Si allungano i tempi per la cessione di Sparkle, l’operatore internazionale di telecomunicazioni all’ingrosso interamente di proprietà di TIM, che gestisce cavi in fibra che si estendono per oltre 600 mila chilometri, con una rete sottomarina che trasmette informazionic tra i Paesi dell’Europa, del Mediterraneo e delle Americhe. Una società per la quale si dice che TIM chieda circa un miliardo di euro.
Ieri in serata, infatti, TIM ha diffuso una nota in cui riferisce che Optics Bidco, controllata da KKR e già impegnata nell’offerta vincolante per la NetCo, cioè la società che deterrà il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa di telecomunicazioni di TIM, ha sì confermato il proprio interesse alla prosecuzione delle negoziazioni per l’acquisto di Sparkle, ma ha chiesto di poter approfondire fino alla fine di gennaio 2024 le attività di due diligence, in modo da poter disporre di tutte le informazioni necessarie per formulare un’offerta finale. La richiesta di KKR verrà sottoposta all’esame del Consiglio di amministrazione di TIM programmato per il prossimo 14 dicembre, che verrà aggiornato sull’andamento delle interlocuzioni in proposito intervenute con KKR.
Ricordiamo, infatti, che lo scorso ottobre Sparkle non era stata inserita nell’offerta vincolante presentata da di KKR al Consiglio di amministrazione di TIM per la NetCo, ma era stata invece presentata un’offerta non vincolante (si veda altro articolo di BeBeez). A novembre, poi, quando il Cda di TIM aveva approvato l’offerta per la NetCo, aveva rimandato al mittente quella per Sparkle, chiedendo di ricevere un’offerta vincolante a un valore più elevato, una volta completata la due diligence, fissando come data ultima ieri 5 dicembre (si veda altro articolo di BeBeez). Ma appunto a ieri nessuna offerta era stata presentata perché il nodo del prezzo non era stato sciolto. Si parla di una prima proposta base di KKR di soli 600 milioni di euro, più un earnout fino a 750 milioni. Nel bilancio 2022 di TIM (pag. 399), Sparkle ha un valore di carico di 587,84 milioni, a fronte di un patrimonio netto di 216,5 milioni e di una perdita netta di 45,3 milioni.
Sul fronte dello scorporo del ramo d’azienda per la cessione della NetCo, invece, le cose procedono come da programma, con i primi dettagli pratici della struttura dell’operazione che sono stati annunciati a fine novembre (si veda altro articolo di BeBeez).