In Italia, per oltre 25 anni questo mercato ha vissuto di sola pizza e cibo cinese, con piccole attività a conduzione familiare che coprivano la domanda di una piccola città o di alcuni quartieri di una metropoli, attraverso ordini effettuati via telefono.
App come Foodora, Deliveroo o JustEat stanno rivoluzionando questo mercato, portandolo nel mezzo di una “drammatica migrazione di canali”, secondo uno studio McKinsey. Il passaggio, complici le abitudini di molti consumatori, è però ancora lento. Ad oggi il mercato del food delivery vale 72 miliardi di dollari, di cui però solo il 13% è approdato all’online, nonostante la direzione del settore sia ormai questa, per la superiore praticità e immediatezza delle prenotazioni via internet.
In un solo mese dal suo lancio la società ha consegnato 430 piatti, con una crescita del 40% settimanale e un tasso di ritorno dei clienti del 50%.
L’attività di Green Koala si inserisce in una nicchia dalle grandi potenzialità, ovvero quella dei prodotti di alta qualità per chi è attento ad una alimentazione sana ed equilibrata. Mai come oggi l’attenzione all’alimentazione sana è stata così alta, ma per tradizione il food delivery, si è focalizzato sulla pizza e sui take away etnici (cinesi, giapponesi e kebab).
I piatti di Green Koala sono invece di prima qualità preparati con ingredienti Bio, aggiornati ogni settimana in base alla stagionalità e selezionabili in base ai valori nutrizionali. Il 55% dei lavoratori milanesi che preferisce consumare piatti veloci consegnati direttamente sul posto di lavoro avrà quindi a disposizione un’alternativa attenta alle qualità nutrizionali.
Questo target, impiegati e professionisti, rappresentano il 54% della platea del food delivery, ma ne sono la fetta potenzialmente più redditizia: lo scontrino medio della consegna ad un professionista è il più consistente, circa 3 volte quello di uno studente.
La sola città di Milano, dove Green Koala ha iniziato a muovere i suoi passi, è forte di un bacino potenziale di 2,15 milioni di clienti, tra impiegati, freelance e liberi professionisti. Il mercato italiano, a differenza di tanti altri settori digitali più lenti a sfondare nel nostro Paese, conta un fatturato di 251 milioni di euro e un tasso di adozione del 19%. Il che significa un target realistico di oltre 400 mila clienti nella sola Milano per Green Koala.
La startup si basa su un modello fully integrated, ovvero raccoglie gli ordini, li processa e li consegna, un modello diverso da quelli Order Only (che raccolgono gli ordini online e li smistano tra i vari ristoranti che effettuano la consegna, es. JustEat) e Order + Delivery (raccolgono gli ordini li smistano tra i vari ristoranti per poi effettuare le consegne, es. Foodora).
Per accelerare lo sviluppo del suo business, Green Koala ha dato il via ad una raccolta di sul portale Opstart, con un obiettivo minimo di 100 mila euro, e in pochi giorni ha già raccolto 80 mila euro dai nuovi aspiranti soci.
Secondo il business plan della società, i capitali raccolti verranno utilizzati principalmente in tre settori: lo sviluppo costante e la manutenzione delle piattaforme web e dell’app mobile, l’innovazione del prodotto e quella della Brand Identity di Green Koala. Le prospettive del business plan prevedono ricavi per 270 mila euro nel 2018 e il break-even operativo per l’anno seguente. Le opportunità per una società di food delivery arrivano non solo dallo sviluppo commerciale, ma anche dalle opportunità di una exit, visto che il settore ha visto, nel 2016 e 2017, venti operazioni maggiori di M&A.
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