
Giornata nera ieri in Borsa per Fila (Fabbrica Italiana Lapis e Affini spa). La società ha infatti lasciato sul terreno il 6,96%, chiudendo a 10,16 euro per azione. Ai mercati non è piaciuta affatto la exit di Venice European Investment Capital (Vei Capital), società che fa parte del Gruppo Palladio Finanziaria). Vei Capital ha infatti venduto per 25,6 milioni di euro la sua partecipazione in Fila, pari al 5,9% del capitale, a investitori istituzionali, tramite una procedura di accelerated bookbuilding (abb) sotto la regia di Mediobanca che ha agito in qualità di sole bookrunner (si veda qui il comunicato stampa). Le azioni della società sono passate di mano al prezzo di 10,1 euro ciascuna. Il regolamento dell’operazione avverrà domani.
Nell’operazione al produttore di lapis è stato riconosciuto un equity value di circa 434 milioni di euro. La cifra si confronta con i 160 milioni a cui era stata valutata l’equity di Fila nell’ottobre 2013, quando Vei Capital era entrata nel capitale con una partecipazione iniziale del 17%, rilevando la quota da Winch Italy Holdings 1, il veicolo di investimento gestito da Edmond de Rothschild Investment Partners e in seguito sottoscrivendo un aumento di capitale da 6 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Il veicolo d’investimento che fa capo alla holding guidata da Roberto Meneguzzo era quindi nel capitale di Fila da quasi otto anni e una exit era prevedibile, soprattutto se consente di ottenere un cash mutliple pari a 2,7 volte l’investimento iniziale.
Fila è nata a Firenze nel 1920 ed è gestita e controllata dal 1956 dalla famiglia Candela, tramite la holding Pencil. Dal novembre 2015 Fila è quotata alla Borsa di Milano, sul segmento Star, grazie alla business combination con la Spac Space spa (si veda altro articolo di BeBeez). Poi, nell’aprile 2018, Simona Candela, sorella di Massimo, dopo anni di relazioni problematiche con il fratello, aveva ceduto il suo 31% della holding di famiglia Pencil al fondo Blue Skye per 50 milioni di euro, cifra liquidata tramite una caparra iniziale di 10 milioni e successivi 40 milioni pagati grazie a un finanziamento del fondo statunitense Elliott. Massimo Candela, che detiene il 69% di Pencil, aveva fatto ricorso presso il Tribunale di Milano (si veda altro articolo di BeBeez) cercando di far valere un diritto di prelazione che lo stesso Tribunale non gli ha riconosciuto, rigettando il ricorso nel novembre dello stesso anno.
Fila ha registrato negli ultimi vent’anni una crescita significativa e ha perseguito una serie di acquisizioni strategiche, fra cui l’italiana Adica Pongo, le statunitensi Dixon Ticonderoga Company ed il Gruppo Pacon, la tedesca LYRA, la messicana Lapiceria Mexicana, l’inglese Daler-Rowney Lukas, la francese Canson, il ramo d’azienda Arches, rilevato nel marzo 2020 dalla finlandese Ahlstrom-Munksjö Oyj (si veda altro articolo di BeBeez). A Fila fanno capo i marchi Giotto, Tratto, Das, Didò, Pongo, Lyra, Doms, Maimeri, Daler- Rowney, Canson, Princeton e Strathmore.
Fila, con sede a Pero (Milano), ha chiuso il 2020 con ricavi per 608 milioni di euro, contro 687 milioni nel 2019, generando un ebitda di 95 milioni (contro i 111 dell’anno precedente) e un debito netto di 493 milioni. (si veda qui il bilancio 2020).
Prima di quella da Fila, l’ultima exit di Vei Capital risale al febbraio 2020, quando aveva ceduto il suo 40% del produttore di suole in gomma Finproject a Versalis, divisione chimica del Gruppo Eni (si veda altro articolo di BeBeez).