Generali Real Estate ha lanciato Generali Real Estate Debt Investment Fund II (GREDIF II), il suo secondo fondo di debito immobiliare commerciale per investire nei Paesi dell’Europa continentale e in Regno Unito, con un obiettivo di raccolta di un miliardo di euro. Il focus di investimento è debito senior, con un loan-to-value fino al 60% e tassi variabili.
Il GREDIF II, che ha etichetta ESG perché classificato come prodotto di cui all’articolo 8 del regolamento UE sulla divulgazione della finanza sostenibile, investirà soprattutto in uffici, logistica e immobili residenziali.
Il fondo segue il predecessore Generali Real Estate Debt Investment Fund (GREDIF), lanciato nel 2019 e che ha raccolto 1,45 miliardi di euro.
Nunzio Laurenziello, head of debt investments di Generali Real Estate, ha dichiarato che: “Con l’aumento dei vincoli normativi dei finanziatori tradizionali dopo la crisi finanziaria globale, vediamo forti opportunità sul mercato del debito immobiliare commerciale per fornire finanziamenti su base selettiva. Con il crescente contesto dei tassi d’interesse e la leva moderata del fondo che permette di assorbire una potenziale grave correzione del mercato senza intaccare il prestito stesso, ci aspettiamo che il GREDIF II attirerà investitori terzi oltre alle compagnie assicurative Generali che si sono già impegnate”.
Alberto Agazzi, ceo di Generali Real Estate sgr in un post su Linkedin dello scorso dicembre aveva scritto: “Alla luce della crisi prevista per il 2023, il settore bancario sta diventando più avverso al rischio e riluttante a concedere prestiti a progetti immobiliari complessi. Al contrario, i finanziatori alternativi sono ben attrezzati per valutare adeguatamente il rischio e fornire finanziamenti su base selettiva. Vale la pena ricordare che i prestiti immobiliari senior sono in una posizione unica per affrontare l’incertezza: i) con i tassi variabili è possibile coprire i rialzi dei tassi d’interesse e ii) con un loan to value intorno al 60% possono assorbire una potenziale severa correzione del mercato senza che il prestito stesso ne risenta”. E aveva aggiunto: “Il ruolo dello screening ESG lungo tutta la catena del valore immobiliare, dal processo di due diligence dell’investimento alla gestione quotidiana degli inquilini e delle loro relazioni, è cresciuto da elemento “piacevole” a parte integrante dell’analisi del rischio e componente chiave per la protezione del valore nel lungo termine. Gli investitori immobiliari mostrano un crescente appetito per gli investimenti con etichetta ESG, sia in termini di aumento della domanda di prodotti con solide metodologie di screening ESG, sia in termini di forti evidenze ESG per gli asset e i fondi sottostanti”.
(articolo in via di definizione)