Sorgenia, controllata dal terzo fondo di F2i sgr e da Asterion Industrial Infra Fund I di Asterion Industrial Partners, ha rilevato San Marco Bioenergie (principale operatore italiano nella produzione di energia elettrica da biomasse vegetali con circa 70 MW installati) e sette impianti eolici (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione è una diretta conseguenza della fusione per incorporazione in Sorgenia del veicolo societario Zaffiro, partecipato al 72,4% da F2i sgr e al 27,6% da Asterion, e che era stato costituito lo scorso ottobre proprio per acquisire Sorgenia (si veda altro articolo di BeBeez).
Infatti, all’atto della costituzione di Zaffiro, F2i aveva sottoscritto un aumento di capitale, in parte tramite conferimento in denaro e in parte tramite apporto in natura. Per quel che riguarda quest’ultimo, F2i aveva trasferito in Zaffiro le quote di controllo detenute dal veicolo F2i ER 1 in sette impianti eolici ex Veronagest e in San Marco Bioenergie spa e sue controllate (si veda qui il testo del provvedimento 28298 dell’Antitrust). Quelle partecipazioni sono ora confluite in Sorgenia.
La nuova compagine sociale di quest’ultima vede quindi il fondo infrastrutturale F2i al 72,4% e Asterion Industrial Partners al 27,6%. Sorgenia ha inoltre suerato i 4,7 GW di potenza installata, diventando un operatore di rilevanti dimensioni industriali anche nella produzione di energie rinnovabili.
Gianfilippo Mancini, ceo di Sorgenia, ha commentato: “La fusione inversa perfezionata oggi conclude un percorso iniziato lo scorso ottobre e rafforza la posizione di Sorgenia nel sistema energetico italiano. Siamo ora pronti a realizzare un importante piano di investimenti sulle tecnologie rinnovabili e a svolgere un ruolo di leadership nella transizione energetica del nostro Paese”.
F2i e Asterion avevano vinto nel dicembre 2019 l’asta per Sorgenia indetta da Nuova Sorgenia Holding, la società che controllava il capitale di Sorgenia e i cui azionisti erano Banco BPM (33,2%), Intesa Sanpaolo, Mps, Ubi Banca e Unicredit (ciascuno con il 16,67%). Le banche erano diventate azioniste della società a valle di un processo di ristrutturazione del debito che aveva visto uscire di scena i precedenti azionisti CIR e Verbund. Il valore dell’operazione di F2i-Asterion non è stato reso noto, ma si parlava di una valutazione da circa un miliardo di euro. Mancini era stato confermato ad, con presidente Angelo Barbarulo.
Fin dall’ottobre 2019 era noto che F2i e Asterion stavano definendo un’offerta di acquisito per la società, inserendosi a sorpresa nella partita che aveva sollevato gli interessi di fondi di private equity come Blackstone, Riverstone, Cvc ed Energy Capital e di soggetti industriali come Iren, Acea, la britannica Contourglobal e la cordata tra l’italiana A2A e la ceca Eph (si veda altro articolo di BeBeez). Il 20 dicembre 2019 erano arrivate sul tavolo degli advisor quattro proposte: da F2i-Asterion, A2A-Eph, Iren e Contourglobal.
La nota di Sorgenia del dicembre 2019 precisava che “il grande lavoro svolto negli ultimi anni ha permesso al gruppo di tornare a generare utili importanti (46 milioni nel 2018) e di rimborsare alle banche oltre 650 milioni di euro”. La società ha chiuso il 2020 con un ebitda in aumento da 205 a 317 milioni e un debito netto in discesa da 649 a 467 milioni (si vedano qui i key financials).