Emarc spa, gruppo produttore di componenti per autoveicoli e macchinari produttivi con sede a Vinovo (Torino) ha registrato un nuovo balzo di fatturato nel 2014 a 155,8 milioni di euro dai circa 141,2 milioni del 2013 e dai 121,3 milioni del 2012, cogliendo i risultati di una serie di investimenti importanti nei quattro anni passati: 22,5 milioni nel triennio 2011-2013 e altri 9,7 milioni nel 2014.
Fondata nel 1978 a Vinovo (Torino) dal presidente Pietro Passone, Emarc impiega oggi oltre 700 persone e dispone di tredici stabilimenti produttivi in Italia, Francia, Turchia, Sud America, Canada ed Europa dell’Est.
A supportare la crescita è stato, da un lato, l’ingresso nel capitale del Fondo Italiano d’Investimento con il 31% nel 2012, e dall’altro la stretta collaborazione con il sistema bancario e in particolare con Intesa Sanpaolo (clicca qui per il sito di Intesa Sanpaolo dedicato alle imprese “Un mondo possibile”). “Le operazioni di leasing, che risalgono al 2008, hanno consentito a Emarc di realizzare un nuovo sito produttivo in Francia ad Argancy, tramite la società Fremarc sas, detenuta al 100%, destinato alla produzione di componenti per il Master di Renault, lanciato sul mercato a fine 2009. Il totale finanziato ammontava a 8,6 milioni, le scadenze dei contratti sono divise fra marzo e aprile 2016”, ha spiegato a BeBeez, Massimo Accumolli, a capo della direzione commerciale imprese per la Direzione Regionale Piemonte Valle d’Aosta e Liguria del gruppo Intesa Sanpaolo.
Accumolli ha poi aggiunto: “Consideri che il ciclo di vita di un veicolo commerciale come il Master è molto più lungo di quello di un’auto. Che è in genere di 4-5 anni, nel senso che basta un minimo di restyling nel giro di dieci anni, ma le linee produttive restano le stesse e quindi c’è tutto il tempo non solo di recuperare l’investimento, ma anche di incassare margini, grazie ai flussi di cassa generati dalle vendite dei mezzi prodotti in quello stabilimento”.
Successivamente, nel 2009, a sostegno degli investimenti globali del gruppo, è stato erogato un finanziamento di 10 milioni di euro, da un pool di banche composto ancora una volta da Intesa Sanpaolo (quota 3 milioni) insieme a Unicredit, CR Asti e Bnl. Dopodiché, ha aggiunto Accumolli, “negli anni 2013-2014 l’ulteriore crescita del business, condotta anche in partnership con la canadese Variform e la cinese Baosteel, ha portato alla definizione di un nuovo finanziamento in pool a scadenza 2022 del totale di 8 milioni di euro, di cui 4 milioni da Intesa Sanpaolo. Un’operazione, questa, che supporta il piano industriale 2013-2016, che presenta programmi di crescita in vari continenti, ridefinendo Emarc quale player mondiale sul mercato”.
Più nel dettaglio, nel 2013 ha stretto una joint venture con Vari-Form, leader nella tecnologia dell’idro-formatura con sede a Troy in Michigan, per realizzare una crescita di volumi offendo le proprie avanzate tecnologie nei mercati fino a quel momento non di rispettiva competenza tramite la costituzione di aziende produttive a maggioranza Vari-Form in Europa e a maggioranza Emarc in Nord-America.
” Grazie all’incontro con Variform abbiamo portato in Italia una tecnologia che non esisteva, la idroformatura di cui i soci canadesi sono leader mondiali, e che ci permetterà di essere competitivi crescendo sul mercato. Con Variform tra il 2013 e il 2014 abbiamo stretto due joint venture: la prima, negli Usa, in cui Emarc ha il 75% e Variform, il 25%; la seconda, italiana, in cui le partecipazioni sono invertite, con Emarc al 25% e Variform, al 75%”, ha raccontato a BeBeez Walter Passone, amministratore delegato di Emarc.
