Come era logico aspettarsi, il dossier su pasta Divella sta circolando tra i grandi fondi di private equity. Secondo quanto riferito ieri da Il Sole 24 Ore, il processo competitivo, gestito dall’advisor Vitale&Co, si dovrebbe però aprire a inizio 2022.
Ovviamente all’asta ci si aspetta che parteciperanno anche investitori strategici e tra questi c’è già un nome che circola insistente, che è quello della quotata Newlat, visto che in occasione dell’emissione del bond da 200 milioni di euro lo scorso febbraio (si veda qui il comunicato stampa), il management del gruppo italiano, che nel settore pasta e prodotti da forno possiede già i brand Buitoni, DelVerde e Pezzullo, aveva dichiarato che i capitali raccolti sarebbero serviti a finanziare la crescita per acquisizioni e che già c’erano alcuni potenziali target, di cui tre nel segmento pasta (in Italia, in Francia e in Usa) e due nel bakery (nel Regno Unito e in Germania), con size da 100 a 500 milioni di fatturato circa. L’acquisizione nel Regno Unito, che ha riguardato il gruppo Symington’s, è poi stata annunciata a inizio agosto (si veda qui il comunicato stampa). Secondo un report diffuso ieri da Equita sim, Divella potrebbe essere il target italiano nel settore pasta che ha in mente Newlat.
Che un’operazione sul produttore di pasta controllato dall’omonima famiglia Divella fosse nell’aria era già noto dallo scorso marzo, quando il ceo Vincenzo Divella, in un’intervista a Mergermarket aveva dichiarato che stava pensando di aprire il capitale a un investitore strategico per finanziare la sua espansione internazionale e che sarebbe più interessato a un investitore statunitense, piuttosto che a uno europeo (si veda altro articolo di BeBeez).
Divella, diceva il ceo, pensa a gruppi multinazionali attivi nel settore food, con un particolare interesse al settore della pasta e delle conserve e con una rete di distribuzione ben strutturata in Nord America. Questo aiuterebbe infatti la società italiana a penetrare il mercato Usa e a costruire sinergie. Al momento non è ancora stato dato mandato ad alcun advisor, ma si parla di Rothschild come favorito.
Ma appunto il fatto che Divella abbia dichiarato l’interesse per un investitore strategico non preclude ai fondi di private equity di fare offerte, anche perché in passato, nel 2019, la stessa Divella aveva in qualche modo sondato il mercato del private per una possibile apertura del capitale, ma poi la pandemia aveva bloccato tutto.
SI dice che Divella possa valere oltre 300 milioni di euro, anche tra le 12 e le 14 volte l’ebitda 2020, che era stato di circa 30 milioni di euro, a fronte di ricavi per 300 milioni.
Nel settore ricordiamo che è in circolazione anche il dossier su pasta De Cecco. A inizio agosto, infatti, si parlava di un interesse del fondo spagnolo ProA Capital ad acquistare una minoranza nella società che fa capo all’omonima famiglia (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto all’estero, ricordiamo che CVC Capital Partners è entrato a fine luglio in trattative esclusive con il gruppo spagnolo Ebro Foods per l’acquisizione del business della pasta secca, couscous, salse e semolino che fa capo alla controllata francese Panzani (si veda altro articolo di BeBeez). Proprio in vista dell’operazione, da Panzani saranno scorporati i business del riso e della pasta fresca. Il perimetro oggetto dell’acquisizione lo scorso anno ha registrato 470 milioni di euro di ricavi e viene valutato 550 milioni.