
di Alessandro Albano
Niente da fare per l’aumento di capitale parziale da un miliardo di euro della SIIQ Next RE (ex Nova RE) quotata a Piazza Affari, deliberato nell’aprile 2021 e che sarebbe dovuto essere sottoscritto dal gruppo Dea Capital.
Dopo due rinvii dei termini, di cui l’ultimo alla fine di giugno dello scorso anno (si veda altro articolo di BeBeez), ieri Next RE ha infatti comunicato che è scaduto il termine per l’avveramento delle condizioni sospensive previste dall’accordo quadro sottoscritto nell’agosto 2021 tra Next RE, l’azionista di controllo CPI Property Group sa e DeA Capital spa, De Agostini spa e Dea Capital Real Estate sgr e modificato lo scorso luglio e che ha perso efficacia il 31 dicembre (si veda qui comunicato stampa).
L’operazione, ha spiegato la società, non si è conclusa, “considerati anche gli effetti della sfavorevole congiuntura di mercato dovuta alle incertezze e alla volatilità del quadro geopolitico, macroeconomico e finanziario”. Intanto ieri il titolo della SIIQ ha chiuso la prima sessione di Borsa dell’anno con un calo dell’1,79% a 3,39 euro per azione, pari a una capitalizzazione di 37,3 milioni di euro.
La scadenza dei termini senza un nulla di fatto era già stata preannunciata il 19 dicembre scorso (si veda qui comunicato stampa) quando il cda aveva evidenziato le difficoltà macroeconomiche e gli effetti sul mercato, precisando in seguito che “non sono in atto discussioni per la rinegoziazione del Deed of Reinstatement e del Framework Agreement per un’ulteriore proroga per il termine delle condizioni sospensive e/o al rinnovo degli accordi”, e che quindi il 31 dicembre avrebbe segnato la fine di entrambi gli accordi.
Tuttavia, non è ancora detta l’ultima parola per Next Re in quanto, come sottolineato dalla stessa società, il management “intende proseguire a verificare la percorribilità di percorsi alternativi rispetto al progetto delineato mediante il Framework Agreement, al fine di salvaguardare il valore della società e ampliarne la base patrimoniale”, con questi programmi alternativi che si potranno realizzare nel corso del nuovo anno.
Ricordiamo che la Siiq, guidata dal consigliere delegato Stefano Cervone e controllata al 77% da CPI Property Group sa, gruppo internazionale con sede in Lussemburgo e azioni quotate alla Borsa di Francoforte, che fa capo all’imprenditore ceco Radovan Vítek, nell’aprile 2021 aveva deliberato un aumento di capitale per massimi 2 miliardi di euro da attuarsi in due tranche da un miliardo ciascuna entro la data di approvazione assembleare del bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2023. Una prima tranche da un miliardo era stata prevista per il 2021, ma poi la situazione di instabilità sui mercati aveva portato il cda a rinviare tutto al 2023, limitandosi a una ben più modesta operazione da 80 milioni di euro da completarsi entro il 2022 (si veda altro articolo di BeBeez).
L’aumento di capitale rientrava nel quadro dell’alleanza strategica stretta nel 2021 con Dea Capital spa, i cui termini prevedevano appunto da parte dell’allora Nova RE il varo di una prima tranche da massimo un miliardo di euro dell’aumento di capitale e la sottoscrizione di una parte di questa prima tranche da parte del controllante CPI Property Group e di una o più società del Gruppo DeA, al fine di dotare Nova RE dei capitali necessari per acquisire immobili sul mercato in linea con il Nuovo Piano Strategico. L’accordo con Dea Capital aveva previsto anche il cambio del nome appunto in Next Re, e l’ingresso di Dea Capital nell’azionariato di Next Re, cosa puntualmente avvenuta a settembre del 2021 con una quota del 4,99% (si veda altro articolo di BeBeez).
Intanto ricordiamo che a fine dicembre il gruppo De Agostini, controllante di Dea Capital, ha annunciato che intende lanciare un’opa volontaria con obiettivo delisting sul 32,156% del capitale non ancora in suo possesso, visto che De Agostini ne detiene già direttamente il 67,062% a cui si aggiungono le azioni proprie in mano alla società d’investimento. L’opa sarà lanciata attraverso il veicolo Nova srl, che pagherà un prezzo per azione di 1,5 euro, incluso il dividendo, per un corrispettivo complessivo, quindi, in caso di adesione da parte dei titolari delle azioni oggetto dell’opa, di circa 128,6 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).