Passone ha spiegato che “grazie alle due jv, sono state avviate due iniziative industriali importanti: la costruzione dello stabilimento in Messico a seguito dell’acquisizione di un importante ordine di Chrysler per la fornitura di componenti in alluminio, che sarà pronto entro settembre e diverrà operativo tra ottobre e novembre; e la realizzazione di uno stabilimento a Vinovo, dove è nata Emarc, con la quale abbiamo preso un ordine da FCA per le nuove piattaforme Alfa Romeo. Dal 2016, stimiamo di realizzare un fatturato di circa 35 milioni di dollari negli Usa e di 15 milioni di euro in Italia”.
Nel maggio dell’anno scorso, invece, Emarc ha annunciato la costituzione della joint venture con la cinese Baosteel Metal, controllata al 100% dal Gruppo Baosteel, leader nella produzione di acciaio sul mercato cinese e nel mondo (si veda altro articolo di BeBeez). L’accordo prevedeva la creazione a Shanghai della società Baomarc, posseduta al 50% ciascuna delle due parti, con l’obiettivo di realizzare la ricerca e lo sviluppo di soluzioni complete per la riduzione del peso di veicoli leggeri da presentare alle case automobilistiche locali.
“Tutto ciò è destinato al mercato interno cinese che, si stima, nel 2015, produrrà 29 milioni di veicoli”, ha raccontato Passone, ricordando che “Baosteel si è avvicinata a noi perché abbiamo una tecnologia che loro ritengono fortemente strategica per il mercato cinese e così abbiamo costituito una società in joint venture al 50%, in cui il primo obiettivo è sondare il mercato interno per capire quali spazi ci siano nella applicazione della nostra tecnologia”.
Gli investimenti fatti sono stati finanziati da Intesa Sanpaolo e Unicredit, ha spiegato ancora Passone: “Le banche ci hanno concesso una linea da 8 milioni di euro nel novembre 2014, che abbiamo già tirato per 5 milioni e che ci ha permesso sia di iniziare a finanziare le joint venture sia di riconvertire lo stabilimento di Chivasso che, considerati i volumi di produzione di questi ultimi anni, si sarebbe ritrovato altrimenti in una situazione di crisi”.
Passone ha infatti spiegato che “a Torino, ormai si costruiscono pochissime auto e così abbiamo riconvertito l’azienda specializzando lo stabilimento, che prima faceva componenti in acciaio con tecnologie tradizionali, in una realtà specializzata nella produzione di componenti in alluminio. Abbiamo cambiato la strategia di prodotto, creando un soggetto industriale unico in Italia. Questo ci ha permesso di acquisire delle commesse importanti in termini di volumi e di fatturato. Un’altra parte dell’investimento erogato dalle banche è stato usato sempre in ambito italiano per migliorare l’efficienza dell’altro stabilimento che è quello di Lanciano, Atessa, unicamente dedicato alla produzione di componenti per il Ducato, prodotto per noi estremamente strategico. Da oltre 20 anni abbiamo uno stabilimento che lavora solo per loro”. I restanti 3 milioni saranno utilizzati per completare le nuove iniziative industriali in Messico, e in Italia per le jv con Variform.
Alternative di finanziamento in vista? “A parte l’equity del Fondo italiano di Investimento che è entrato nel capitale nel 2012, avevamo preso in considerazione anche l’emissione di minibond, in alternativa all’investimento bancario. Tuttavia, almeno in questa fase, abbiamo preferito percorrere la strada del finanziamento a medio termine bancario. Per quanto riguarda la quotazione in Borsa, al momento preferiamo concentrarci sulle iniziative industriali che abbiamo sul campo. Nei prossimi anni, una volta consolidato tutto ciò che stiamo costruendo oggi, una quotazione potrebbe essere un’ambizione possibile. Ora però è il momento di concretizzare e rendere operative le iniziative avviate”, ha concluso Passone.