euro e il lancio di nuovi prodotti e servizi per ricavi complessivi 6 milioni di euro. Tinaba nel novembre 2020 ha varato un aumento di capitale da poco meno di 6 milioni di euro, sovrapprezzo compreso da sottoscriversi entro il 31 dicembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez).
Banca Profilo ha chiuso il 2020 con 57,8 milioni di euro di ricavi consolidati in linea con il 2019, un risultato operativo di 15 milioni (+15%) e un utile netto consolidato a 8,7 milioni di euro (+4%) tenuto anche conto dell’impatto della controllata svizzera Banque Profil de Gestion, in via di dismissione. Il tutto con una raccolta totale della clientela in riduzione a 5,4 miliardi di euro escluso la controllata estera (-4,2%) (si veda qui il comunicato stampa).