Si allunga la lista dei pretendenti per il gas naturale australiano di Eni, in vendita dallo scorso giugno con una valutazione che potrebbe arrivare a un miliardo di dollari (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto riferisce The Australian, ora sarebbero in corsa anche l’americana Morgan Stanley Infrastructure, il gruppo indonesiano MedcoEnergie e multinazionali come APA Group e Roc Oil, controllata dalla conglomerata cinese Fosun International Group.
Secondo la stampa australiana (si veda qui AFR), anche società di gas australiane di medie dimensioni starebbero studiando il dossier. Si tratta per esempio di Beach Energy, Senex Energy e Cooper Energy, ma anche di Jadestone Energy, proprietaria del progetto Montara project nella zona nord orientale del continente, e di Vermilion Energy, che possiede il sito Wandoo, davanti alla costa orientale. Quanto ai fondi infrastrutturali, si sono fatti anche i nomi di IFM Investors, di QIC Ltd e di Morrison & Co.
Gli altri potenziali acquirenti, in lizza già da giugno, sono l’australiana Santos, il sudcoreano SK Group (affiancato dall’advisor JPMorgan) e soprattutto il private equity australiano Macquarie Infrastructures (si veda altro articolo di BeBeez). Ora è emerso che quest’ultimo si è alleato con Neptune Energy Partners.
L’asta si è aperta nel giugno scorso, con Citi nominato da Eni come advisor e con una valutazione degli asset in questione che Gli asset in vendita sono il Blacktip Gas Project e lo Yelcherr Gas Plant più la quota del 10,99% dell’impianto Darwin LNG e del campo Bayu-Undan e la quota del 72,2% nel progetto Evans Shoal. Lo scorso marzo il gruppo australiano Santos ha ceduto il 25% di Darwin LNG e di Bayu-Undan a SK E&S per 390 milioni di dollari (si veda qui il comunicato stampa).
Secondo quanto riferito sempre da AFR, il teaser distribuito da Citi rivela che gli asset in vendita hanno prodotto un free cash flow di 165 milioni di dollari nel 2019. La fetta più importante di quel free cash flow è arrivata da contratti per la vendita di gas naturale degli impianti Blacktip e Yelcherr, indicizzati all’inflazione, seguita dalla quota prodotta dalle tariffe per il trattamento del gas naturale liquefatto da parte di Darwin LNG. I flussi di cassa saranno gli stessi sino al 2034 e per la maggior parte non sono soggetti al rischio di prezzo delle materie prime.
Eni ha opera in Australia dal 2000 ed è è attiva nel settore exploration & production tramite la consociata Eni Australia Ltd. La cessione degli asset australiani rientra nella sua strategia di vendita delle attività non considerate core business, anche al fine di fare cassa in un contesto macroeconomico difficile.