GVA Redilco & Sigest, una delle più importanti realtà italiane attive nel settore della consulenza, dell’intermediazione e dei servizi immobiliari integrati (dal living agli uffici, dal retail alla logistica), ha cambiato nome in Dils (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione completa).
Lo ha reso noto ieri l’amministratore delegato Giuseppe Amitrano in conferenza stampa alla Terrazza Martini all’ultimo piano di Piazza Diaz 7 a Milano, lo stesso edificio che ospita anche la sede di Dils.
Il ceo ha spiegato che il nuovo marchio richiama il termine inglese “deals” (accordo, transazione, affare, unione) e che era già contenuto in GVA ReDILco & Sigest, e soprattutto è funzionale all’espansione internazionale della società.
Quest’ultima punta in prima battuta sul sud Europa (Francia, Portogallo e Spagna), poi nella regione settentrionale (Germania, Olanda e Polonia) e infine in Gran Bretagna. Dils mira a superare i 100 milioni di ricavi entro il 2026. Sul piano operativo, l’internazionalizzazione sarà portata avanti sia con l’acquisizione di operatori locali dalla forte predisposizione al cambiamento, sia con l’apertura diretta di sedi, ha chiarito Amitrano.
Il rebranding dell’azienda avviene in occasione dei 50 anni dalla fondazione del gruppo, che ha progressivamente mutato il proprio DNA. GVA Redilco è stata infatti fondata nel 1971 e dal 2016 è guidata dall’amministratore delegato, nonché imprenditore, Giuseppe Amitrano, in seguito a un’operazione di management buyout.
GVA Redilco & Sigest è nata dopo l’acquisizione del 100% di Sigest da parte di GVA Redilco, avvenuta nell’ottobre 2019, insieme a quella dell’agenzia immobiliare MedioCasa srl, consociata di Sigest (si veda altro articolo di BeBeez). GVA Redilco è anche rappresentante italiano e secondo maggiore azionista di GVA Worldwide Ltd, uno dei principali service provider immobiliari a livello mondiale. Negli ultimi anni GVA Redilco & Sigest, sotto la guida di Amitrano, è cresciuto fino a diventare leader in Italia nei servizi immobiliari. La società ha chiuso il 2020 con ricavi per 19,6 milioni, un ebitda di 8,2 milioni e una liquidità netta di 11,2 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).
Nel novembre scorso è entrata nel suo capitale con una quota del 18% la società veicolo Redeal, costituita da H14, family office di Luigi, Eleonora e Barbara Berlusconi, che ha coinvolto nell’investimento altri importanti family office e imprenditori italiani e internazionali (si veda altro articolo di BeBeez). Tra questi rientrano la famiglia Marzotto, i Doris (Mediolanum), gli Alessandri (Technogym) e la famiglia de Brabant (fondatrice del gruppo del marketing digitale Jakala, partecipato dalla stessa H14 e controllato al 60% da Ardian).
Ricordiamo che H14 ha in portafoglio partecipazioni in Jakala, il primo gruppo italiano specializzato nella cosiddetta martech, la tecnologia applicata al marketing; in Bending Spoons, software house italiana assurta agli onori della cronaca per aver sviluppato l’app Immuni; in sennder, azienda tedesca leader nella digitalizzazione dei trasporti su strada; nel noto gruppo tedesco di trasporto passeggeri su strada Flixbus; nelle inglesi SumUp (pagamenti digitali) e Secret Escapes (viaggi); e infine nella francese Contentsquare.
Tornando a Dils, il numero dei dipendenti è passato dai 40 del 2015 agli oltre 130 attuali e i ricavi dai 6,3 milioni di euro del 2015 agli oltre 29 milioni di euro del 2020. Per il 2021, si stima un ulteriore significativo incremento dei ricavi, che supereranno i 40 milioni di euro. “Abbiamo fatto un percorso di due anni per rimettere tutto in discussione, investendo 10 milioni di euro tra comunicazione, marketing e tecnologia. I pilastri della nuova strategia sono: persone, dati, innovazione e velocità”, ha chiarito Amitrano. Nel 2022 Dils lancerà il deals index (un indice di valutazione degli immobili che sarà reso pubblico e sarà costruito combinando diversi dati riassunti con un algoritmo, per aiutare nella scelta di un immobile in cui investire, facendo anche analisi predittive), la Dils University (con l’intento di formare i giovani alla cultura dell’immobiliare, dato che non esiste in Italia un corso universitario specifico sul settore), il matching istantaneo tra domanda e offerta, la due diligence automatizzata, una soluzione di CRM dedicata all’immobiliare, il deal finder (una piattaforma per investitori basata sull’AI con cui si intende aiutarli a individuare i deal).
Amitrano ha poi tracciato un quadro del settore immobiliare in ottica prospettica. Attualmente il 70% del capitali investiti in Italia sono di provenienza estera. Dils prevede investimenti immobiliari in Italia di 9-10 miliardi per quest’anno, oltre che un forte ritorno in ufficio dal 2022, dato che molte aziende hanno chiuso le trattative per cambiare sede già nel 2021. Il mercato è in forte ripresa, ma gli uffici saranno diversi da quelli del passato. “Abbiamo altresì assistito a un boom della logistica a livello mondiale, con oltre 2 milioni di metri quadrati locati in Italia nel 2021. In espansione anche il residenziale, perché le persone vogliono cambiare le loro abitudini di vita, unendo alla casa il benessere e lo smart working. Devono però fare i conti con la scarsità del prodotto, che oltre a rendere difficile trovare casa provoca un aumento dei prezzi, che proseguirà nel 2022”.
Un trend già partito a livello locale e in arrivo in Italia è l’ibridazione delle asset class, con stabili direzionali che ospitano anche aree di intrattenimento, spazi relax e spa tipici degli hotel e del residenziale, per cui si parla di hofficing. Quelli di Dils sono già progettati così. Le nuove case dovranno contenere al loro interno spa, coworking, palestre. Il retail ha sofferto molto in ultimi 18 mesi e per sopravvivere dovrà trasformarsi in uno spazio per far vivere delle esperienze ai clienti. Amitrano si aspetta infine che i gruppi alberghieri internazionali entreranno in Italia con gli affitti a breve termine che includono servizi tipici del settore alberghiero come la portineria e reception, sempre all’insegna dell’ibridazione delle asset class.