Venerdì 14 marzo Lucio Di Gaetano, membro del Consiglio di amministrazione di Ittierre, del cda di Ittierre, ha depositato presso la cancelleria fallimentare del Tribunale di Isernia la valutazione di quattro offerte giunte ufficialmente al Cda per il gruppo tessile molisano. Dopo le proposte già note della holding di investimento quotata all’Aim di Borsa Italiana, Ikf (si veda altro articolo di BeBeez), e del Gruppo Colella (costruzioni, immobiliare, estrazione di minerali preziosi, acque minerali Santa Croce e Castellina), che fa capo a Camillo Colella, sono state presentate infatti altre due offerte dell’ultimo minuto: la prima riconducibile al gruppo Compagna Mercantile di Mirano (Venezia), un grossista veneto di abbigliamento, e l’altra riconducibile all’ex presidente del Varese ed ex vicepresidente del Genoa calcio, Antonio Rosati, attivo su diversi fronti imprenditoriali. Quest’ultima, secondo quanto riporta la stampa locale, sarebbe di gran lunga più interessante sia quanto a offerta in denaro (7 milioni di euro subito più altri 7 successivamente) sia quanto a occupazione (impegno a occupare 250 dipendenti da subito). Ma resta da stabilire se sia una proposta effettivamente sostenibile.
La proposta vincolante di Ikf, peraltro, è stata ufficializzata proprio lo scorso venerdì con qualche variante rispetto alla precedente manifestazione di interesse (scarica qui il comunicato). In particolare Ikf propone che il contratto estimatorio relativo alla vendita del magazzino (sempre per il corrispettivo periziato di 18 milioni) abbia durata di un anno, anziché di due anni come previsto nell’offerta di Colella; ha mantenuto indicato in 300 mila euro annui il canone di affitto proposto e in 3 milioni il prezzo di acquisto (l’imprenditore molisano ha messo sul piatto 3,2 milioni); e ha tolto il riferimento contenuto nella precedente manifestazione di interesse all’assunzione iniziale di soli 15 dipendenti, indicando in 100 dipendenti nell’arco di 24 mesi «l’assorbimento minimo» degli attuali 700 lavoratori di Ittierre (e ribadendo lo schema di quindici assunzioni ogni licenza acquisita). Non solo.
Ikf specifica che: «La proposta è finalizzata alla creazione di un pool di marchi chiamato provvisoriamente Casa Italia, con sinergie commerciali, operative e industriali fra i marchi coinvolti, tutti del made in Italy di alta gamma. Questo piccolo polo del made in Italy», prosegue la nota, «comprende già nomi storici del made in Italy, fra cui Lanificio Botto, Sintesi arredamenti e potrebbe in futuro incrementarsi con ulteriore acquisizioni fra cui il marchio delle porte di lusso TreP&TrePiù (si veda altro articolo di BeBeez, ndr)».